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GUERRA

Libia, arrivano i turchi. Per l'Europa non c'è più posto

In Libia si assiste a una preoccupante escalation militare. I primi reparti militari turchi sono già sbarcati in Libia a sostegno del premier di Tripoli al-Serraj, ma sull'altro fronte l'offensiva del generale Haftar gli fa guadagnare  molti quartieri della città di Sirte. La crisi libica mette a nudo l'inconsistenza politica e diplomatica dell'Unione Europea (UE): il governo di Tripoli, che ormai si affida alla Turchia, ha cancellato la prevista missione diplomatica della UE, fatto che avrà drammatiche ricadute sull'Italia.

Esteri 07_01_2020
I funerali a Tripoli delle vittime del raid all'accademia militare di Tripoli

Ieri i primi reparti militari turchi sono sbarcati in Libia per sostenere il Governo di accordo nazionale (GNA) del premier di Tripoli Fayez al-Serraj. “Un gruppo di èlite di soldati turchi specializzati in disturbo dei radar e difesa aerea sono arrivati a Tripoli”, ha rivelato il Libya Observer, come aveva annunciato il presidente turco, RecepTayyp Erdogan, a soli tre giorni dal via libera del Parlamento di Ankara all’invio delle forze militari nell’ex colonia italiana ed ex possedimento dell’Impero Ottomano.

«Andiamo a rafforzare la posizione del governo legittimo che ci ha chiesto di intervenire. La nostra non è una spedizione di legionari. Il compito dei nostri soldati è il coordinamento. Lì svilupperanno il centro operativo. I nostri soldati stanno gradualmente raggiungendo la Libia da questo momento», ha spiegato Erdogan.
Ankara schiera da tempo consiglieri militari e mezzi al fianco del GNA, ai quali si stanno aggiungendo centinaia di mercenari siriani filo-turchi legati alle milizie della Fratellanza Musulmana. Non a caso Haftar ha annunciato che la battaglia di Tripoli è diventata una guerra contro «un brutale colonizzatore ottomano».

L’annuncio dello sbarco dei primi soldati turchi a Tripoli arriva del resto a poche ore dalla strage causata da un raid aereo contro un’accademia militare a sud di Tripoli - 30 cadetti uccisi - per la quale il GNA accusa il generale Khalifa Haftar, che nega ogni responsabilità e tramite un suo portavoce sostiene che l’attacco «è opera di terroristi, di Al Qaeda e Isis, che sono contrari a ogni organizzazione di forze armate riconosciute in Libia, e avevano già colpito l’accademia militare di Bengasi».
Per l'inviato speciale dell'Onu, Ghassan Salame' , l'attacco all'accademia militare è stato compiuto probabilmente da «un paese che supporta l'Esercito Nazionale Libico (LNA)» di Haftar, ha detto, senza aggiungere ulteriori dettagli ma riferendosi evidentemente a Egitto o Emirati Arabi Uniti.

A conferma dell’escalation militare in atto in Libia, all’arrivo dei primi militari turchi ha fatto seguito la rapida offensiva che ha portato l’LNA a conquistare molti quartieri di Sirte, città natale di Muammar Gheddafi sulla costa della Tripolitania a est di Misurata, che proprie le milizie misuratine fedeli al GNA avevano strappato allo Stato Islamico. 
L’ingresso in città delle forze di Haftar è stato favorito dalla Brigata madkhalita 604 composta da miliziani salafiti, secondo il Libya Observer che parla di ritirata delle milizie di Misurata.

La conquista di Sirte è stata annunciata anche da al-Arabya le cui fonti riferiscono che l’LNA controlla venti accessi alla parte orientale e il terzo distretto in ordine di grandezza della città. Altre fonti vicine al GNA riferiscono invece che dalla stessa Misurata sono partiti in serata rinforzi per cercare di riprendere la città.

Ai due fatti eclatanti della giornata di ieri se ne aggiunge un terzo di importanza politica non irrilevante per l’Europa e l’Italia. Tripoli ha cancellato la missione europea che avrebbe dovuto vedere proprio oggi la visita nella capitale dell’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, accompagnato  dai ministri degli Esteri di Italia, Germania, Francia e forse Gran Bretagna.

Il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Mohamed Siala, ha affermato che il governo di accordo nazionale ha chiesto alla delegazione Ue un rinvio della missione a Tripoli ma più probabilmente, come riferiscono fonti libiche solitamente ben informate, perché nessuno in Libia ha più interesse a dialogare con gli europei la cui missione peraltro non aveva proposte concrete da mettere sul tavolo.

Il GNA sembra quindi “scaricare” l’Europa e puntare tutto su Ankara e la cancellazione della visita dei ministri Ue sembra mettere una pietra tombale sulla conferenza di Berlino più volte annunciata anche dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio ma di cui non è stata mai fissata la data e che potrebbe ora venire cancellata insieme alle residue speranze europee di avere voce in capitolo in Libia.
Sembra confermarlo anche l’imbarazzata reazione di Bruxelles, dove il portavoce di Borrell ha persino negato fosse in programma la missione a Tripoli. «Da parte nostra non è stata annunciata alcuna missione. L'Alto rappresentante Ue è in contatto costante con tutti i partner rilevanti per chiedere a tutte le parti che si impegnino per una soluzione politica in Libia».