Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
A 550 ANNI DALLA NASCITA

Copernico, a Roma una mostra sul geniale astronomo

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Inaugurata nella capitale, presso la Curia Iulia, la mostra “Copernico e la rivoluzione del mondo”. Un’esposizione che celebra quale uomo di scienza l’astronomo polacco, che pure era un uomo di Chiesa, a lungo canonico della cattedrale di Frombork.

Cultura 25_10_2023
Copernico nel suo studio _ Antoni Gramatyka

Sabato 21 ottobre 2023 è stata inaugurata a Roma la mostra “Copernico e la rivoluzione del mondo”, che viene ospitata nella Curia Iulia, nel Foro Romano. La mostra, realizzata dal Parco archeologico del Colosseo in partenariato con l’Università di Varsavia, con la collaborazione dell’Università Jagellonica di Cracovia e il Museo Astronomico e Copernicano dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Roma, si inserisce nell’alveo delle celebrazioni per il 550° anniversario della nascita di Niccolò Copernico (1473-1543), illustre astronomo e matematico polacco. Come ha dichiarato Alfonsina Russo, direttrice del Parco archeologico del Colosseo, «siamo felici e orgogliosi di celebrare questa figura straordinaria che ha cambiato la percezione dell’universo e nel contempo di rafforzare il legame tra Italia e Polonia, patria dell’illustre astronomo».

L’Italia svolse infatti un ruolo fondamentale nella formazione di Copernico che, come diverse migliaia di polacchi del Rinascimento, studiò proprio nel Belpaese. I suoi studi “italiani” durarono complessivamente sette anni e furono variegati: studiò prima a Bologna, poi a Padova e infine a Ferrara, dove nel maggio 1503 conseguì il dottorato in diritto canonico. Tra le materie dei suoi studi c’era anche la medicina e, naturalmente, l’astronomia di cui si occupò già durante la sua formazione all’Accademia di Cracovia. Ma il grande astronomo polacco era interessato, come molte persone del suo tempo, anche alla pittura. Come spiega il professor Jerzy Miziołek, dell’Università di Varsavia, curatore della mostra con Francesca Ceci: «Copernico fu un vero uomo del Rinascimento, estremamente dotato, con ampi interessi, che riguardavano anche la teologia e l'economia. Possiamo constatare che l'astronomo polacco, che ha avuto un così grande impatto sulla storia del pensiero umano e sulla visione del cosmo, è una delle emanazioni dell'umanesimo italiano».

Bisogna ricordare anche i legami di Copernico con Roma dove l’astronomo trascorse un periodo significativo conducendo studi e ricerche rilevanti. È a Roma che, nella notte tra il 5 e il 6 novembre del 1500, Copernico osservò l’eclissi lunare descritta nel Libro IV del suo celebre trattato, De revolutionibus. Nella stessa città Copernico tenne anche lezioni di matematica e astronomia, come raffigurato in incisioni e dipinti ottocenteschi, alcuni dei quali presentati nella mostra.

La mostra si apre con una bella scultura in marmo del 1873 di Tomasz Oskar Sosnowski, raffigurante Copernico in piedi, e si chiude con un dipinto del 1973 di Silvio Loffredo, raffigurante il “Sistema Solare di Copernico”. Al suo centro, tra le altre opere, c’è una vetrata alta quasi quattro metri disegnata da Stanisław Wyspianski, raffigurante Apollo-Sole circondato da sette pianeti, cioè il sistema copernicano. Come spiega il prof. Miziołek, «l'idea è quella di raccontare la storia in tre tappe: l'astronomia antica, da cui Copernico attinse molto; gli studi dell’astronomo in Italia; il processo di “assimilazione” delle sue teorie e la leggenda circa la sua storica scoperta».

L’esposizione romana è arricchita da suggestive proiezioni multimediali, realizzate da None Collective. La mostra è dedicata a Copernico quale uomo di scienza. Ma bisogna ricordare che questo geniale astronomo era anche un uomo di Chiesa, per tantissimi anni canonico della cattedrale di Frombork, nella regione polacca di Warmia. E nella basilica cattedrale dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, a Frombork, sono stati scoperti anche i suoi resti mortali.

