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IMMIGRAZIONE

Riprendono gli sbarchi di immigrati (con mascherina)

L’epidemia di Coronavirus in Italia non ferma gli sbarchi di migranti illegali nella Penisola. Rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, sono 3mila contro 550. Sbarcano immigrati da Egitto, Iraq e Tunisia, anche dotati di guanti e mascherina dai loro scafisti. Protesta a Lampedusa e aria di rivolta delle autorità locali in Sicilia. 

Politica 10_04_2020
Alan Kurdi

L’epidemia di Coronavirus in Italia non ferma gli sbarchi di migranti illegali nella Penisola e se i numeri non sono certo quelli fuori controllo registrati tra il 2013 e il 2017 dall’inizio dell’anno sono più che quintuplicati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: circa 3mila contro 550.

Le prime avvisaglie della ripresa dei flussi illegali si sono avute il 27 marzo quando 44 egiziani e iracheni approdarono a Cerano di San Pietro Vernotico, nel brindisino. Il gruppo è stato localizzato mentre si stava cambiando i vestiti bagnati con altri asciutti, da un operatore della vigilanza privata. I clandestini. Tra i quali due bambine, si sono dichiarati minorenni e indossavano tutti la mascherina chirurgica, fornita loro dagli scafisti. Un dettaglio che unisce al danno la beffa: ben disposti a pagare criminali pur di farsi accogliere e mantenere in Italia, i migranti illegali destinati comunque a restare in quarantena sono attenti a non farsi contagiare dal coronavirus.

Il 6 aprile sono sbarcati invece a Lampedusa in 36, tra cui 11 donne due delle quali in stato di gravidanza, provenienti dalla Tunisia anche se fonti tunisine sostengono che che “i tentativi di emigrazione dalla Tunisia sono in netto calo”. Romdhane Ben Amor, dell'ong Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes), ha precisato che nel marzo del 2020 sono state sventate quattro partenze contro le 25 di febbraio e le 22 di gennaio. Il numero di persone arrestate per reati legati alla migrazione a marzo è stato di 137 contro 571 a febbraio e 316 a gennaio di quest' anno. Da tre settimane a Lampedusa non si registravano sbarchi, ma il giorno successivo ne sono arrivati altri 86 più i 7 giunti dalla Tunisia su un gommone a Marsala e l’8 aprile ne sono sbarcati 57 contando anche diversi algerini sbarcati in Sardegna mentre il 7 aprile in 7 sono giunti dalla Tunisia su un gommone a Marsala.

Gli sbarchi a Lampedusa hanno esasperato gli abitanti dell’isola e molti cittadini hanno protestato davanti al Comune per l'arrivo di altri migranti. "Noi siamo in quarantena e loro vanno passeggiando. Non deve venire nessuno su quest' isola, nessuno" hanno urlato. La protesta è stata inscenata dopo che 3 clandestini, in quarantena dallo sbarco, sono riusciti ad allontanarsi dall'hotspot e sorpresi nel centro abitato. Ora all’isola si è avvicinata anche la nave Alan Kurdi dell’Ong tedesca Sea Eye che ha raccolto 150 immigrati illegali nelle acque libiche di fronte al porto di Zuwara, la stessa area in cui la Guardia Costiera libica ha soccorso e riportato a Tripoli decine di migranti negli ultimi giorni.

Con un decreto firmato dai ministri di Esteri, Interni, Salute e Trasporti, il governo italiano ha ribadito che a causa dell’epidemia non verranno accettati sbarchi da navi militari e delle Ong giustificando la decisione con la valutazione che i porti italiani non sono attualmente “sicuri”. Decisione criticata aspramente dall’ampio fronte “immigrazionista” dentro e fuori il governo Conte 2 e soprattutto dalla Sea Eye che sembra intenzionata, nonostante i divieti di Roma, s sbarcare comunque in Italia il suo ennesimo carico di clandestini. Già in marzo la Farnesina aveva inviato una nota ai governi tedesco e norvegese (le cui bandiere sventolano sulle due navi delle Ong presenti nel Mediterraneo Centrale, informando che i porti italiani non sarebbero stati agibili per navi che volessero sbarcare immigrati illegali, neppure in caso di loro successiva ridistribuzione in altri paesi Ue.

Il decreto prevede infatti che, in seguito all' emergenza Coronavirus, i porti italiani "non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di place of safety in virtù di quanto previsto dalla convenzione di Amburgo sul salvataggio marittimo" per i soccorsi effettuati da navi con bandiera straniera al di fuori dell'area di ricerca e soccorso Italiana. Il decreto è valido per "l'intero periodo dell'emergenza" ma tale prerogativa era già stata ribadita da Roma anche per le navi militari Ue della nuova operazione navale “Irini” che ha sostituito l’operazione Sophia: eventuali clandestini raccolti in mare dalle navi da guerra dell’Unione verranno infatti sbarcati in Grecia. L’impressione è quindi che Sea Eye punti a restare vicina alle acque italiane per forzare la mano al governo italiano denunciando le difficili condizioni dei 150 migranti a bordo. Da quanto riferito dall’agenzia Adnkronos vi sarebbe un piano per far sbarcare in Italia i 150 migranti a bordo dell'Alan Kurdi.

I clandestini verrebbero trasferiti su una nave della Croce Rossa Italiana dove poter trascorrere la quarantena in un porto siciliano e successivamente sbarcati con un'operazione coordinata dalla Protezione Civile. Il sindaco di Pozzallo teme l'arrivo della nave e dice no allo sbarco. "Il governo italiano - sottolinea in una nota - ha già manifestato il suo diniego all’attracco della nave ed anche il primo cittadino di Pozzallo, da sempre luogo dell’accoglienza, vista la situazione emergenziale in corso, ha esternato grandi perplessità sull’eventualità dell’individuazione di Pozzallo come luogo di sbarco - si legge - Si cercherà di tenere informati con celerità i cittadini, ma possiamo assicurare che la tutela della salute di tutti avrà priorità assoluta".

Non a caso il piano rivelato dall’Adnkronos indica nel porto di Palermo il luogo in cui i migranti trascorrerebbero, a bordo della nave, il periodo di quarantena. Si tratta di indiscrezioni al momento senza conferme ma sarebbe davvero una beffa se Croce Rossa e Protezione Civile dedicassero mezzi, navi e risorse ad accogliere clandestini e a favorire il business di trafficanti e Ong nel momento in cui non solo dovrebbero occuparsi della salute degli italiani ma chiedono e ottengono da molti cittadini donazioni in denaro per combattere l’epidemia di Coronavirus.