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DELITTO KIM JONG-NAM

Gas VX, l'orrore chimico della Corea del Nord

Le due ragazze killer che hanno assassinato l’ex erede della dinastia comunista Kim della Corea del Nord, Kim Jong-nam, hanno lasciato una firma speciale e pericolosissima: il gas VX. Non un semplice veleno, dunque, ma un'arma di distruzione di massa.

Esteri 25_02_2017
Kim Jong-nam

Le due ragazze killer che hanno assassinato l’ex erede della dinastia comunista Kim della Corea del Nord, Kim Jong-nam, hanno lasciato una firma speciale e pericolosissima: il gas VX. E’ quella, infatti, l’arma del delitto utilizzata come fosse il veleno delle congiure rinascimentali italiane. Ma non è un “semplice” veleno. E’ un’arma di distruzione di massa. E il fatto che sia stato usato in un aeroporto internazionale, quello di Kuala Lumpur, Malaysia, getta un’ombra di inquietudine sul futuro della sicurezza, in Asia e non solo.

Se la notizia dell’uso di un agente nervino come il VX in un aeroporto affollato fosse giunta prima del 2004, oggi sarebbe in primo piano su tutti i quotidiani e certamente avrebbe posto in allarme anche l’amministrazione statunitense. L’attenzione per il pericolo delle armi di distruzione di massa si è invece notevolmente abbassata, dopo il vero e proprio trauma subito dall’intelligence statunitense (e quelle europee che l’avevano assecondata) col mancato ritrovamento degli arsenali chimici in Iraq. Oggi non fa notizia. E’ semplicemente un dettaglio in più nella trama di sangue e potere nella dinastia Kim, dell’ipotesi del fratello regnante Kim Jong-un che fa assassinare (con tutta probabilità è lui il mandante) il fratello rinnegato, esule e dissidente Kim Jong-nam.

L’uso di quell’arma trascende la semplice cronaca del delitto. Trasforma la questione in un evento di rilevanza strategica.  “Usando il gas VX in un aeroporto internazionale nel cuore dell’Asia, la Corea del Nord ha lanciato un chiaro messaggio a tutto il mondo: può colpire i suoi nemici ovunque – commenta Rohan Gunaratna, esperto di terrorismo di Singapore – Dimostra anche quale possa essere una risposta nordcoreana in caso di attacco al paese”. “L’uso del VX di cui si ha notizia ci ricorda non solo che la Corea del Nord costituisce un grave pericolo missilistico, ma è una seria minaccia asimmetrica, che include armi bio-chimiche, informatiche, tutto parte dell’arsenale di distruzione di massa del regime”, dichiara Duyeon Kim, analista sudcoreano.

Un potente gas nervino all’estero va letto anche nel quadro dell’escalation militare: 2 test nucleari e 20 lanci di missili balistici, il tutto in violazione delle risoluzioni Onu. E’ come se il regime di Pyongyang avesse voluto dire: le nostre testate nucleari sono ancora in fase sperimentale, ma quelle chimiche sono già pronte all’uso. Il VX è l’agente chimico più potente a disposizione degli arsenali militari contemporanei. Solo Russia e Stati Uniti ne dichiarano ufficialmente il possesso. Bastano 10 milligrammi di VX a contatto con la pelle per provocare la morte di una persona. E’ 100 volte più letale rispetto al sarin che, nel 1995, liberato nella metropolitana di Tokyo da una setta di fanatici, già provocò una strage con 12 morti e 6000 intossicati. Giusto per rendersi conto del pericolo, se le due killer di Kim Jong-nam avessero deciso di portare una maggiore quantità di VX con sé e di diffonderlo nell’impianto di areazione dell’aeroporto di Kuala Lumpur, avrebbero compiuto un attentato di mega-terrorismo con centinaia di vittime. Il VX, per chi lo usa, presenta anche il vantaggio di essere incolore e inodore, molto difficile da individuare. In questo caso, i terroristi possono averlo scelto rispetto ad altri tipi di veleni proprio perché garantisce il massimo della segretezza e bypassa i servizi di sicurezza. La Corea del Nord nega di avere un programma chimico e un arsenale di gas tossici, ma secondo l’Ong Nuclear Threat Initiative ne possiede dalle 2500 alle 5000 tonnellate.

Dettagli sul programma segreto nordcoreano erano stati rivelati nel 2015 da uno scienziato di Pyongyang che ha defezionato in Europa. Secondo questo testimone di prima mano, il regime avrebbe usato anche i prigionieri come cavie umane. L’assassinio di Kim Jong-nam potrebbe essere considerato come un ulteriore banco di prova delle nuove armi, stavolta fuori dai laboratori e dai gulag del regime degli orrori.