Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
San Luigi Maria Grignion di Montfort a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Un altro cibo

In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo. (Gv 6,22-29)

Schegge di vangelo 20_04_2015
Vangelo

Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». (Gv 6,22-29)

Un affollarsi di gente e di barche sulle rive del lago, quasi a inseguire Gesù che è ‘scappato’ a Cafarnao dopo il miracolo dei pani. Quando arrivano da lui e gli fanno una domanda inutile, Gesù alza subito il tiro. Non basta aver mangiato fino alla sazietà, non basta cercare Cristo per qualcosa che non dura e che non soddisfa tutto il desiderio della vita. Il cibo che  il Signore ci dà per saziarci è segno di un altro cibo. Per poterlo riconoscere e accogliere, occorre compiere l’opera prima e più grande che un uomo possa fare: aprire il cuore e la mente alla fede in Lui.