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ISLAM

Perché contro il jihad sono vietate le maniere forti

Nei talkshow si continua a dibattere sulla psicologia del jihadista: disagio, rabbia, sradicamento etc., poverini. Ma nessuno si chiede perché le altre minoranze immigrate (cinesi, sikh, filippini etc.) invece non fanno problema. Chiederselo, infatti, è vietato dalla cultura dominnate. E non certo da oggi. Ecco perché. 

Libertà religiosa 06_04_2016
L'islam minaccia l'Europa

La causa di beatificazione di Isabella di Castiglia langue perché, ogni volta, si ha timore delle lagne di persone che non sono cattoliche: ebrei, musulmani, atei. La Chiesa da tre secoli viene crocifissa per le Crociate. Ora in tanti mugugnano perché il Papa non condanna l’islamismo. Infine, la storia è l’unica maestra che non insegna niente. 

Premesso tutto ciò, ricordiamo, a chi vuol sentire, che los Reyes Católicos, avendo appena unificato la Spagna (dopo otto secoli di lotte) e trovandosi in casa due minoranze spropositate che rendevano fragilissima la sudata unità, giocarono la carta dell’identità religiosa. Teniamo presente che la stessa cosa sta facendo la Russia ex sovietica e fa da sempre la “religione civile” americana. Alla fine del Quattrocento era del tutto naturale dire al popolo: la Spagna è cristiana, punto; chi non si adegua può andarsene. 

Prima di scandalizzarsi si tenga presente che, per esempio, l’Arabia Saudita fa lo stesso ancora oggi. Qualcuno si adeguò, perché non gli importava molto di alcuna religione; qualcun altro fece finta. A questi ultimi pensò l’Inquisizione, con esame capillare a chi c’era, ma ci faceva. Anche qui: prima di scandalizzarci, ricordiamo che, in altri modi, è ciò che fanno oggi i servizi (di cui, anzi, ci lamentiamo perché non fanno abbastanza). Ma lo Stato del XV secolo non aveva i mezzi odierni, perciò, rivelatosi vano il sistema della distinzione, tentò con l’espulsione di massa. Come previsto, solo sei anni dopo l’unità (1499) i musulmani insorsero in armi, creandosi una pericolosa enclave nelle Alpujarras. 

La cosa si trascinò per decenni, costituendo una pericolosissima testa di ponte per i regni pirata (islamici) del Nordafrica. Che erano tributari del ben più minaccioso impero ottomano. Certo, gli esempi storici lasciano il tempo che trovano perché le cose non si ripetono mai uguali sputate. Tuttavia, oggi c’è una minaccia islamica nordafricana, c’è un Califfato aggressivo e c’è pure qualcuno che trama per ricostituire l’impero ottomano. Per inciso, una seconda grande rivolta musulmana dilagò in Spagna nel 1568, e ci vollero due anni per domarla. 

Poiché, dunque, i musulmani si rivelavano inassimilabili (vi ricorda niente?), Filippo II ricorse alle deportazioni interne, diluendone la presenza in tutto il territorio. L’anno seguente fu quello di Lepanto. Risolto il problema? Macché. La cronaca attuale dimostra che basta un pugno di predicatori per ricominciare da capo. Infatti, l’islamismo rivendica (oggi, 2016) l’Al Andalus (oltre a tutto il resto). 

Il Daesh e i kamikaze chiamano “crociati” tutti, anche quelli che ballano il rock al Bataclan e perfino gli israeliani. Molti occidentali mugugnano e cominciano a pensare –anche se la filosofia dominante lo vieta severissimamente- che sarebbe l’ora di usare le maniere forti, sia in casa che con un intervento armato all’estero. “Umanitario”, ovvio, mica Crociata. Ma è tipico dell’ipocrisia politicamente corretta cambiare i nomi alle cose. La recente strage di bambini cristiani in Pakistan ci mostra che nella testa del jihadista le cose sono ferme al VII secolo (nelle Alpujarras non avevano gli esplosivi, ma il giro mentale era lo stesso). 

Il governo pakistano è impotente, perché né ministri né magistrati né generali sono al sicuro contro il fanatismo diffuso. I cristiani là sono quattro gatti, l’unica soluzione sarebbe importarli qui in Occidente, così da far contenti anche i musulmani pakistani. Difficile? Quando cadde Menghistu gli israeliani con un ponte aereo importarono tutti i falashà etiopi di religione ebraica. Ma da noi comandano i catto-comunisti e, altrove, i relativisti del pensiero politicamente corretto amerikano: quando il cardinal Biffi suggerì di importare immigrati cristiani, facilmente integrabili, fu subissato. 

Bene, allora; tanto, a rimetterci è la povera gente in metropolitana o al parco-giochi, mica le teste fini che, con libere votazioni, abbiamo messo a comandarci. Nei talkshow si continua a dibattere sulla psicologia del jihadista: disagio, rabbia, sradicamento etc., poverini. Ma nessuno si chiede perché le altre minoranze immigrate (cinesi, sikh, filippini etc.) non fanno problema. Chiederselo, infatti, è vietato.