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UN NUOVO CONCISTORO

Cinque cardinali dall'identikit "bergogliano"

Papa Francesco a sorpresa ha annunciato il suo IV concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Dopo il 28 giugno gli elettori saranno 121, di cui 20 cardinali nominati da Giovanni Paolo II, 52 da Benedetto XVI e 49 da Francesco. Tutti i cinque prescelti accomunati dall'identikit di appartenere alle cosiddette periferie. 

-CEI, UN NOME CHE NON OSCURI GALANTINO 

Ecclesia 22_05_2017

«Desidero annunciare che mercoledì 28 giugno terrò un Concistoro per la nomina di cinque nuovi Cardinali». Ieri, al termine della preghiera del Regina Coeli, Papa Francesco a sorpresa ha annunciato il suo quarto concistoro per la creazione di nuovi cardinali. A suo modo un record, il papa venuto “quasi dalla fine del mondo” sta tenendo un ritmo di più di un concistoro all'anno. Il suo predecessore, Benedetto XVI, in otto anni di pontificato ha tenuto 5 concistori, creando 90 cardinali, mentre Francesco in poco più di tre anni ha già tenuto 4 concistori creando 56 cardinali, di cui 49 elettori.

Dopo il 28 giugno prossimo gli elettori saranno 121, di cui 20 cardinali nominati da Giovanni Paolo II, 52 da Benedetto XVI e, appunto, 49 da Francesco che, se dovesse continuare con questo ritmo, il prossimo anno potrebbe aver nominato la maggioranza delle porpore che siedono in un ipotetico conclave.

La logica principale di questa vera e propria trasformazione del collegio cardinalizio sembra essere quella delle “periferie”, concetto caro al pontefice. I nuovi nominati, Spagna a parte, vengono da Laos, El Salvador e Mali, più il vescovo svedese Anders Arborelius, che comunque rappresenta una “periferia” nella cattolicità. «La loro provenienza da diverse parti del mondo», ha sottolineato Francesco, «manifesta la cattolicità della Chiesa diffusa in tutta la terra», e sappiamo quanto papa Bergoglio ritenga che «la realtà si vede meglio dalle periferie che non dal centro», secondo una delle sue bussole di pensiero più ripetute negli anni.

Il primo della lista annunciata ieri dal Papa è monsignor Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako in Mali. Nato nel 1943, la prossima nuova porpora africana ha studiato all'Istituto Biblico di Roma e, dice la nota diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede, «è stato coinvolto nella lotta contro l'esclusione e ha soprattutto promosso la riconciliazione e la solidarietà tra i maliani».

Oltre allo svedese Arborelius, l'altro europeo è l'arcivescovo di Barcellona (Spagna), monsignor Juan José Omella, di sensibilità “sociale”. Nel 2005, mentre i vescovi spagnoli scendevano in piazza contro il governo di José Luis Rodriguez Zapatero, Omella, allora vescovo di Calahorra e La Calzada, disertava e partecipava a una marcia contro la povertà. La sua nomina a Barcellona è avvenuta nel 2015, con una decisione che ha lasciato un po' stupiti gli ambienti della curia spagnola e della politica, ma che  sembra provenire direttamente da papa Bergoglio.

Il vescovo svedese, il carmelitano Arborelius, ha accolto il Papa nel suo viaggio a Lund per la commemorazione congiunta tra cattolici e luterani dei 500 anni dalla Riforma di Lutero. E' il primo vescovo svedese dall'inizio della riforma luterana, convertito a 20 anni, ha studiato in Belgio e al Teresianum di Roma. Durante il viaggio di Francesco in Svezia sappiamo essersi battuto affinché il Papa celebrasse messa con i cattolici, messa che nelle prime bozze di programma del viaggio sembrava non fosse prevista.

Molto particolare il caso di monsignor Gregorio Rosa Chávez, perché viene nominato alla porpora mentre lui è “solo” vescovo ausiliare dell'Arcidiocesi di San Salvador (El Salvador). E' una prima volta nella storia della Chiesa, per cui la diocesi avrà un vescovo titolare, monsignor José Luis Escobar y Alas, che rimarrà tale e avrà come vice un cardinale. Nato nel 1942, è stato per molti anni vicino al beato Oscar Arnulfo Romero, oggi, tra l'altro, è Presidente della Caritas per l'America Latina, per i Caraibi e della Caritas nazionale.

Dal Laos proviene monsignor Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, vicario Apostolico di Paksé. A lui si deve "la scuola di catechisti" e le visite ai villaggi delle montagne; ha studiato in Laos e Canada.

Il 29 giugno, solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, i cinque nuovi cardinali celebreranno con il Papa in S.Pietro. «Affidiamo i nuovi Cardinali», ha concluso Francesco ieri nel corso del Regina Coeli, «alla protezione dei Santi Pietro e Paolo, affinché con l’intercessione del Principe degli Apostoli, siano autentici servitori della comunione ecclesiale e con quella dell’Apostolo delle genti, siano annunciatori gioiosi del Vangelo nel mondo intero e, con la loro testimonianza ed il loro consiglio, mi sostengano più intensamente nel mio servizio di Vescovo di Roma, Pastore universale della Chiesa».