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IL COMMENTO

Natalità: tutti soddisfatti, tranne le famiglie

Tutti contenti dopo gli stati generali sulla natalità organizzati dal Forumfamiglie. Tranne le famiglie che vedono allontanarsi ancora l'assegno unico. Il governo si è presentato con un bluff: se le politiche famigliari non sono entrate nel PNRR è perché Draghi non ha nessun interesse a investire sulla natalità. 

Editoriali 16_05_2021

E anche per quest’anno l’assegno unico lo riceveremo l’anno prossimo. Commento a margine degli Stati generali della natalità svoltisi a Roma venerdì. I pochi giornali che ne hanno parlato hanno riportato trionfalistiche dichiarazioni copia & incolla e per un attimo è quasi sembrato che si sia trattato di un evento epocale: finalmente in Italia si parla di crisi della natalità. Invece c’era il trucco.

E il trucco aveva il volto sornione del premier Mario Draghi il quale, mentre parlava dal palco dell’Auditorium della Conciliazione invitato dal Forumfamiglie di «un’Italia che muore se non fa figli», aveva già tirato una riga nera sull’assegno unico, spostandolo a gennaio prossimo, il che significa a un tempo indefinito. Questa non è politica famigliare, voce totalmente e colpevolmente assente in Italia da sempre, ma semplicemente un rimandare una provvisione assistenziale dato che l’assegno unico, così come è stato configurato e con i limiti del meccanismo Isee non sarà una rivoluzione per le famiglie, ma un’elemosina di Stato.

Però l’evento del Forum è riuscito a far passare il governo dei migliori come quello che per la prima volta ha messo al centro la natalità e le politiche famigliari. Un bluff, appunto. L’enfasi che anche ieri il presidente Gigi De Palo metteva nel comunicato stampa di ringraziamento a Mattarella, Draghi e Casellati stride con l’evidenza che da domani, e anche da luglio, le famiglie italiane, soprattutto quelle numerose, non avranno nulla di più in portafoglio rispetto a ieri. La ministra Bonetti ha parlato di un assegno ponte, ma è l’ennesima passata di cipria: una piccola elemosina per far vedere che le famiglie sono accontentate. Idem per le partite iva che riceveranno sì l’assegno, ma in misura notevolmente ridotta rispetto a quanto promesso inizialmente da Draghi che si spinse, incautamente, a parlare di 250 euro a figlio al mese. Lo disse, nessuno smentì, poi il governo dovette allargare le braccia: ci spiace, non facciamo in tempo per quest’anno, vabbè, sarà per l’anno prossimo.

L’evento di Roma, dunque, non sorride certo alle famiglie, men che meno a quelle più numerose che sono state il convitato di pietra: assenti, ignorate e gabbate. Sicuramente non rappresentate dal Forumfamiglie dentro al quale si trovano sempre più strette e inascoltate.  

Chi sorride invece è certamente De Palo che si è ritagliato una posizione da leader politico di un movimento, però, un movimento senza popolo dato che tra gli ospiti di venerdì si sono visti ceo e giornalisti affermati, il calciatore Ciro Immobile e l’attrice Anna Foglietta, tutta gente che non ha certo il pensiero di arrivare alla fine del mese con tre o quattro figli sul groppone.

Del resto, riuscire in un colpo solo ad avere ospiti il Papa e il presidente del Consiglio è un bel colpo, mediaticamente e politicamente parlando. Di questo bisogna certo riconoscere il merito a De Palo, che venerdì ha fatto la parte dell’one man show mostrando brillantezza e doti da comunicatore.

Però, una volta che hai ospiti di quel calibro, è dove li porti a parlare che fa la differenza. Dare un palco a Draghi senza rimproverargli che l’assenza di politiche famigliari strutturali in Italia manca anche perché non si è creduto nell’investimento per la famiglia quando è stato scritto il PNRR, sarebbe stato un segnale vero di svolta. Perché la vera crisi è lì: puoi continuare all’infinito a mettere risorse sulla famiglia trattandola come un malato da assistere, ma se non punti su di essa come fai con un investimento per il futuro e per il presente, non farai mai politiche famigliari.

Il PNRR aveva come obiettivi gli investimenti, ma nessuno dei 240 miliardi di investimenti per la ripresa è dedicato a tarare l’assegno unico o a cambiare il fisco introducendo un qualunque tipo di Fattore famiglia. In compenso abbiamo 50 miliardi di nebulosi investimenti green. Sono scelte politiche, certo. E allora bisogna prendere atto che questo governo non ha per nulla chiaro che cosa sia la famiglia, anche perché, quando può, vedi Ddl Zan, la famiglia cerca di affossarla.

E come il governo non lo sanno neppure i partiti di questa maggioranza: in vista della legge delega fiscale di luglio per la riforma dell’Irpef, fra le proposte dei partiti, nessuna prevede il quoziente famigliare. Il fatto è che nessuno sa perché si dovrebbe investire sulla famiglia, forse perché nessuno sa quanto costa un figlio mediamente e questa è una grande lacuna della politica.

Di tante cose si è parlato venerdì con gli ospiti. Ad un certo punto abbiamo anche dovuto assistere ad un Cazzullo in gran spolvero dire che l’Italia deve fare più figli, ma l’osmosi con l’Africa è comunque imprescindibile. Il resto lo hanno fatto ospiti di elite, dei piani alti, che si sono vantati di essere classe dirigente, come ha detto il direttore Enel Italia. Però non risulta che Enel adegui le tariffe sui consumi ai carichi famigliari degli italiani, né che le tre banche invitate, quando propongono un mutuo a un padre di famiglia lo invoglino con tassi d’interesse inversamente proporzionali al numero dei figli. Potrebbe essere un segnale. Ma non c’è. E nemmeno Poste Italiane gratifica i dipendenti  neo papà con bonus e benefit. Però, intanto si è fatta un po’ di scena. Sulla pelle delle famiglie, che aspettano e pagano il conto più salato della crisi.

Ultima nota per Papa Francesco, che ha aperto i lavori con la sua prolusione. I giornali, banalmente, hanno detto che il papa sostiene l’assegno unico, che poi, abbiamo visto che non c’è ancora e forse non ci sarà mai. In ogni caso, spiace che delle parole del Papa si sia preso nota solo di quelle più politiche, mentre sono state totalmente ignorate quelle sul coraggio di scegliere la vita perché dove è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore, che è la vera spinta per cui un marito e una moglie decidono di aprirsi alla vita.

Il tesoro del Governo dov’è? Non certo nell’incentivo alla natalità, come abbiamo visto. Ma almeno il Papa, con la sua presenza, ha corretto il tiro rimediando allo scivolone di inizio pontificato quando se la prese con i cristiani che fanno figli come conigli. Certo, sarebbe stato significativo se fosse andato anche a Verona per la manifestazione delle famiglie, dove davvero il popolo delle famiglie cristiane si attendeva da lui un po’ di sostegno che non arrivò mai, ma quello era un evento politicamente scorretto e boicottato da giornali e dalla Sinistra. Quello di venerdì, invece, era dalla parte giusta: aveva la benedizione del Vaticano e anche del Governo. Oltre che delle elite industriali.