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IL CASO SANTA MARINELLA

Privacy violata, ma il sindaco non è un martire

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Il sindaco di Santa Marinella è sicuramente una vittima di una violazione della privacy, ma le sue affermazioni fatte in più occasioni concorrono a tracciare un profilo non del tutto limpido, al di là delle scappatelle. 

Editoriali 29_09_2023

Quando un rappresentante del popolo, eletto con i voti dei cittadini, viene preso in castagna e si scoprono sue condotte disdicevoli, il dilemma è sempre lo stesso: le persone hanno il diritto di conoscere le sue malefatte o il diretto interessato ha sempre e comunque diritto di tenerle segrete in nome della difesa della propria privacy?

Ogni situazione va valutata caso per caso ma in linea di massima la riservatezza prevale quando i pur discutibili comportamenti di un personaggio pubblico non hanno rilievo penale e non hanno alcuna ricaduta sulla vita della comunità in cui egli vive. In particolare il dibattito sul tema delle intercettazioni è sempre stato di grande interesse poiché coinvolge un'attività che può violare il diritto dei cittadini alla tutela della loro privacy.

Il recente caso dei "video piccanti" riguardanti il sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei, rappresenta un esempio evidente dei danni che la produzione e la diffusione incontrollata di intercettazioni, che sono penalmente irrilevanti, possono causare a livello personale, familiare, sociale e politico a tutti i protagonisti dei fatti.

La vicenda sembra scritta per una serie televisiva, ma la storia è autentica. Qualche tempo fa il sindaco Tidei aveva segnalato un presunto atto di corruzione nel suo comune. Nei mesi successivi, le telecamere nascoste, installate su ordine della Procura, hanno immortalato il sindaco stesso mentre si trovava a compiere un atto sessuale nell'aula del consiglio comunale.

Il filmato in questione, per quanto disdicevole e di cattivo gusto, risulta tuttavia privo di rilevanza per l'indagine in corso, poiché è stato registrato attraverso telecamere posizionate nell'ufficio del sindaco nel contesto di un'inchiesta su una presunta cospirazione contro di lui. Si tratta di oltre 4.000 ore di registrazioni e intercettazioni telefoniche, raccolte per quella inchiesta e che contengono, purtroppo per il sindaco, anche quei frammenti hot, assolutamente non utili per le indagini. Tuttavia, quei video sono stati resi pubblici. Secondo Tidei si tratta chiaramente di una vendetta politica, tanto che è stato lui stesso a denunciarne la diffusione. La donna che, consenziente, ha fatto sesso con lui ha subito ammesso la debolezza, rassicurando famigliari e amici che si è trattato di un unico episodio isolato, privo di coinvolgimento o di strascichi. Ma ora quella donna è nel tritacarne mediatico perché di lei parlano tutti, anche perché in tanti non credono alla versione minimalista che lei ha provato ad accreditare.

Da sempre la questione delle intercettazioni irrilevanti solleva una serie di interrogativi cruciali relativi alla privacy e ai diritti delle persone. Se da un lato queste intercettazioni possono rivelarsi cruciali per scoprire attività illegali o pericolose, dall'altro rappresentano una potenziale minaccia per la privacy dei cittadini.

Un nodo controverso della discussione sul tema delle intercettazioni irrilevanti riguarda come queste registrazioni vengono gestite dalle autorità investigative e dal sistema giudiziario. La legge prevede in genere che le informazioni non rilevanti per un'indagine debbano essere eliminate e non utilizzate in tribunale. Tuttavia, sorgono spesso preoccupazioni riguardo all'effettiva eliminazione di queste registrazioni e al loro potenziale utilizzo improprio, come in questo caso.

Ma alcune considerazioni aggiuntive si impongono. Dalla lettura delle intercettazioni emergono comunque alcune affermazioni fatte in più occasioni dal sindaco e che concorrono a tracciare un suo profilo non del tutto limpido, al di là delle scappatelle. Sulla vicenda dei rapporti intimi il bilanciamento con la privacy è doveroso, anche perché si tratta di particolari non rilevanti per l’indagine principale, ma alcune sue frasi relative al funzionamento di procedure di assunzione o altro destano più di una perplessità.

E poi un dubbio affiora a partire dalla fede politica del sindaco, politico comunista, ora dem, di lungo corso. Se non fosse stato del Pd ma di Forza Italia il trattamento mediatico sarebbe stato lo stesso? I giornali tradizionalmente di sinistra lo avrebbero assolto come in buona parte stanno facendo con il primo cittadino di Santa Marinella oppure lo avrebbero addirittura accostato ai presunti festini di Arcore?

Ecco, in questa vicenda bisogna certamente ribadire il principio della prevalenza della privacy nella divulgazione di notizie che toccano la sfera intima, ma non sarebbe giusto nascondere tutta la polvere sotto il tappeto: un sindaco così spregiudicato che denuncia possibili reati e poi parla in quel modo ignorando di essere intercettato non merita di passare per martire. Est modus in rebus.