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LA LETTERA

Cattorottamati, scelgono il disonore, perdono la poltrona

Come ai tempi di Andreotti, che controfirmò la legge sull'aborto per salvare il governo, ma perse anche il governo, i cattolici del Nuovo Centro Destra hanno avallato le unioni civili. E hanno perso il governo appena nove mesi dopo. Oggi, dopo due scissioni, Alfano e Lupi non hanno grandi prospettive. Il compromesso al ribasso...

Politica 12_12_2016
Alfano e Lupi

Caro direttore,

“Mi sono posto il problema della controfirma a questa legge (lo ha fatto anche Leone) ma se mi rifiutassi non solo apriremmo una crisi appena dopo aver cominciato a turare le falle, ma oltre a subire la legge sull’aborto la Dc perderebbe anche la presidenza e sarebbe davvero più grave”. Scriveva così Giulio Andreotti sul proprio diario personale nei giorni in cui l'Italia introduceva l'aborto gratuito di Stato nel maggio del 1978. Era il governo Andreotti quater, sarebbe caduto il 20 marzo 1979 per essere sostituito dal quinto governo Andreotti che durerà appena quattro mesi e mezzo. Per subire ciò che riteneva una cosa grave, la perdita della presidenza, la Democrazia Cristiana non dovrà attendere molto; il 28 giugno 1981 nascerà il governo del repubblicano Spadolini. La legge 194 che si avvicina a contare sei milioni di aborti porta in calce la firma di soli politici cattolici.

Ora che Renzi è caduto con gran fragore, ho ripensato a questi fatti vedendo in televisione un Angelino Alfano perdere con una certa facilità la propria compostezza. Il 30 gennaio 2016 a Roma una folla di famiglie manifestava contro le unioni civili riempendo il Circo Massimo. Poco prima il portavoce del comitato organizzatore Difendiamo i Nostri Figli aveva incontrato il ministro dell'interno del governo Renzi nonché segretario del Nuovo Centro Destra Angelino Alfano. Vista la determinazione di Renzi a porre la fiducia pur di approvare la legge, Gandolfini chiese al cattolico Alfano di bloccare la legge, non aveva da fare altro che applicare in politica uno dei tre principi non negoziabili, la difesa della famiglia. Alfano disse a parole di essere col Family Day, ma mentre lo diceva sapeva bene che l'unica cosa da fare era fare cadere Renzi e tuttavia questa era anche l'unica cosa che Alfano e Lupi non erano disposti a fare.

In effetti, oltre-Tevere, il concetto di principi non negoziabili era stato messo in soffitta e il nuovo corso CEI non mostrava certo di minacciare ostacoli alle unioni civili, perché dunque Angelino avrebbe dovuto in prima persona fare cadere il governo? Massimo Gandolfini, pur non essendo politico, è uomo ben equipaggiato di neuroni e a questa domanda offrì spontaneamente ed in anticipo la risposta dicendo ad Alfano: "Guardi, se lei fa cadere la Cirinnà per quel popolo in piazza lei sarà un eroe". Sarebbe stato inevitabile, alla poltrona Alfano avrebbe mostrato di preferire la propria fede e ciò in cui diceva di credere e si sarebbe trovato ad essere il leader di un partito con i voti almeno raddoppiati. Ma Angelino è un segretario imbattibile a dimezzare i voti che si ritrova, a moltiplicarli invece fa molta più fatica. E così avvenne che in una notte Alfano e Lupi tradirono le famiglie e cedettero su tutta la linea, accettarono di votare la fiducia sulle unioni civili sbandierando lo stralcio della stepchild adoption e la mancanza di obbligo di fedeltà come un vessillo di vittoria credendo di gabbare così i pro-Family. Ma la leadership e il popolo del Family day capirono subito di essere stati pugnalati.

Dopo appena nove mesi, legandosi mani e piedi a Renzi, trasformando il Nuovo Centro Destra, di fatto, in un nuovo centro sinistra, Alfano ha perso il referendum, il governo e subìto due scissioni in sequenza, la prima delle quali da parte di Quagliariello, Roccella, Giovanardi, Pagano. È indicativo di come questi, nonostante abbiano abbandonato la comoda maggioranza pur di non tradire la famiglia e rimanere fedeli all'impegno richiesto loro dal palco dei Family Day, siano oggi indicati come "i soliti politici" da qualche interessato che, fino a pochi mesi fa, li accreditava come amici della famiglia, accomunandoli invece oggi in maniera indecentemente mendace ai politici che la legge l'hanno votata.

Ora Little Angel & Maurice ricevono anche il ciaone di chi semplicemente abbandona la nave che affonda lasciandoli a dirigere un partito che si può riunire tutto in una sala da ballo di periferia con la prospettiva politica di aspiranti Follini. In cabina elettorale le famiglie del Circo Massimo, educate dagli uomini e donne del comitato guidato da Massimo Gandolfini che hanno solcato tutta l'Italia in centinaia di conferenze, hanno mantenuto la promessa e si sono ricordati di Renzi e della sua corte. Mission accomplished, Renzi è giù ed Alfano è ancora più giù. Come prima di loro Andreotti e gli altri politici cattolici che controfirmarono la legge sull'aborto. Parafrasando Winston Churchill, Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Valentina Castaldini, Lucio Romano, Edoardo Patriarca, Laura Bianconi e tutti i cattolici che hanno consentito col loro voto la demolizione finale del concetto stesso di matrimonio, potevano scegliere tra la poltrona e il disonore; hanno scelto il disonore, hanno perso anche la poltrona.