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IL NUOVO GOVERNO

Spagna, scorre il sangue dopo l'accordo coi separatisti

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L'accordo di governo dei socialisti con i separatisti catalani infiamma la Spagna. Ferito gravemente il fondatore di Vox, che parla di golpe del Psoe. E l'Ue si mostra tenera sulle garanzie presentate da Sanchez coi secessionisti.

Esteri 10_11_2023

A due giorni dalle dimissioni per le accuse di corruzione del primo ministro portoghese e socialista Antonio Costa, a poche ore dalla pubblicazione delle lettera preoccupata, anche se di fatto innocua, della Commissione Europea sula liceità di amnistia e referendum secessionista catalani, Pedro Sanchez si invola verso l’investitura a Primo Ministro il 15 o 16 novembre, grazie all’accordo  firmato ieri mattina con i secessionisti catalani.

Poche ore dopo la notizia, la violenza. Estremisti di sinistra hanno celebrato la vittoria con un attentato ad Alejo Vidal-Quadras, politico fermamente nazionalista già ex presidente del PP della Catalogna e fondatore di Vox, che è stato gravemente ferito al volto da un proiettile esploso da un motociclista, dileguatosi poi per le vie di Madrid.

L'accordo tra PSOE e Junts, partito secessionista catalano, apre la strada all'investitura del primo ministro ad interim, Pedro Sánchez ma a costo di violare l’unità nazionale e sfasciare il sistema di stato di diritto, indipendenza della magistratura e uguaglianza dei cittadini dinnanzi alla legge, includendo nel programma di governo la negoziazione di un referendum secessionista in Catalogna e l’amnistia per tutti coloro che hanno promosso la secessione della Catalogna dal 2012.  Il segretario di organizzazione del PSOE, Santos Cerdán, ha spiegato che l'accordo con Junts per una legge di amnistia riguarda coloro che sono stati coinvolti nel «processo secessionista» dal 2012 al 2023. 

Il numero tre del PSOE ha dettagliato i termini dell’accordo di investitura del governo di Sanchez in una conferenza stampa da Bruxelles insieme al golpista Jordi Turull. L’accordo sottoscritto prevede che le parti, PSOE che Junts istituiscano un meccanismo «internazionale» per «accompagnare, verificare e monitorare l'intero processo negoziale e gli accordi raggiunti tra le due formazioni».  In particolare, l'accordo prevede che nel primo incontro negoziale, che si terrà entro la fine del mese di novembre, Junts proporrà di indire un referendum sull'autodeterminazione della Catalogna.  

Il Commissario europeo alla Giustizia Didier Reynders, più volte dimostratosi inflessibile sulle riforme di ampia portata e sistemiche della giustizia dei governi cristiano-conservatori di Polonia ed Ungheria, aveva chiesto al Governo Sanchez l’8 novembre informazioni più dettagliate, in particolare per quanto riguarda la portata «personale, materiale e temporale» di una potenziale legge di amnistia del governo spagnolo. La lettera scritta da Reynders prosegue dicendo che «la questione è diventata una questione di notevole importanza nel dibattito pubblico e la commissione è stata contattata su questo argomento, anche da un gran numero di cittadini e sono necessarie informazioni dettagliate».

Nel testo poi si esprime anche preoccupazione per la mancanza di progressi riguardo alla richiesta della Commissione dal 2020 di rinnovare la massima autorità giudiziaria l’Organo generale della magistratura (CGPJ), che governa il potere giudiziario spagnolo e ne tutela l’indipendenza, il cui mandato è scaduto cinque anni fa.

Per parte sua il governo Sanchez che guida il semestre di Presidenza del Consiglio europeo e nella certezza della assoluta impossibilità politica di agire in cui si trova l’attuale Commissione, ha respinto le osservazioni fatte dal Commissario Reynders e ha affermato, con una lettera del ministro della Presidenza spagnola Félix Bolaños, che il governo spagnolo è in prorogatio e non può proporre alcuna legge, dunque «qualsiasi disegno di legge che possa essere registrato al Congresso dei Deputati [il parlamento spagnolo] verrà dai gruppi parlamentari e non dal consiglio dei ministri».

Un escamotage, quello delle riforme parlamentari, usato più volte dai governi di Ungheria che di Polonia nei confronti della Commissione europea ma che, nel caso di questi ultimi, ha sempre portato a sanzioni immediate, sino al permanente blocco del trasferimento dei fondi miliardari dovuti ai due paesi. L’attuale Commissione europea, originata dall’accordo anche dal Partito socialista e per di più vincolata a collaborare con la Presidenza di turno spagnola al Consiglio europeo, non prenderà alcun provvedimento nei confronti dell’attuale governo Sanchez, né del prossimo governo Socialista e secessionista spagnolo.

L’accordo di amnistia e referendum secessionista garantiscono a Sánchez il sostegno di sette parlamentari del partito indipendentista Junts e la nascita di un governo in cui la Sinistra, gli indipendentisti ed i secessionisti, insieme al PSOE, potranno proseguire nella loro devastante distruzione del paese, iniziata con Zapatero, non a caso attivissimo negli ultimi giorni.

Ieri, tanto per garantire l’attuazione dell’intesa, nell’Assemblea Nazionale Catalana (ANC) si è depositata una petizione per riattivare la dichiarazione unilaterale del indipendenza del 2017. Le reazioni all’intesa politica che sfascia il paese sono state molto dure: dall’ex primo ministro socialista Felipe Gonzales che si dichiara contrario e chiede nuove elezioni, al partito Vox che invita i cittadini a scendere in piazza pacificamente contro il «golpe del PSOE», al leader del PP Alberto Nüñez Fejióo che, poche ore dopo l’accordo di Sanchez, ha invitato alla protesta ferma e serena la prossima domenica e sottolineato l’assoluta vittoria indipendentista e la contemporanea «scomparsa» della ragione politica dei socialisti spagnoli.

Intanto la violenza estremista esplode a Madrid e non da parte dei conservatori e delle destre, come invece dipingono i mass media europei. Ieri mattina, a poche ore dalla notizia dell’intesa tra socialisti e secessionisti catalani, Alejo Vidal-Quadras, ex presidente del PP della Catalogna e fondatore di Vox, è stato gravemente ferito al volto da un proiettile sparatogli mentre camminava per Madrid, in un attentato in stile brigatista. Sanchez perde le elezioni ma mantiene la poltrona svendendo la nazione, riprende la scia di sangue dell’estremismo di sinistra ed indipendentista, Bruxelles scimmiotta sé stessa. Fosse accaduto tutto ciò a Varsavia, Roma o Budapest, la NATO sarebbe intervenuta in pochi minuti per ristabilire l’ordine democratico, ma ai socialisti permette tutto, anche il sangue nelle strade.