Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Angelo di Sicilia a cura di Ermes Dovico

DIARIO DA CRACOVIA

Preziosi ai suoi occhi, nonostante fatica e stanchezza

Ultima puntata del viaggio da Cracovia di don Luca Fornaciari con i ragazzi dell'UP di San Martino in Rio in Diocesi di Reggio. "Ogni volta è una commozione nuova. Tanti volti, tante parole, tanti imprevisti, ma la sostanza è la stessa: Gesù scommette su di noi, perché siamo importanti per Lui, preziosi ai suoi occhi".

Ecclesia 01_08_2016
I giovani della gmg

Settima e ultima giornata, 31 luglio 2016


Papa Francesco è arrivato al Campus Misericordie verso le 19. Ad attenderlo c'erano più di un milione di giovani da tutti i paesi del mondo. Già da tarda mattina tutta la spianata di quasi 200 ettari, si è cominciata a popolare di ragazzi e ragazze, con le loro bandiere e i loro sacchi a pelo. Un bellissimo tramonto, e i cori che lo acclamavano, hanno accompagnato il Papa nel cuore della serata: la veglia. Una grande campana ha salutato l'arrivo del Pontefice e 5 giovani lo hanno accompagnato nel passare la Porta Santa allestita sul parco per l'occasione. 

Dopo il saluto dell'arcivescovo di Cracovia Stanislao Dziswitz (già segretario particolare di Giovanni Paolo II) la veglia è entrata nel vivo con tre testimonianze di giovani. Il primo era un ventiseienne di Aleppo in Siria. Il Papa ha risposto offrendoci una riflessione ricca di stimoli, intervallata da momenti di silenzio e da canti. In due occasioni ci ha invitato a prenderci per mano e a pregare silenziosamente assieme.

Ha parlato della paura che i giovani di oggi hanno, e di come questa paura conduce alla paralisi, che significa incapacità di sognare, di creare, di vivere bene, ma anche una seconda paralisi, ancora più insidiosa, che fa coincidere la felicità con la vita comoda. Quest'ultima, come del resto tante altre provocazioni che ci ha fatto Francesco, ci hanno toccato nella concretezza della nostra vita. Un passaggio che ci ha colpito in modo particolare: non dovete rassegnarvi alla logica del divano, che "ci aiuta a stare comodi, ben sicuri, ma che ci intontisce ed addormenta, mentre altri, forse i più vivi, ma non i più buoni, decidono il futuro anche per noi". Ha anche insistito su questo punto e ci ha detto: "è molto triste passare nella vita senza lasciare un’impronta". In sostanza ci ha annunciato, qualora non lo sapessimo, che per essere felici e seguire Gesù bisogna abbandonare il nostro divano e spalancare i nostri orizzonti.

Quando Dio ci chiama non guarda a ciò che abbiamo fatto o a ciò che avremmo potuto fare, ma alle nostre potenzialità; quest'ultima coda è motivo di responsabilità, ma allo stesso tempo di consolazione, per noi consacrati, perché non pone l'accento sull'inadeguatezza, ma sulla vocazione come incontro tra la disponibilità dell'uomo e la grazia di Dio.

Finita la veglia, è iniziata la lunga notte del Campus Misericordiae. Una notte molto difficile da descrivere, quasi surreale. Più di un milione a dormire all'addiaccio! In tanti, dopo un piccolo concerto e la buonanotte degli organizzatori, si sono addormentati, altri hanno continuato ad animare il Campus con il loro "via vai" e con canti e balli (ovviamente non graditi da tutti).

La mattina la sveglia è stata verso le 7 con un po' di musica e le lodi mattutine. Gradita dai ragazzi è stata la presenza della rock band veneta dei The Sun. È quindi iniziata la domenica, la giornata conclusiva della Gmg. Eravamo tutti frastornati e stanchi per la difficile e umida notte, ma anche pronti per concludere al meglio. Alle 9 il Papa é tornato tra noi e, dopo qualche saluto ai giovani e ai vescovi, ha iniziato la celebrazione della Santa Messa.

Lunga, solenne, cantata in tantissime parti, ha rischiato di farci perdere d'attenzione (per la stanchezza accumulata). Il Vangelo di oggi (domenica) racconta la conversione di Zaccheo il pubblucano. Il Papa, prendendo spunto dal Vangelo, ci ha parlato di tre ostacoli che ci impediscono di vivere liberamente e da protagonisti la nostra vita: la bassa statura, in cui non ci sentiamo degni o all'altezza di qualcosa, la vergogna, e il brusio della gente: "Potranno ostacolarvi, cercando di farvi credere che Dio è distante, rigido e poco sensibile, buono con i buoni e cattivo coi cattivi. Invece il nostro Padre ci invita al coraggio vero: essere più forti del male amando tutti, persino i nemici".

E ancora: "Potranno ridere di voi perché credete nella forza mite e umile della misericordia. Potranno giudicarvi dei sognatori, perché credete in una nuova umanità, che non accetta l’odio tra i popoli, non vede i confini dei Paesi come delle barriere e custodisce le proprie tradizioni senza egoismi e risentimenti. Non scoraggiatevi: col vostro sorriso e con le vostre braccia aperte voi predicate speranza e siete una benedizione per l’unica famiglia umana, che qui così bene rappresentate!". Una bella omelia, semplice e concreta, con tanti spunti di riflessione che meritano di essere ripresi a casa con calma. 

Al termine della celebrazione, papa Francesco ha ringraziato gli organizzatori per il loro prezioso servizio e anche tutti i giovani che hanno accettato il suo invito a questa epocale esperienza. Ognuno si porterà nel cuore questi giorni, se vissuti intensamente nulla andrà perduto. Ha poi annunciato la prossima città che ospiterà la prossima Gmg nel 2019: Panama, la capitale dell'omonima repubblica, cerniera tra l'America meridionale e quella centrale.

A quel punto, sotto il sole, è iniziato il nostro esodo verso i pullman. È stata dura arrivare ai treni, ancora peggio sopportare le ore di fila prima di accedere ai binari. Tre ore di attesa, pigiatissimi, prima sotto un sole cocente e poi sotto una pioggia torrenziale. Ma ce l'abbiamo fatta, grazie a Dio siamo arrivati tutti incolumi. E non solo noi, anche tutti gli altri con cui abbiamo condiviso questo disagio. Come già era avvenuto a Colonia con i tedeschi, i polacchi hanno organizzato tutto con grande precisione, ma poi molte cose sono saltate a causa del gran numero di persone. Quei poliziotti, quei pompieri, quegli scout, facevano rabbia, ma allo stesso tempo tenerezza perché erano più dispiaciuti loro di noi.

Eccoci ora in pullman nei pressi di Wadowice, città natale di San Giovanni Paolo II, sulla via del ritorno, a vivere un momento di condivisione con i ragazzi sull'esperienza del gemellaggio e della Gmg. Sembrano euforici, con la testa piena di ricordi e il cuore colmo di gratitudine. Deo gratias per tutto!! 

Per concludere posso lasciare una mia personale riflessione alla mia quinta Giornata Mondiale della Gioventù. Dovrei esserci abituato, poco ormai dovrebbe stupirmi, ma ogni volta è una commozione nuova. Tanti volti, tante parole, tanti imprevisti, ma la sostanza è la stessa: Gesù scommette su di noi, perché siamo importanti per Lui, preziosi ai suoi occhi.

*Vicario parrocchiale a Novellara (RE)