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Mar del Plata fa il bis: nuova rinuncia anticipata

La diocesi argentina ancora in cerca di guida: dopo José María Baliña a dicembre, ora anche Gustavo Manuel Larrazábal declina prima di assumere l'incarico.

Borgo Pio 18_01_2024

Capita che un vescovo nominato rinunci ancor prima di assumere l'incarico e in tempi recenti è accaduto meno raramente del solito. Ma è alquanto singolare che nella stessa diocesi siano ben due vescovi consecutivi a rinunciare anzitempo, a distanza di poco più di un mese. È accaduto a Mar del Plata in Argentina (da non confondere con La Plata, di cui è suffraganea, più nota perché fino all'anno scorso era guidata da "Tucho" Fernández).

José María Baliña, nominato il 21 novembre e non ancora consacrato vescovo, a dicembre aveva dato forfait per motivi di salute non ben valutati (un distacco della retina); contestualmente alla rinuncia preventiva di mons. Baliña venne annunciata la nomina di mons. Gustavo Manuel Larrazábal. Il quale, a distanza di un mese, ha rinunciato a sua volta e sempre prima di insediarsi (pochissimi giorni prima, dal momento che la cerimonia era prevista per domenica 20 gennaio). 

A differenza del mancato predecessore, Larrazábal però aveva già ricevuto la consacrazione episcopale, in quanto vescovo ausiliare di San Juan de Cuyo dal 2022. Incarico che ora tornerà a riassumere. Se nel caso di Baliña si trattava di problemi di salute, su Larrazábal gravano accuse di molestie e abuso di potere, mosse da una donna, oggi 56enne, residente a Buenos Aires ma originaria di Mar del Plata. Accuse smentite dalla nunziatura, che le definisce «prive di fondamento». I fatti contestati risalirebbero agli anni tra il 2007 e il 2013, ma il dibattito si è riacceso a ridosso della nomina a Mar del Plata. 

Questa volta però nessuna nuova nomina contestuale alla rinuncia: la sede resta vacante e sarà mons. Ernesto Giobando, ausiliare di Buenos Aires, a guidare provvisoriamente la diocesi in veste di "amministratore apostolico" fino alla nomina del nuovo e definitivo vescovo. Sperando che dopo le due rinunce preventive di Baliña e Larrazábal non si realizzi il detto: non c'è due senza tre.