Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santi Filippo e Giacomo il Minore a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Li rimettiamo ai nostri debitori

Quante volte dovrò perdonargli? (Mt 18, 21)

Schegge di vangelo 12_08_2021

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano. (Mt 18, 21 - 19,1)

Coloro che non perdonano nessuno sono degli ingrati perché non si ricordano le colpe da loro stessi commesse e perdonate da altri uomini o addirittura da Dio. Questi infelici, invece, si comportano superbamente come se non fossero in debito con nessuno, tantomeno con Dio, dimenticando di essere peccatori. I superbi sono infelici perché non accorgendosi di quante volte Dio li ha perdonati, non ringraziano mai; così non si aprono alla meraviglia del suo amore e quindi non sono in grado di farne partecipi, con il perdono, i loro debitori. Recita il Padre nostro soffermandoti sulle parole "rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori" e pensa a chi puoi perdonare qualcosa che ti ha fatto di recente e oggi prega per lui.