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SCUOLA

La Concia rieducherà i maschi a scuola: il ministro è fuori di destra

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L'attivista LGBT guiderà il progetto "Educare alle relazioni": il ministro Valditara fa propria la crociata contro il maschilismo sbagliando obiettivo e metodo. 
- «A scuola leggete Cecchettin»: Valditara fa propaganda, di Marco Lepore

Educazione 08_12_2023
Anna Paola Concia (LaPresse)

Anna Paola Concia, nota attivista LGBT, è stata chiamata a dirigere il progetto scolastico “Educare alle relazioni” partorito dalla fantasia del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. La notizia è stata data dallo stesso Valditara durante l’audizione alla Commissione femminicidi. Del coordinamento del progetto faranno parte anche suor Anna Monia Alfieri e Paola Zerman. Obiettivo: combattere il maschilismo nella scuola e attraverso la scuola.

Solo pochi mesi fa una notizia del genere sarebbe sembrata impensabile: un governo di centrodestra, un ministro dalla lunga militanza nella destra, che aderisce pienamente a una ideologia di sinistra che ha riciclato la lotta di classe, da operai contro padroni a femmine contro maschi. E un ministro, dalla lunga militanza politica a destra, difensore della famiglia e contrario alla ideologia gender, che mette un’attivista LGBT a capo di una commissione educativa che darà la linea ai corsi di “rieducazione” dei maschi nella scuola.

E invece il ministro Valditara, dal momento in cui si è diffusa la notizia dell’omicidio di Giulia Cecchettin si è rivelato il capo degli ultras della lotta al maschilismo. Il 22 novembre al Senato, con a fianco l’immancabile ministro della Famiglia Eugenia Roccella, ha presentato il progetto “Educare alle relazioni”, un piano per contrastare il «problema del machismo», che dovrà coinvolgere tutte le scuole, dalla primaria alle superiori. Poi, dopo una serie di dichiarazioni degne di “Non una di meno”, nelle ultime ore ha prima inviato una circolare a tutte le scuole invitando a leggere e discutere il discorso pronunciato da Gino Cecchettin al funerale di sua figlia Giulia, e infine ha annunciato la nomina della Concia a capo del coordinamento del progetto “Educare alle relazioni”: 15 milioni di euro a disposizione per creare «gruppi di discussione tra studenti, moderati da docenti delle stesse classi, formati dall’Ordine degli psicologi, che avranno esclusivamente ad oggetto la lotta alla discriminazione e alla violenza contro le donne», ha spiegato il ministro.

Della pessima idea di usare la scuola per un’altra dose di indottrinamento parliamo a parte (vedi qui) come pure dell’imprudenza (a dir poco) di proporre Gino Cecchettin come modello (vedi qui), ma non possiamo non soffermarci anche sul paradosso di un ministro dell’Istruzione di destra che si spinge in provvedimenti anti-famiglia ben oltre i suoi predecessori di sinistra.

Anzitutto indica un obiettivo sbagliato facendo propria una narrazione del rapporto uomini-donne che violenta la realtà. Abbiamo visto tutti il volto del 22enne Filippo Turetta, abbiamo ascoltato ciò che i familiari hanno raccontato di lui (dormiva con l’orsacchiotto quando era stato lasciato da Giulia), abbiamo letto i messaggi che mandava in cui dimostra di essere completamente perso senza Giulia. Vi pare questo un prodotto del machismo? Vi sembra il ritratto del maschio tossico, violento e sopraffattore? O non è piuttosto già un figlio della rieducazione del maschio, reso fragile, impaurito, privato della sua identità e perciò incapace di vere relazioni?

Il ministro Valditara purtroppo sta spingendo il piede sull’acceleratore di questa ideologia gender (che genererà tanti altri Filippo Turetta) e la nomina della Concia ne è una conseguenza logica. Quella del «lavorare uniti a prescindere dalle differenze culturali e politiche» (questa la giustificazione di Valditara) è una bella frase per coprire la realtà di una deriva che spalancherà la strada all’ingresso nella scuola delle truppe LGBT.

Come possono lavorare uniti coloro che credono che sia la famiglia ad essere il vero soggetto educatore (come dice anche la Costituzione) e chi vuole invece espropriare le famiglie a favore di una educazione di Stato? Su che cosa potranno concordare quanti resistono all’ideologia gender nelle scuole perché la vedono come la più grossa minaccia per le giovani generazioni e quanti invece hanno fatto dell’ideologia gender nella scuola la loro ragione di vita (almeno quella politica)?

Il punto è che il progetto “Educare alle relazioni” è profondamente sbagliato nell’obiettivo, nei contenuti, nel metodo e nel luogo; e la nomina della Concia a capo del progetto è scandalosa. Ma che a promuovere tutto questo sia un ministro del governo di centrodestra è qualcosa che va oltre ogni limite della decenza. Se il governo di centrodestra voleva divorziare dal popolo che lo ha eletto, possiamo dire che sta raggiungendo il suo obiettivo.

Ma a questo punto non ci si può esimere da un ultimo rilievo sconcertante: come può suor Anna Monia Alfieri, che per anni è stata una voce autorevole per la libertà di educazione, prestarsi a questa terribile operazione ideologica? Come può collaborare a un progetto che contribuirà a fare delle scuole dei “campi di rieducazione” e in cui lei farà da cavallo di Troia per far passare l’ideologia gender nelle scuole paritarie?



INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Carriera alias, 23 senatori al ministro Valditara: la blocchi

04_08_2023 Ermes Dovico

Depositata un’interrogazione a firma di 23 senatori di FdI, che sottolineano l’illegittimità e i danni della carriera alias per gli studenti e chiedono al ministro Valditara di intervenire per fermarne la diffusione.

IL PIANO DEL MINISTRO

Educazione alle relazioni, un danno e un peso per la scuola

25_11_2023 Marco Lepore

La direttiva di Valditara per contrastare la violenza contro le donne prevede 30 ore extracurriculari di «educazione alle relazioni». Lo spazio per la didattica si restringerà ancora, a danno degli studenti. Ma la “soluzione” è controproducente di suo. Ecco perché