La mostra è accompagnata da un opuscolo in italiano e inglese con testi di Jerzy Miziołek in collaborazione con Francesca Ceci. La Nuova Bussola ha intervistato quest’ultima (nella foto in basso, di W. Redzioch).

Dottoressa Ceci, in che cosa consiste l’eccezionalità di questa mostra?
Prima di tutto nell’eccezionalità del personaggio stesso di Copernico, astronomo e scienziato poliedrico polacco, che cambiò radicalmente la concezione del mondo e dell’uomo e della sua posizione nel mondo. Aprì la strada alla scienza moderna. Ambientare la mostra nella Roma antica, al Foro Romano, nel Parco archeologico del Colosseo, un luogo visitato da milioni di persone, permette a tutti questi visitatori di conoscere la figura di Copernico. E non tutti sanno, per esempio, che Copernico era polacco. Con l’italianizzazione del nome molti, anche le persone di una certa cultura, pensano che lui fosse italiano.

Com’è nata l’idea della mostra?
L’idea è nata durante un viaggio a Cracovia dove insieme con Alfonsina Russo, guidati dal prof. Miziołek, abbiamo potuto visitare l’Università Jagellonica e vedere il magnifico quadro di Jan Matejko che rappresenta Copernico. Dal museo della stessa Università proviene anche un bel quadro di Antoni Gramatyka, “Copernico nel suo studio”. Da Cracovia è stata portata la ricostruzione della vetrata disegnata da Wyspianski (andata perduta durante la guerra) realizzata dal maestro vetraio Piotr Ostrowski.

Alla mostra si vedono tanti oggetti antichi provenienti da vari musei italiani…
Questi oggetti che abbiamo portato dai musei italiani mostrano un percorso storico riguardante la concezione dell’universo, non soltanto scientifico ma anche filosofico. La mostra apre con un busto di Pitagora perché abbiamo voluto sottolineare l’influsso della dottrina pitagorica sulla concezione dell’universo da parte dell’uomo antico. Mostriamo il rapporto Sole-Apollo nell’antichità e tutto questo finisce a Roma con la rappresentazione delle immagini dei libri di divulgazione ottocenteschi realizzati dal francese Louis Figuier e dedicati a Copernico, dove si rappresenta l’astronomo che effettua la sua osservazione, avendo sullo sfondo il Colosseo. È la stessa scena che appare sulla copertina del libretto che abbiamo dedicato alla mostra.

Con la mostra romana le istituzioni organizzatrici, il Parco archeologico del Colosseo, l’Università di Varsavia, l’Università Jagellonica di Cracovia, l’Inaf, hanno voluto celebrare la grande figura dello scienziato polacco e l’amicizia italo-polacca legata appunto a Copernico.

Colpisce il fatto che siamo in un luogo, il Foro Romano, dove nel 1500 Copernico osservò un’eclissi di luna. E proprio qui si trovava la pietra miliare aurea, la colonna indicava il punto zero, il centro ideale di tutte le strade dell’Impero di Roma, cioè il centro del mondo conosciuto allora…
Copernico, invece di guardare per terra, guardava il cielo. I romani potevano considerare Roma l’ombelico del mondo e il centro dell’universo, ma guardando il cielo ci si rende conto della nostra finitezza.

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La mostra sarà aperta fino al 29 gennaio 2024. Il biglietto d’ingresso al Parco archeologico del Colosseo consente di visitare anche la stessa mostra, durante il normale orario di apertura.



L’ANNIVERSARIO

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18_02_2023 Massimo Scapin

Questa domenica ricorrono i 550 anni dalla nascita di Niccolò Copernico, matematico e canonico, noto per i suoi studi sul sistema eliocentrico. Dedicò la sua opera principale a papa Paolo III. Al grande astronomo e religioso è dedicata la sinfonia Copernicana, l’opera più grandiosa di Górecki.