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GENDER FOLLIE

Uomini col ciclo, sconcertante Lines (trans) ultra

Uomini con il ciclo. La sconcertante risposta della Lines a un utente. Gli uomini che hanno le mestruazioni, pur non sentendosi donne, sono le transessuali o transgender che sono biologicamente donne ma si sentono uomini o comunque non donne. È il pensiero Lines ultra che si fa Lines trans tanto è ultra, ossia estremo.

Editoriali 06_08_2020

LINES: L’Insipienza Nuoce E Sconcerta. Sul sito del noto brand di assorbenti femminili c’è una pagina dedicata ai temi arcobaleno. Quelli della Lines – è proprio il caso di dirlo – hanno assorbito perfettamente il gaiamente corretto e così, accanto ad informazioni corrette, leggiamo che «l’identità di genere […] è qualcosa di più ampio rispetto alle semplici caselline M o F da barrare su un certificato di nascita o su qualsiasi altro documento e può comprendere alternative che vanno al di là degli stereotipi binari (M o F)». E pensare che la Lines ci ha campato una vita su metà di questo stereotipo binario. Si aggiunge che «possiamo pensare a uno “spettro” che collega i due estremi del genere maschile e del genere femminile». In effetti l’immagine che ne emerge è davvero spettrale.

Passiamo all’orientamento sessuale: «Anche in questo ambito, non ci sono soltanto due caselline da barrare, ma diverse sfumature da conoscere e rispettare. […] L’orientamento sessuale non è un’etichetta che dobbiamo metterci in fronte da ragazzi e portare per il resto della vita, ma è piuttosto una condizione fluida che può cambiare – poco o tanto – nel corso degli anni, anche in età adulta. Molte ricerche psicologiche e scientifiche dimostrano infatti che non è raro avere un orientamento sessuale fluido, e non c’è assolutamente niente di male. La fluidità sessuale si manifesta sia nei maschi che nelle femmine, perché la capacità di modificare le proprie tendenze sessuali è innata nell’essere umano». A margine: che sia innata è tutto da dimostrare. Il sito poi si pone una domanda: «Come capire il proprio orientamento sessuale?». Risposta: «Esistono diversi test psicologici, ma la prima regola dovrebbe essere quella di ascoltare il proprio cuore senza pregiudizi, senza precludersi nulla solo per datati tabù e stereotipi sui ruoli di genere».

Dunque siamo nel pieno dell’etica fenomenologica. Si parte da un dato vero perché reale: l’esistenza di persone che presentano una identità psicologica sessuale che mal si concilia con il dato biologico o che hanno un orientamento diverso da quello eterosessuale. Si passa poi ad un giudizio morale positivo in merito a queste realtà. Dunque se esiste una percezione di sé in merito all’appartenenza al mondo maschile o femminile che è in antitesi con il sesso cromosomico e se esiste l’orientamento omosessuale, il fatto stesso che esistano tali percezioni e tali orientamenti giustifica, sul piano morale, la loro esistenza.

Fin qui, a ben vedere, nulla di nuovo sotto il sole. Il bello però viene dalla risposta che fornisce Lines ad un utente del sito. Leggete bene perché non ci sono refusi di stampa: «Ciao Fernando, proprio come specificato nel nostro articolo l’identità di genere rappresenta la percezione che ciascuno ha di sé come maschio o come femmina. Questa condizione non necessariamente coincide con l’avere o non l’avere le mestruazioni. Così come ci sono donne che non hanno il ciclo ci sono uomini che lo hanno anche non sentendosi donne. I nostri prodotti sono per chiunque ne abbia bisogno».

Avete letto bene: uomini con il ciclo. E non ci riferiamo al mezzo di trasporto a due ruote. Se leggiamo questo post da persone che non hanno bisogno di un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) non ne veniamo a capo. Infatti tenteremmo di figurarci uomini con perdite ematiche dal retto oppure dato che esiste la sindrome di Couvade, detta anche gravidanza isterica che colpisce gli uomini, non si può escludere che esista anche il mestruo isterico maschile. Però tutte queste spiegazioni sono tirate un po’ per i capelli. La soluzione appare invece chiara se entriamo nella mente sottile come un assorbente dell’estensore del post. Gli uomini che hanno le mestruazioni, pur non sentendosi donne, sono le transessuali o transgender che sono biologicamente donne ma si sentono uomini o comunque non donne. È il pensiero Lines ultra che si fa Lines trans tanto è ultra, ossia estremo. Un estremismo però alla fine benefico: quell’assorbente ricorderà periodicamente all’ “uomo” trans e a tutti noi la sua vera identità,  il suo essere femmina.

Comunque c’è da ammettere che quello che disegna la Lines è un mondo bellissimo: basta credersi qualcuno e lo sei realmente con tutti i benefici annessi. Da domani avremo quindi mille Papi, duemila presidenti del Consiglio, tremila Cristiano Ronaldo e tre miliardi di divinità (in quest’ultimo caso non serviva il post della Lines per credersi tali).

Curiosamente il post mestruale della Lines va oltre e si pone in netto contrasto con una recente polemica che ha investito J.K. Rowling, la “mamma” di Harry Potter. La Rowling aveva criticato il titolo di una pubblicazione che così recitava: «Creare un mondo post-Covid-19 più equo per le persone che hanno le mestruazioni». L’articolo, molto femminista, voleva stare dalla parte delle donne, delle vere donne e non dei transessuali donne. Dunque se nel titolo si fosse usato il termine “donna” questo avrebbe incluso anche i trans. Ecco allor l’escamotage: usiamo l’espressione “persone che hanno le mestruazioni” che include solo le donne donne. La scrittrice inglese però non ci è stata a vedersi scippata la parola “donna” dal mondo trans e così ha replicato su Twitter: «“Le persone che hanno le mestruazioni”. Sono sicura che ci fosse una parola per quelle persone. Qualcuno mi aiuti. Wumben? Wimpund? Woomud?». Ovviamente la parola corretta era “women”, ossia “donne”. Ecco, la Lines è riuscita a scavalcare anche questo escamotage che pretendeva una esclusiva linguistica a beneficio delle donne (e capirai che beneficio….) perché il ciclo può essere appannaggio anche degli “uomini” (ma con attributi femminili).

Se la donna “fattasi” uomo porta con sé quel fastidioso retaggio della sua femminilità – anzi della sua maternità – crediamo che insieme ad esso la donna androgina conservi, seppur in uno stato quiescente, una moltitudine di ricchezze: il genio femminile, il talento in rosa di riconoscere il valore delle piccole cose, la disposizione naturale della donna alla donazione di sé fino all’eroismo, lo sguardo ricco di dolcezza che smussa ogni angolo. E, dunque,  “uomo” con il ciclo non dimenticare le tue origini.