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Non solo "dittatura sanitaria", si muove la resistenza

Nascosti e liquidati dai mainstream come complottisti, terrapiattisti e fascisti, le fila dei contestatori, in realtà, si vanno ingrossando. Sabato si sono tenute manifestazioni in almeno quattro capitali europee - Berlino, Londra, Zurigo, Vienna - contro quella che da molti viene definita la “Dittatura sanitaria”. Esemplare il discorso di Kennedy a Berlino, ma anche in Italia qualcosa inizia a muoversi...

Attualità 31_08_2020

Se l’ondata di positivi è direttamente proporzionale al numero di test fatti per verificarne la presenza, la protesta di chi si oppone alle restrizioni dei diritti dei cittadini messe in atto per ridurle sta aumentando nonostante gli sforzi per contenere le informazioni al riguardo.

E’ dallo scorso aprile che si tengono proteste dal basso contro quella che da molti viene definita la “Dittatura sanitaria” nelle capitali europee, da Varsavia a Dublino, da Berlino a Madrid. Scontati dai mainstream come complottisti quando non terrapiattisti e fascisti, le fila dei contestatori si vanno ingrossando in parallelo e non in contrasto con l’aumento dell’allarme tambureggiato dai mainstream per i numeri dei positivi ai test.

Sabato si sono tenute manifestazioni in almeno quattro capitali europee, da quelle più piccole e locali di Zurigo e Vienna alla mega manifestazione con addentellati internazionali che si è svolta a Berlino e quella del tutto indipendente e rivolta all’interno del Paese che si è tenuta a Londra.

Di tenore molto simili per la straordinaria somiglianza fra le misure contro le quali si sono mosse decine e centinaia di migliaia di cittadini nei diversi paesi, le proteste si sono appuntate contro l’obbligo di indossare le mascherine (“il popolo dei no-mask” li ha definiti La Stampa) e il distanziamento sociale obbligatorio, obblighi che per l’appunto sono serviti proprio a motivare interventi delle forze dell’ordine contro trecento manifestanti arrestati, secondo la Reuters, a Berlino.

La dimensione della manifestazione di Berlino avrebbe dovuto farne un evento da prima pagina, ma i mainstream hanno tenuto la notizia bassa concordando che i partecipanti erano appena 38mila.  Il colpo d’occhio sulle masse, che per almeno la terza volta quest’estate affluivano sotto la Porta di Brandeburgo, dava più ragione agli organizzatori che in base anche alle auto che avevano intasato le autostrade tedesche il giorno prima  si aspettavano arrivi nell’ordine dei milioni.  

A suffragare questa dimensione preoccupante della protesta c’è stata poi la decisione a notte fonda del Senato di annullare il permesso che avrebbe dovuto durare altre due settimane. In un video poi rimosso dalla sua pagina Facebook, il referente italiano per le proteste parallele previste per Roma in settembre, Max Massimi, aveva comunicato che nonostante che la piazza fosse stata concesso anche grazie a una sentenza del Tribunale, a cui gli organizzatori avevano fatto ricorso dopo l’iniziale diniego delle autorità, la decisione repentina del Senato ha fatto sì che la polizia calasse sulla piazza e smantellasse tutto.    

Che le informazioni su queste manifestazioni siano spezzettate e difficoltose non è un’opinione di organizzatori paranoici ma un fatto facilmente ricavabile dai tanti video rimossi da Facebook e Youtube con una sola riga di spiegazioni standard (di solito per aver violato i termini di servizio del provider o le regole della “community”). Così è stato per il video di presentazione della manifestazione di Berlino girato in inglese dal giornalista e scrittore Oliver Janich e sparito nel giro di poco, e per il discorso del telecronista, scrittore e massimo teorico del complotto globalista in atto, David Icke, pronunciato davanti alla folla straripante di Trafalgar Square.  

Del resto è del 25 agosto il comunicato dell’Organizzazione mondiale della sanità che ha annunciato di voler “immunizzare” la popolazione contro la disinformazione arrivando a controllare le comunicazioni sociali di milioni di privati.  “Non stiamo solo combattendo il virus,” ha detto il Direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Stiamo anche lottando contro i troll e i complottisti che diffondono la disinformazione e minano l’azione contro i focolai.”

Così le certezze possono venire solo con il tempo. A disposizione dei lettori è il discorso pronunciato da Robert F. Kennedy Jr, presente alla manifestazione di Berlino sabato e domenica anche per ricordare il famoso discorso pronunciato dallo zio John F. Kennedy, Ich bin ein Berliner.  “A quell’epoca Berlino era la linea del fronte contro il totalitarismo. Oggi è di nuovo così: Berlino è il fronte contro il totalitarismo globale,”  ha detto Kennedy.

“I governi amano le pandemie - e le amano per le stesse ragioni per cui amano la guerra, perché permettono loro di mettere in atto meccanismi di controllo sulla popolazione che altrimenti non accetteremmo mai. Sono meccanismi che richiedono la nostra sudditanza”   tramite la paura..  Il parallelo tracciato non è solo con il comunismo del muro ma anche con il nazismo: “A Norimberga chiesero a Hermann Göhring come facevano i nazisti a farsi seguire dalla gente – ha notato RFK Jr – al che egli rispose: ‘è molto semplice, è la natura umana. Per farsi seguire dalla gente basta mettergli paura.’”

Anche il discorso centrale di Londra, quello di David Icke, ha preso di mira le manipolazioni psicologiche di massa, esemplificate dal Tavistock Institute, che “studia come modificare la popolazione a partire dai nostri ragazzini. Il più grosso gioco mentale è che vogliono farci credere che l’autorità ha del potere. L’autorità non ha nessun potere. Il potere delle autorità in tutto il mondo è solo il nostro potere che noi diamo a loro. Lo capì il poeta Shelley nel 1819 quando scrisse “Sollevatevi leoni, scrollatevi di dosso le catene. Voi siete tanti, loro sono in pochi!”

E in Italia ancora nulla?  No: sono previste manifestazioni per tutto settembre a partire da sabato 5, con il Popolo delle mamme e delle nonne, contrarie all’imposizioni di mascherine e distanziamento sociale già decise per i bambini a scuola, che all’estero in molti non esitano a definire torture. A una missiva di  queste mamme ha risposto con una lunga lettera di incoraggiamento a difendere la famiglia e i bambini l’arcivescovo Carlo Maria Viganò.