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La lingua arcobaleno

Il conservatorio di Bologna usa lo schwa

Il Conservatorio di Bologna ha usato lo schwa (ə) nelle graduatorie per gli studenti ammessi e non ammessi per il prossimo anno scolastico

Gender Watch 10_08_2023

Il conservatorio di Bologna ha usato lo schwa (ə) nella graduatorie per gli studenti ammessi e non ammessi per il prossimo anno scolastico. Il direttore Zarrelli: «Lo abbiamo inserito nel protocollo interno, presto sarà esteso a tutti i documenti».

L’intento è quello di essere inclusivi, ma si finisce solo per essere ridicoli. Questa lettera dell’alfabeto – prelevata a forza dall’Alfabeto Fonetico Internazionale – dovrebbe includere gli uomini, le donne e chi non si sente né l’uno né l’altro. Di fronte ad un sesso inesistente non si poteva che riciclare una lettera inventata per altri scopi.

Lo schwa fa parte della grammatica dell’ideologia che non riconosce il reale per quello che è, ma vorrebbe edificare su questo – dopo averlo smantellato – un nuovo mondo che necessita di nuove parole e nuove lettere per descriverlo.

Anche l’Accademia della Crusca, seppur compiacente verso le istanze del mondo LGBT, bocciò questa “e” capovolta e speculare (lettera che nella sua grafia rappresenta bene il rovesciamento di alcuni valori): «non dobbiamo cercare o pretendere di forzare la lingua – almeno nei suoi usi istituzionali, quelli propri dello standard che si insegna e si apprende a scuola – al servizio di un’ideologia, per quanto buona questa ci possa apparire. L’italiano ha due generi grammaticali, il maschile e il femminile, ma non il neutro».