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LO SPOT

Il crimine della bacchetta: Dolce e Gabbana rieducati

Dolce e Gabbana non sanno più come scusarsi, perfino in mandarino, per lo spot (simpatico) che ha offeso i cinesi. Sembra di essere tornati ai tempi e ai luoghi dei processi popolari delle guardie rosse con l’imputato che si autoaccusava di crimini contro la Cina maoista. Il loro video in cui promettono solennemente che non lo faranno mai più dice tutto.

Editoriali 24_11_2018
Le scuse di Dolce e Gabbana ai cinesi

A guardare lo spiritoso video c’è da chiedersi che cosa ci sia di male. Riassumendo per chi non ha voglia di andare a cercarlo su internet: la premiata ditta di alta moda Dolce&Gabbana doveva partecipare a un mega evento modaiolo a Shangai, una cosa davvero grossa, tanto da meritare il titolo di The Great Show. Ai creativi a cui la coppia miliardaria (1,3 miliardi di euro di fatturato nel solo 2018) si è affidata per il video pubblicitario è venuto in mente di coniugare l’Italy-style a quello cinese.

E fin qui nulla di strano, l’avrei fatto anch’io. Ora, che cosa c’è di più italiano di una pizza, un piatto di spaghetti e un cannolo (Dolce&Gabbana sono siciliani e molte delle loro creazioni si ispirano alla loro isola)? E che cosa c’è di più cinese di un paio di bacchette per mangiare? Ebbene, nel video c’è una modella cinese che cerca di afferrare, nell’ordine, una pizza, un piatto di spaghetti e un (enorme) cannolo con le bacchette. Ma, ovviamente, non ci riesce.

Tutto qui. Il video è stato postato su Weibo, il Facebook cinese, con una voce maschile fuori campo che, in cinese, diceva cose del tipo: «E’ troppo grande per te?», riferendosi al cannolone. Apriti cielo. Manco fossero integralisti pakistani, milioni di cinesi si sono indignati con Dolce&Gabbana: come si permettono di fare pesanti allusioni sessuali e, soprattutto, di denigrare le amate bacchette nazionali? Voi direte che questa reazione vi sembra esagerata e che quel video è al massimo goliardico. E avreste ragione, perché quando si tratta di moda e di accessori di moda (come profumi, per esempio) si vede di peggio (l’ultimo nato è un modello completamente nudo mostrato integralmente di dietro).

Avete presente il nuotatore che raggiunge lei sulla barca e lei gli infila subito una mano nelle mutande? Ma i cinesi si sono rivelati permalosissimi e si è scomodato perfino l’ufficio degli Affari Culturali cinese, che ha subito comminato all’incauto duo la sanzione massima: The Great Show è stato cancellato. Razzismo e sessismo, queste le accuse senza processo. Ora, il fatto è che senza le proteste nessuno si sarebbe accorto del (ma sì, scherzoso) video.

Invece, la canea latrante l’ha fatto diventare un caso planetario. Già, perché mezza Asia, anche importanti mercati come il Giappone e la Corea del Sud, mangiano con le bacchette. Si tenga presente una cosa che agli occidentali sfugge: la Cina ha da sempre una grande influenza culturale sull’Asia. Dalla Cina sono venuti, al Giappone e alla Corea, l’arte, la filosofia, la scrittura. Nel XVI secolo, ai missionari che cercavano di evangelizzare il Giappone, i giapponesi chiedevano come mai i cinesi non li avessero informati di quella nuova dottrina. Nel secolo seguente, la Corea si autoevangelizzò quanto scoprì che, grazie al gesuita Matteo Ricci, il cristianesimo era divenuto di moda alla corte di Pechino. Il fatto è che per Dolce&Gabbana la Cina rappresenta da sola un terzo del giro d’affari.

L’annuncio che tutti i prodotti firmati D&G sono stati ritirati dalle piattaforme e-commerce cinesi rappresenta per il magico duo un danno enorme. Non c’è niente di più effimero della moda ed è un settore nel quale basta uno starnuto imprevisto per far saltare tutto. Chi di effimero ferisce, di effimero perisce. A nulla è valso confezionare in fretta e furia un altro video in cui la modella cinese mangia con coltello e forchetta (detto fra noi, molto più agevoli delle ancestrali bacchette).

Niente, le proteste dilagano e hanno raggiunto anche le vetrine del negozio che D&G hanno nella prestigiosa via Montenapoleone a Milano. I due titolari del brand non sanno più come scusarsi, perfino in cinese, e sembra di essere tornati ai tempi e ai luoghi dei processi popolari delle guardie rosse con l’imputato che si autoaccusava di crimini contro la Cina maoista. Guardatevi il video compunto e mortificato in cui Domenico Dolce e Stefano Gabbana promettono solennemente che non lo faranno mai più.