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ARTE

Testori a Ravenna

Da Caravaggio
a Giacometti,
una mostra
presenta gli artisti studiati
dal critico d'arte.

Cultura 11_02_2012
Caravaggio - Ragazzo morso dal ramarro

Miseria e splendore della carne, che poi significa miseria e splendore della vita, quella vita intravista e con prepotenza affermata nelle opere studiate, raccontate, per lavoro e per passione, lungo tutto l’arco di una esistenza.

Giovanni Testori nasce a Novate, alla periferia di Milano, nel 1923. Il pittore, il drammaturgo, l’opinionista e giornalista lombardo è ora protagonista di una mostra che ne indaga l’attività di storico e critico d’arte, geniale, sensibile, eccentrico, talvolta scabroso e comunque lontano dal pensiero ufficiale. Questa esposizione prosegue la ricerca filologica del Mar (Museo d’Arte della Città di Ravenna) che affronta Testori dopo avere dato rilievo ad altre figure di primo piano nella cultura artistica tra fine Ottocento e i primi decenni del secondo dopoguerra. Le storie e le fatiche di Roberto Longhi - del Testori (o ‘l Testur come dialettalmente e affettuosamente lo apostrofava) maestro indiretto – di  Francesco Arcangeli e di Corrado Ricci fanno meglio comprendere quale sia il valore e il contributo dello storico dell’arte nell’individuare criteri, categorie e metodologie di ricerca, spesso divergenti, ma con il comune e condiviso presupposto dell’importanza dell’espressione artistica nella storia dell’uomo.

La mostra di Ravenna è articolata in diverse sezioni, ciascuna delle quali è dedicata ad un preciso periodo studiato dal maestro, piuttosto che a singoli artisti a lui particolarmente cari. Così facendo il percorso copre un arco di tempo di cinque secoli, spaziando, per tutta Europa, da Vincenzo Foppa e Gaudenzio Ferrari ai Nuovi Selvaggi tedeschi degli anni Ottanta del secolo scorso.

Data la vastità della bibliografia testoriana, difficile e sofferta è stata la selezione operata da parte dei curatori che hanno privilegiato ciò che per Testori è stato davvero importante, artisti e immagini nei quali ha visto espresse, dandone poi voce, le domande ultime, esistenziali, imprescindibili dell’uomo. Dai suoi primi scritti su Manzù, Matisse e Morlotti, l’amico di sempre,  alla fondamentale rassegna milanese del 1953 sulla pittura della realtà - la pittura lombarda tra Cinque e Seicento – grazie alla quale si fece luce sui precedenti del grande Caravaggio, suo amore conclamato, la mostra offre uno sguardo su diversi secoli e panorami artistici. Il Settecento è rappresentato da Fra’ Galgario e dal Ceruti, l’Ottocento da Géricault e Courbet – a suo avviso secondo solo al Caravaggio - e il Novecento da una ricca serie di esperienze quali la Nuova Oggettività e il Realismo Espresionista di Grosz, Dix, Bacon , Giacometti, i Nuovi Selvaggi tedeschi, i Nuovi Ordinatori,  fino a Cucchi e Paladino, qui presenti con le opere di cui scrisse.

L’omaggio, che ricostruisce il più fedelmente possibile la fisionomia dello studioso, si conclude con una carrellata di suoi ritratti, scelti tra i tanti che numerosi artisti gli dedicarono.


MISERIA E SPLENDORE DELLA CARNE
Caravaggio, Courbet; Giacometti e Bacon…
Testori e la grande pittura europea
Ravenna, Museo d’Arte della Città di Ravenna
Dal 18 febbraio al 17 giugno 2012
Orario: (fino al 31 marzo) martedì – venerdì 9 -18, sabato e domenica 9 -19 chiuso lunedì
(dall’1 aprile) martedì – giovedì 9 -18, venerdì 9 -21, sabato e domenica 9 – 19, chiuso lunedì
Ingresso: intero € 9; ridotto € 7
Info: 0544/482487