Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
VIAGGIO APOSTOLICO

La visita del Papa rompe l'isolamento ungherese

Ascolta la versione audio dell'articolo

Seconda volta in Ungheria per Francesco: una scelta controcorrente nel momento in cui il Paese è isolato dall'Ue. Budapest e la Santa Sede convergono sia nella condanna dell'aggressione russa, sia perché al tempo stesso per loro la parola "pace" e soprattutto "negoziato" non sono tabù.
- POLACCHI E UNGHERESI UNITI NELLA DIFESA DI SAN GIOVANNI PAOLO II, di W. Redzioch

Ecclesia 28_04_2023

Risale a circa un anno fa l'origine del viaggio che Francesco inizia oggi in Ungheria. Nell'aprile del 2022, fresco di rielezione, Viktor Orbán fu ricevuto in udienza privata in Vaticano e qui trovò più di una convergenza col Papa che lodò il modello d'accoglienza dei profughi ucraini realizzato dal governo ungherese. Proprio in quell'occasione, il presidente invitò ufficialmente il suo interlocutore a visitare l'Ungheria, oltre a chiedergli di sostenere i suoi «sforzi per la pace».

Il Pontefice deve aver preso molto sul serio la posizione di Budapest sulla guerra in Ucraina, al punto da citare Orban in un'ormai famosa intervista concessa pochi giorni dopo a Luciano Fontana e Fiorenza Sarzanini del Corsera. Lo conferma, in qualche modo, anche la decisione di accettare quell'invito e recarsi in Ungheria nemmeno due anni dopo dall'ultima volta. Sebbene nel 2021 arrivò a Budapest solo per la celebrazione conclusiva del 52º Congresso Eucaristico Internazionale, l'Ungheria è l'unico Paese insieme alla Grecia ad avere avuto il privilegio di ospitare il Papa due volte in questi dieci anni. 

Francesco fa una scelta controcorrente, visitandola proprio in un momento in cui l'isolamento dal resto dell'Ue è palpabile. Ma è probabile che il Papa sia più in sintonia con Orban che con gli altri governanti europei sulla situazione in Ucraina. Da entrambi è arrivata la condanna all'aggressione russa, ma al tempo stesso per loro la parola "pace" e soprattutto quella "negoziato" non sono tabù. Ma non c'è di mezzo solo la convinzione personale di Bergoglio: la Santa Sede, storicamente promotrice di un approccio multilaterale in politica estera e consapevole anche delle implicazioni ecumeniche dei rapporti con la Russia, non intende accodarsi alla linea maggioritaria del mondo occidentale. Una linea da cui si è evidentemente smarcata anche l'Ungheria come rivendicato dallo stesso Orban in una dichiarazione in cui ha detto che il suo sarebbe «l'unico Paese che è per la pace» mentre «il resto dell'Ue alimenta la guerra». 

Tre giorni di permanenza. Il Papa non ha voluto rinunciarvi nonostante il recente ricovero. La sua visita è da interpretare probabilmente come un riconoscimento agli sforzi ungheresi per accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra. Dall'inizio dell'invasione, più di un milione di profughi hanno superato i confini ungheresi e qui hanno trovato riparo, sebbene solo 35mila di loro abbian poi scelto di chiedere lo status di rifugiato in Ungheria. Francesco li incontrerà nel secondo giorno insieme ai poveri nella chiesa di santa Elisabetta d'Ungheria. Prima tappa di domani, però, sarà l'istituto dedicato alla memoria del nobile beato László Batthyány-Strattmann dove avrà occasione di salutare i bambini non vedenti ospiti della struttura. Nella stessa giornata ci sarà anche l'abbraccio con la comunità greco-cattolica che nel Paese conta 300mila fedeli, o meglio con i parrocchiani della chiesa "Protezione della Madre di Dio" sempre nella capitale.

Dopo l'incontro con i giovani in uno stadio di undicimila posti, ci sarà anche l'ormai tradizionale colloquio del Papa coi membri della Compagnia di Gesù del Paese. I gesuiti ungheresi, per l'occasione, hanno lanciato una campagna dal titolo "Dillo al Papa" ed hanno raccolto 150 domande dai fedeli per lo più concentrate sul rapporto tra Chiesa e Stato. Sarà interessante poi scoprire le risposte di Francesco alle domande che avranno al centro questo tema. E a proposito di Chiesa e Stato, sicuramente gli occhi e le orecchie di chi seguirà questo viaggio saranno concentrate oggi stesso sul discorso che il Papa terrà di fronte alle autorità ungheresi dopo il saluto ufficiale alla presidente Katalin Novák e al primo ministro Orban. L'ultimo giorno, invece, sarà dedicato prima alla Messa celebrata in piazza Kossuth Lajos e poi all'incontro con gli esponenti della cultura e del mondo universitario. L'Ungheria aspetta trepidante l'atterraggio del Papa e probabilmente gli è grata anche per aver rotto con questa visita l'isolamento in Europa che appariva quasi inesorabile dopo lo smarcamento di Budapest sul conflitto ucraino.