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IL PUNTO

Ma chi vuole una guerra di religione?

Visto che per sua stessa ammissione papa Francesco legge – velocemente – un solo giornale, non guarda la tv e non frequenta internet, sarebbe interessante sapere chi e come gli seleziona le informazioni. Perché quando parla a braccio rispondendo a domande di attualità spesso il Papa dà l’impressione di essere poco e male informato. 

Ecclesia 01_08_2016
Papa in aereo

Visto che per sua stessa ammissione papa Francesco legge – velocemente – un solo giornale, non guarda la tv e non frequenta internet, sarebbe interessante sapere chi e come gli seleziona le informazioni. Perché quando parla a braccio rispondendo a domande di attualità spesso il Papa dà l’impressione di essere poco e male informato.

Ieri sera, tornando dalla Polonia, lo ha ammesso rispondendo a una domanda sulla Turchia. Ha detto che non ne parla perché non ha ancora chiara la situazione. Sia ben chiaro: non sta scritto da nessuna parte che il Papa debba dire qualcosa su tutto quello che accade, anzi in molte occasioni è bene che non dica nulla e questa mania dei vaticanisti di fargli domande su qualsiasi cosa passi loro per la testa ha francamente stufato; ma sulla Turchia – a prescindere dai perché e dai retroscena del tentato golpe – non è molto difficile notare che il governo sta violando qualsiasi elementare norma di diritto umanitario. Evidentemente non arrivano informazioni.

Ma è sulla questione islamica che la situazione si fa oggettivamente imbarazzante. Il Papa deve essere convinto che ci sia tra i cattolici chi afferma che l’islam è terrorista per definizione, lo ha detto ancora ieri. E che magari lo vuole spingere a dichiarare guerra a tutti i musulmani. Si tratta di una descrizione caricaturale, in cui non riusciamo a riconoscere nessun profilo, che però ricalca, guarda caso, quello che sostengono alcuni giornalisti “amici” che da tempo si sono incaricati di fare i “guardiani della Rivoluzione”.

È vero invece che ci sono molti cattolici esperti di islam che avvertono della pericolosità delle varie correnti fondamentaliste. Se è vero che non tutti i musulmani sono terroristi, che la stragrande maggioranza vuole solo vivere in pace, è però altrettanto vero che la matrice di certo terrorismo affonda le radici nel Corano e nella predicazione di imam e teologi legati a ben precise correnti e finanziati da altrettanto precisi paesi. Riconoscere questo dato di fatto, tenerne conto nelle decisioni da prendere per combattere il terrorismo, non vuol dire invocare la guerra di religione ma evitare di alimentare il terrorismo e la violenza con atteggiamenti ingenui e irresponsabili, come diversi che si sono visti anche ieri in occasione della partecipazione di musulmani alle messe un po’ in tutta Italia.

È ben comprensibile che il Papa non voglia farsi trascinare in una guerra di religione, ci mancherebbe altro. Ma per rispondere a posizioni estreme del mondo cattolico, che esistono solo nella mente di chi gli dà informazioni, si lancia in affermazioni che oggettivamente sfidano il buon senso. Come è ad esempio l’analogia tra chi uccide inneggiando ad Allah e i battezzati cattolici che, per problemi familiari, uccidono la fidanzata o la suocera. Saremo pure distratti ma in nessun caso di cronaca nera abbiamo mai letto di un uomo che aggredisce la ex moglie al grido di “Viva Cristo Re”. O compie stragi per obbedire ad alcuni comandi di San Paolo.

E liquidare il terrorismo islamista che colpisce su scala globale affermando che «in quasi tutte le religioni c’è sempre un piccolo gruppetto fondamentalista», riducendo il fenomeno a puro fattore fisiologico, inquieta più che rassicurare. Peraltro, visto che non è la prima volta che lo dice, sarebbe interessante sapere a chi concretamente si deve far corrispondere l’etichetta di “fondamentalisti cattolici” e di quali misfatti si sarebbero macchiati. Quando poi relativizza il tutto affermando che ci sono anche le violenze tribali in Africa, che il primo terrorismo è nel sistema economico mondiale, che si uccide anche con le chiacchiere, mette sullo stesso piano fenomeni diversi tra loro che ben poco hanno a che spartire con il terrorismo internazionale con cui siamo alle prese.

Come abbiamo detto altre volte, si tratta di affermazioni volanti in risposta alle domande di giornalisti: sono opinioni, legittime, ma non si tratta di Magistero. Ce ne occupiamo solo perché ovviamente fanno titolo di prima pagina su tutti i giornali del mondo, contribuendo quindi a fare opinione e dare anche un’idea errata della posizione della Chiesa. Speriamo che se ne renda conto almeno il nuovo portavoce vaticano, Greg Burke, che oggi inizia il suo lavoro.