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L'UDIENZA DEL PAPA

«Nella Scrittura Dio rivela tutta la sua misericordia»

All'udienza generale del mercoledì, Papa Francesco ha continuato il ciclo di catechesi sulla misericordia, ricordando che «nella Sacra Scrittura, la misericordia di Dio è presente lungo tutta la storia del popolo d’Israele». Il Papa ha ripercorso la storia del popolo di Israele salvato da Mosè dalla schiavitù di Egitto. 

Ecclesia 27_01_2016
Papa Francesco

All'udienza generale del 27 gennaio 2016, Papa Francesco ha continuato il ciclo di catechesi sulla misericordia, ricordando che «nella Sacra Scrittura, la misericordia di Dio è presente lungo tutta la storia del popolo d’Israele». Così, «con la sua misericordia, il Signore accompagna il cammino dei Patriarchi, dona loro dei figli malgrado la condizione di sterilità, li conduce per sentieri di grazia e di riconciliazione, come dimostra la storia di Giuseppe e dei suoi fratelli». 

Dobbiamo considerare queste storie non come semplici curiosità. Fanno parte della Parola di Dio perché hanno un messaggio per noi. Così la vicenda di Giuseppe evoca i «tanti fratelli che sono allontanati in una famiglia e non si parlano. Ma quest’Anno della Misericordia è una buona occasione per ritrovarsi, abbracciarsi e perdonarsi e dimenticare le cose brutte». Viene poi la cattività del popolo ebraico in Egitto. «Ed è proprio quando gli Israeliti stanno per soccombere, che il Signore interviene e opera la salvezza». Francesco cita il Libro dell’Esodo: «Dopo molto tempo il re d’Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. Dio ascoltò il loro lamento, Dio si ricordò della sua alleanza con Abramo, Isacco e Giacobbe. Dio guardò la condizione degli Israeliti, Dio se ne prese cura» (2,23-25). 

Questo brano, spiega il Papa, parla in effetti della misericordia. «La misericordia non può rimanere indifferente davanti alla sofferenza degli oppressi, al grido di chi è sottoposto a violenza, ridotto in schiavitù, condannato a morte. È una dolorosa realtà che affligge ogni epoca, compresa la nostra, e che fa sentire spesso impotenti, tentati di indurire il cuore e pensare ad altro. Dio invece non è indifferente». La Scrittura c'insegna che Dio normalmente interviene «suscitando uomini capaci di sentire il gemito della sofferenza e di operare in favore degli oppressi». «È così che comincia la storia di Mosè come mediatore di liberazione per il popolo. Egli affronta il Faraone per convincerlo a lasciare partire Israele; e poi guiderà il popolo, attraverso il Mar Rosso e il deserto, verso la libertà. Mosè, che la misericordia divina ha salvato appena nato dalla morte nelle acque del Nilo, si fa mediatore di quella stessa misericordia, permettendo al popolo di nascere alla libertà salvato dalle acque del Mar Rosso». 

Anche a proposito della storia di Mosè non dobbiamo limitarci a contemplare gli aspetti per così dire spettacolari ma chiederci quale insegnamento ci trasmette. Anche noi «in quest’Anno della Misericordia possiamo fare questo lavoro di essere mediatori di misericordia con le opere di misericordia per avvicinare, per dare sollievo, per fare unità». Apprendiamo anche che «la misericordia di Dio agisce sempre per salvare. È tutto il contrario dell’opera di quelli che agiscono sempre per uccidere: ad esempio quelli che fanno le guerre. Il Signore, mediante il suo servo Mosè, guida Israele nel deserto come fosse un figlio, lo educa alla fede e fa alleanza con lui, creando un legame d’amore fortissimo, come quello del padre con il figlio e dello sposo con la sposa».

Al suo popolo «Dio propone un rapporto d’amore particolare, esclusivo, privilegiato». Il Papa cita le sue parole a Mosè: «Se darete ascolto alla mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me una proprietà particolare tra tutti i popoli; mia infatti è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa» (Es 19,5-6).  Certo, commenta Francesco, «Dio possiede già tutta la terra perché l’ha creata; ma il popolo diventa per Lui un possesso diverso, speciale: la sua personale “riserva di oro e argento” come quella che il re Davide affermava di aver donato per la costruzione del Tempio». Anche noi diventiamo questa «riserva» per Dio «accogliendo la sua alleanza e lasciandoci salvare da Lui. La misericordia del Signore rende l’uomo prezioso, come una ricchezza personale che Gli appartiene, che Egli custodisce e in cui si compiace».

Finalmente le «meraviglie della misericordia divina» giungono «a pieno compimento nel Signore Gesù, in quella “nuova ed eterna alleanza” consumata nel suo sangue, che con il perdono distrugge il nostro peccato e ci rende definitivamente figli di Dio (cfr 1 Gv 3,1), gioielli preziosi nelle mani del Padre buono e misericordioso». Come dobbiamo rispondere alla misericordia del Padre? «In quest’Anno della Misericordia anche noi facciamo cose di misericordia; apriamo il nostro cuore per arrivare a tutti con le opere di misericordia, l’eredità misericordiosa che Dio Padre ha avuto con noi».