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TERRORISMO

Berlino, un camion lanciato sulla folla

Ancora un camion lanciato sulla folla, come a Nizza, lo scorso 14 luglio. Stavolta tocca a Berlino, al mercatino di Natale di Kurfurstendamm. Un tir con rimorchio è andato deliberatamente a schiantarsi contro le bancarelle. Il bilancio, ancora provvisorio, è di 9 morti e 50 feriti. L'Isis non ha (ancora) rivendicato, ma le modalità dell'attacco e i precedenti fanno pensare a una sua azione.

Esteri 20_12_2016
Berlino, il momento dello schianto

Ancora un camion lanciato sulla folla, come a Nizza, lo scorso 14 luglio. Stavolta tocca a Berlino, al mercatino di Natale di Kurfurstendamm, sotto la Chiesa del Ricordo, simbolo della Seconda Guerra Mondiale. Un tir con rimorchio è andato deliberatamente a schiantarsi contro le bancarelle colme di gente, dopo l’orario di lavoro, in pieno shopping. Il bilancio, ancora provvisorio, è di nove morti e cinquanta feriti. Un massacro. L’identità dell’attentatore non è ancora stata rivelata mentre questo articolo viene scritto.

Si sa che il camion era di proprietà di un’azienda familiare di Danzica, Polonia. Il titolare, Daniel Zurawski, contattato telefonicamente dai media, cascava dalle nubi. Suo cugino doveva essere alla guida del camion. Lo hanno trovato morto, dopo lo schianto sulle bancarelle, ucciso da colpi d’arma da fuoco. Non era un terrorista, non era nemmeno vagamente collegato all’Isis, stando al signor Zurawski stava semplicemente tornando dall’Italia e intendeva passare la sera a Berlino. Aveva telefonato a lui e alla moglie prima della tragedia. E però c’era un altro uomo a bordo, nel suo stesso abitacolo. Probabilmente lo stesso che lo ha assassinato. Un uomo di cui la polizia tedesca non ha rivelato l’identità, fuggito subito dopo l’assalto verso lo Zoo di Berlino. Gli agenti lo hanno inseguito e preso, ora lo sta interrogando. I media tedeschi parlano di un “pakistano”. E si fa strada l’ipotesi del dirottamento. Il camion polacco è stato catturato, il suo autista usato come un proiettile umano, costretto a compiere il gesto da attentatore suicida, probabilmente ucciso prima dell’attacco. Sarebbe una dinamica simile a quella dell’11 settembre, a questo punto, ma su ruote.

Il violento impatto del tir contro le bancarelle ha provocato subito 9 morti e 50 feriti, fra la gente ignara che si rilassava o faceva acquisti natalizi. Si tratta di una delle aree più frequentate in queste serate, una zona vicina a ben due centri commerciali, il KaDeWe e l’Europa Center. Una tipo di area urbana che, in questo periodo di terrorismo, non possiamo che considerare come “bersaglio a rischio”. Un precedente terroristico dell’Isis è molto recente, proprio in Germania. Un bambino di appena 12 anni, con lo zainetto riempito di esplosivo e chiodi, stava per farsi saltare in aria (o meglio: per essere fatto saltare in aria) nel mercatino natalizio di Ludwigshafen, sul Reno. E questi episodi seguono un’estate tedesca che è stata contrassegnata da atti di terrorismo islamico, quasi sempre sventati.

Non c’è alcuna rivendicazione dell’Isis. Il quotidiano britannico Sun, che a sua volta cita il New York Post, parla di una rivendicazione citata da un comunicato di milizie sciite che combattono in Iraq. Nessuna conferma è possibile. La dinamica, il tipo di bersaglio, i precedenti… tutto farebbe pensare a un nuovo attacco targato Califfato. Ma non lo si può dire ancora…