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l'intervista

Inganno Cannabis: "Rete vendita pronta sulla pelle dei ragazzi"

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Dopo la sentenza del Tar che riapre i negozi di cannabis light. La denuncia del neuroscienziato Serpelloni: "I negozi vanno chiusi, dai prodotti si riesce a estrarre una dose drogante. Ma servono per preparare la rete commerciale quando la legge sdoganerà la cannabis".

Attualità 07_10_2023

“Hanno già creato la rete di vendita, quella della cannabis light è solo una questione di business sulla pelle dei nostri ragazzi”. La decisione del Tar del Lazio di sospendere il decreto del Governo che inserisce i prodotti a base di cannabinoidi per uso orale nella tabella dei medicinali, vietandone così la vendita, fa discutere gli addetti ai lavori.  

In particolare, quelli che da tempo denunciano il grande inganno che si cela dietro la partita sulla cosiddetta cannabis light, spacciata come una droga leggera sdoganata dallo Stato. Intanto il Ministero della Salute ha annunciato che si costituirà in giudizio contro la decisione del Tar.

Giovanni Serpelloni è neuroscienzato e direttore del centro clinico di neuroscienze di Verona, da sempre si batte contro la deriva della legalizzazione di queste sostanze. Ed è per questo che la sentenza del Tar, che rimanda all’udienza del prossimo 25 ottobre dando ragione ai produttori di canapa che avevano promosso il ricorso, spalleggiati dai soliti Radicali targato Marco Cappato, è fortemente criticata.  

“Anzitutto perché il Tar dovrà dare le motivazioni – spiega in questa intervista alla Bussola Serpelloni -. Il decreto è stato sospeso per mere questioni burocratiche perché manca il parere del nuovo Consiglio Superiore di Sanità, che peraltro si era già espresso. 

E come si era espresso? 
Confermava quella che poi sarebbe stata l’azione del governo: il Cbd (il cannabidiolo ndr.) è una sostanza farmacologicamente attiva, che ha anche delle implicazioni farmacologiche, ad esempio per la cura dell’epilessia.  

Dunque, non si mette in un banco vendita come si fa con le caramelle? 
È una questione di civiltà, quando c’è una questione farmacologica di mezzo non si tratta come fossero grissini. A New York se ne sono accorti, usavano cannabis anche per condire l’insalata.  

Come?  
Sotto forma di olio. Il Cbd viene estratto e ha un contenuto quasi irrilevante di Thc (tetraidrocannabinolo ndr), ma non irrilevante. 

Che è sostanza drogante. 
Esatto. Noi abbiamo provato a prenderle e a fare un’estrazione con butano, le assicuro che viene fuori una dose drogante.  

Quali prodotti?  
Le foglie secche. Le usano per fumare. Ma loro ti dicono che sono per collezione. 

Collezione?  
È  una grande mistificazione.  

Tecnicamente come si fa?  
La cannabis light oltre al CBD contiene THC, che mediante semplice estrazione con butano - che è una tecnica pericolosissima reclamizzata anche su internet - si può concentrare e produrre una dose drogante”. La ricerca è stata eseguita in 4 istituti di tossicologia e medicina legale ed è già stata inviata alle istituzioni. Ma c’è di più. 

Cosa? 
Nei negozi si vendono persino gli estrattori, è tutto alla luce del sole! Sono spesso offerti e venduti anche nei negozi della cannabis light come documentato dalle forze dell’ordine. Spesso sottobanco sono stati trovati a vendere anche cannabis ad alto potenziale.  

Torniamo al Cbd. Si dice che non sia drogante. 
Falso! Il CBD è una molecola farmacologicamente attiva, che non può essere prodotta, venduta e assunta con tanta superficialità a tutela della salute pubblica. 

Che cosa c’è allora dietro questa operazione?  
Secondo lei? Più di 2000 negozi, 6 milioni di fatturato. 

Business, e poi? 
Un business che deve preparare una rete di vendita. Provi a chiedersi: perché in Italia si è creata questa rete di vendita di questi prodotti dove c’era una legislazione che non la permetteva?  

Per sfida allo Stato? 
Oppure per essere pronti con la rete di vendita quando la legislazione lo permetterà. 

Cioè quando la cannabis light per uso ricreativo sarà completamente legale? 
Esattamente. I negozi sono nati negli anni scorsi in previsione di tutte quelle proposte di legge che giacciono in Parlamento in attesa della legalizzazione. È in previsione di queste approvazioni che è stata creata la rete di vendita di negozi che, se ci guarda bene, spesso sono vicino alle scuole.  

Dove i ragazzi entrano? 
Passa il messaggio che sia tutto legale. Ma quando ci sarà una legge che finalmente – per loro - darà il via libera alla cannabis light, ecco che sostituiranno le bustine di cannabis light con quelle di Thc potenziato e avranno la loro rete commerciale già pronta. È solo una questione di business. Da questi mercati ci vogliono guadagnare. Il business continua diffondendo in libero uso una sostanza che la clinica usa come antiepilettico. 

Ma possibile che non ci siano controlli?  
Non essendo classificato non vi sono controlli su come viene prodotto e confezionato.  

In conclusione, che cosa pensa di questi negozi?  
Questi negozi andrebbero semplicemente e definitivamente chiusi e bene ha fatto il Governo a opporsi a questa decisione.