Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
MEMORIA DEI TOTALITARISMI

La Risoluzione del 19 settembre per guarire dal totalitarismo

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Con la risoluzione del 19 settembre 2019, il Parlamento europeo condannava entrambi i totalitarismi. Col Patto Ribbentrop-Molotov, Hitler e Stalin si spartirono l'Europa orientale. Quella risoluzione serve soprattutto all'Italia, per guarire da una memoria troppo infettata dal totalitarismo.

Cultura 19_09_2023
La firma del Ribbentrop-Molotov

Con un bell’articolo del professor Capozzi, la Nuova Bussola ha ricordato l’8 settembre di ottant’anni fa. Certe forze politiche, dice il professore, «per legittimare se stesse e delegittimare i propri avversari, non hanno mai smesso di tentare di imporre di quel biennio una visione stereotipata, propagandistica e divisiva, in cui il “vero” antifascismo era incarnato soltanto da loro; e paradossalmente, man mano che quel momento storico si allontanava, non hanno aperto la strada a un giudizio più equanime su quanto era allora accaduto, ma al contrario hanno sempre più alzato i toni, continuando a usare una esasperata retorica resistenziale, astratta e decontestualizzata, per dipingere il quadro manicheo di una lotta cosmica tra bene e male, in cui i loro avversari sono eternamente bollati come “fascisti”».

Memoria di tutti i totalitarismi. Poco a poco però, le cose stanno cambiando, le novità arrivano dall’Europa. Questo stantio “antifascismo all’italiana”, viene superato da un altro linguaggio: la memoria di tutti i totalitarismi. Quante volte ci sentiamo dire “ce lo chiede l’Europa”. Bene, l’Europa, il Parlamento europeo ci raccomanda di conoscere e osservare la sua Risoluzione del 19 settembre 2019 Importanza della memoria europea per il futuro dell'Europa (presidenza D. Sassoli). Perché essa è importante? Vediamo.

L’accordo dei due totalitarismi (punti A, B e C). Il Parlamento l’ha emanata nell’anniversario del 1939, significativo proprio in riferimento ai regimi totalitari. In quell’anno fu firmato il Patto Ribbentrop - Molotov con tutte le sue immediate operazioni che ne conseguirono: di esse si ricorda solo la spartizione della Polonia, ma ben sei furono i Paesi aggrediti a seguito di tale patto (invasi tutti da parte dell’Urss): Polonia (settembre 1939), Finlandia (novembre 1939), Estonia, Lettonia, Lituania (giugno 1940), Bessarabia, attuale Moldavia, allora parte della Romania (luglio 1940). Ora, per quella rappresentazione semplificata e accomodante che si dà dell’Unione Sovietica e dell’alleanza antinazista, questo patto Hitler-Stalin è una seccatura; lo è per una certa storiografia (ispiratrice dei testi scolastici su cui abbiamo studiato): essa deve rappresentare un’Urss univocamente antifascista, una continuità dalla Guerra di Spagna a Stalingrado fino a Yalta. Continuità che non esiste, è una fiaba.

Con il 1945 non abbiamo avuto la totale liberazione dell’Europa (punto D).«Dopo (…) la fine della Seconda guerra mondiale, [mentre] alcuni Paesi europei sono riusciti a procedere alla ricostruzione e a intraprendere un processo di riconciliazione, per mezzo secolo altri Paesi europei (…) occupati dall'Unione Sovietica o soggetti alla sua influenza, hanno continuato a essere privati della libertà, della sovranità, della dignità, dei diritti umani e dello sviluppo socioeconomico». Da noi s’è fatta immediata rimozione di questo ricordo: basta vedere cosa ci propongono Rai Storia o La7 o vedere come è boicottata la legge che celebra il 9 novembre Giornata della Libertà. C’è stata la Norimberga del Nazismo ma rimane la «urgente necessità» di una Norimberga del Comunismo (punto E).

Mentre in alcuni Stati membri la legge vieta le ideologie comuniste e naziste, in altri si vietano le une ma non le altre. (punto F). Aggiungiamo noi, forse che il Comunismo non sia stato subìto anche in Italia? Sì, lo è stato, pur su una parte sola del territorio e per un tempo più breve: Venezia Giulia e Dalmazia dal 1944 al 1954. Qual è il problema del Giorno del Ricordo? Che ai giuliano-dalmati si è concessa la “riserva indiana Foibe-Esodo” e però si nega loro il riconoscimento di poter qualificare quella vicenda come un pezzo del più ampio fenomeno del Comunismo. Per tacere dei non pochi “assaggi” di totalitarismo subiti nell’immediato dopoguerra (“Triangolo” emiliano, Gladio rossa etc).

Russia, la brutta piega che stava prendendo. Infine (punto K), benché ancora lontani si fosse dal 24 febbraio 2022, la Risoluzione profeticamente esprimeva una preoccupazione: «nonostante il 24 dicembre 1989 il Congresso dei deputati del popolo dell'Urss abbia condannato la firma del patto Molotov-Ribbentrop, (…), nell'agosto 2019 le autorità russe hanno negato la responsabilità di tale accordo e delle sue conseguenze e promuovono attualmente l'interpretazione secondo cui la Polonia, gli Stati Baltici e l'Occidente sarebbero i veri istigatori della Seconda guerra mondiale».

Poi la Risoluzione 19.9.2019 raccomanda un Fare: si rivolge agli Stati membri, alla Commissione, ai capi della Federazione Russa .

  1. Ricordare «l'orrendo crimine dell'Olocausto perpetrato dal regime nazista (…) invita gli Stati membri a condannare e contrastare ogni forma di negazione dell'Olocausto».
  2. Celebrare il 23 agosto come la Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari a livello sia nazionale che della Ue. Istituita nel 2008, solo da quest’anno in Italia se ne è cominciato a parlare.
  3. «Invita la società russa a confrontarsi con il suo tragico passato. [Il P. E. è] profondamente preoccupato per gli sforzi dell'attuale leadership russa volti a distorcere i fatti storici e a insabbiare i crimini commessi dal regime totalitario sovietico; considera tali sforzi una componente pericolosa della guerra di informazione condotta contro l'Europa democratica allo scopo di dividere l'Europa». La Risoluzione vedeva lontano: evidentemente i parlamentari dei Paesi più orientali fiutavano meglio la situazione e non potevano permettersi l’irenismo che ancor oggi alberga in certi pezzi delle nostre società. Infine due raccomandazioni che interpellano il ritardo e la reticenza della cultura nostrana.
  4. La scuola. Invita tutti gli Stati membri a «sensibilizzare le generazioni più giovani su questi temi, inserendo la storia e l'analisi delle conseguenze dei regimi totalitari nei programmi didattici e nei libri di testo di tutte le scuole». Sì, in Italia c’è bisogno di un serio lavoro di rilettura critica dei manuali scolastici.
  5. «I regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni, causando, nel corso del XX Secolo, perdite di vite umane e di libertà di una portata inaudita nella storia dell'umanità (…) Invita tutti gli Stati membri della Ue a formulare una valutazione chiara e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal regime nazista».

Ecco le due ultime gocce che hanno fatto traboccare il vaso: non solo l’Anpi, ma persino l’Istituto F. Parri, che è coordinatore della rete di tutti gli Istituti Storici Resistenza ed Età contemporanea, hanno criticato e rigettato questa Risoluzione del Parlamento europeo. Anche se “ce lo chiede l’Europa”, stavolta fa niente. Può essere un segnale: la strada è lunga ma è quella giusta.