Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Zita a cura di Ermes Dovico
Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

IL TEMA

Europa, quali frontiere? Risponde Liberté Politique

L’ultimo numero della rivista francese si occupa del tema dei “confini” del Vecchio Continente, offrendo una prospettiva interessante.

Dottrina sociale 16_02_2024

Il tema dei “confini” dell’Europa è sempre stato di grande interesse, ma ora assume nuovi caratteri. Se ne occupa l’ultimo numero della rivista francese Liberté Politique dal titolo “Europe: quelles frontières pour le Vieux Continent?” [QUI]. Dico che è sempre stato importante perché l’Europa ha sempre ritenuto di avere una missione storica che sta alla radice dei propri confini geo-politici ma nello stesso tempo li supera. Ricordo, a questo proposito, il libro di Cantoni e Pappalardo Magna Europa – L’Europa fuori dell’Europa (D’Ettoris, Crotone 2006). Questa missione storica fa tutt’uno col cristianesimo. Romano Guardini scriveva: «Se l'Europa deve esistere ancora in avvenire, se il mondo deve ancora aver bisogno dell'Europa, essa dovrà rimanere quella entità storica determinata dalla figura di Cristo» (Europa, compito e destino, Morcelliana, Brescia 2004, p. 61). Si può dire che l’Europa sia la “cristianità”. Ciò non vuol dire che in Europa non siano state presenti anche altre fonti, greca, latina e perfino araba, ma che la sintesi culturale e di destino è stata fatta dal cristianesimo.

Ora, però, Liberté Politique documenta che in questo momento i confini dell’Europa sono messi in discussione e quell’Europa che si concepiva come “Magna”, capace di andare ben oltre i propri confini, ora si vede minacciata dentro i propri confini. Con la guerra iniziata nel febbraio 2022 si può ritenere che sia nata una demarcazione destinata a durare tra Mosca e Kiev. I conflitti territoriali nei Balcani tornano a diventare pericolosi dopo 25 anni dalla guerra del Kosovo. La necessità di proteggere lo spazio nazionale e continentale sembra sempre più necessario nel nuovo mondo multipolare. La pressione migratoria obbliga gli Stati membri dell’Unione europea a riprendere in mano la questione delle frontiere. Gibilterra, Ceuta e Melilla pongono alla Spagna il tema dei suoi confini meridionali. Il Mediterraneo stesso sta diventando una frontiera. Problemi perfino all’estremo nord, dove la Groenlandia mira alla propria indipendenza dalla Danimarca. Sul piano economico sembra ormai che le frontiere non aiutino più, mentre se ne sente la nostalgia come delimitazione territoriale della sovranità davanti ad un globalismo aggressivo.

Il numero della rivista francese è attuale e interessante. Esso dimostra ampiamente che, mentre si indebolisce fino a sparire la consapevolezza del proprio destino, anche i confini territoriali e politici diventano asfittici e problematici. L’Europa che non ha più consapevolezza della propria identità, soprattutto per quanto riguarda il proprio fondamento cristiano – come aveva detto in molte occasioni Benedetto XVI –, regredisce anche territorialmente e non sa più difendere nemmeno i propri confini visibili. La perdita di identità, da elemento spirituale, diventa un fatto anche materiale.
Stefano Fontana