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EDITORIALE

Se gli omosessuali al Meeting ringraziano padre Carbone

Dopo il caso Repubblica-Meeting, diverse persone con tendenze omosessuali presenti in Fiera hanno fermato padre Carbone per ringraziarlo: «Capiamo che lei è interessato alle nostre persone, non all'ideologia». A dimostrazione che è affermando la verità che è possibile un incontro.

Editoriali 27_08_2015
Padre Giorgio Carbone

C’è un fatto nuovo e inaspettato accaduto al Meeting di Rimini, come diretta conseguenza della scorrettezza giornalistica di Repubblica e della censura del Meeting al frate domenicano padre Giorgio Carbone, reo di aver affrontato il tema del gender durante incontri nel suo stand-libreria all’interno della Fiera (clicca qui).

È un fatto che ha colto di sorpresa lo stesso padre Carbone, che così me lo racconta: dopo che la sua faccia è finita su tutti i giornali e i siti, ovviamente al Meeting tutti lo riconoscono, molti gli esprimono solidarietà, ma c’è di più. Tra quanti lo avvicinano ci sono anche alcuni ragazzi con tendenze omosessuali, da soli e in piccoli gruppi. Per contestarlo? Niente affatto: lo ringraziano, anche per la citazione di quello studio danese che tanto ha scandalizzato Repubblica e irritato le associazioni gay, secondo cui nella popolazione con tendenza omosessuale c’è una maggiore tendenza a essere affetti da malattie cardiovascolari e da tendenze al suicidio, oltre che maggiormente esposti all’infezione da Hiv.

Omosessuali che ringraziano padre Carbone? Sì, perché – gli dicono - «capiamo che lei dice queste cose perché è interessato alle nostre persone e non per scopi politici o per cercare nuovi tesserati a un’associazione». E da qui si parte per un dialogo, per un incontro vero, i cui contenuti ovviamente lasciamo ai protagonisti.

Qualcuno potrà pensare che lo stiamo inventando, che cerchiamo di sfruttare l’occasione per tirare un po’ d’acqua al nostro mulino. Non è così, tra le tante persone che in questi giorni hanno affollato i padiglioni della Fiera di Rimini, probabilmente anche nel popolo ciellino, c’erano anche diverse persone con tendenze omosessuali, per le quali la presenza e il giudizio pubblico dei frati domenicani è stata un’occasione per un incontro in cui rivelare e spiegare il proprio disagio. 

Può forse sorprendere, ma anche altri si sono accorti di questa presenza: questo sito gay ad esempio (clicca qui) che ha anche pubblicato uno screenshot di una conversazione da smartphone su una app di ricerche di compagnia gay, da cui si evince che dopo la visita alla mostra su Abramo un giovane si dà appuntamento con uno sconosciuto fuori della fiera.

Per il sito gay è un’occasione per menarla sull’ipocrisia dei ciellini, invece per padre Carbone è stata l’occasione per proporre una compagnia che si fa carico delle sofferenze e dell’umanità ferita dell’altro.

Questo episodio, una piccola storia se vogliamo, è però estremamente significativo anche per le tante discussioni che stanno accompagnando questa edizione del Meeting. Dimostra cioè che non è vero che proponendo pubblicamente un giudizio chiaro si creano muri e sterili contrapposizioni; al contrario, solo così è possibile incontrare tante persone nel loro bisogno, che trova il coraggio di esprimersi proprio per l'amore alla verità che intuiscono; è andando dritti alla verità che si costruiscono rapporti umani.

Perché un'altra cosa da capire è che le associazioni gay non rappresentano affatto le persone con tendenze omosessuali, sono forze ideologiche che mirano soltanto ad accrescere il loro potere e imporre la loro legge alla società intera. Cedere alla loro violenza e al loro ricatto non aiuta ad andare al fondo dell’umano, neanche un po’.  Si fa invece il male anzitutto di coloro che si dice di voler incontrare e poi si consegna tutto il popolo al nuovo totalitarismo.