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ANCORA AUGURI "CATTOMANI"

Il fascino del "Ramadan cattolico", diocesi in campo

Questo mese di maggio sta diventando sempre più il mese dedicato dalle diocesi al Ramadan. Dopo le prime segnalazioni altre si sono unite in auguri e momenti comuni nel segno del dialogo e dell'inclusione. Utilizzando come magna charta il documento di Abu Dhabi per sdoganare raduni interreligiosi già condannati dal Magistero. 

Ecclesia 17_05_2019

Non era difficile immaginare che l’infatuazione cattolica in occasione del Ramadan sarebbe diventata virale. Dopo le prime segnalazioni di auguri quando non addirittura cerimonie nelle stesse chiese o parrocchie, altre diocesi si sono unite in quella che ormai sembra diventata la moda primavera del mese di maggio 2019: il cattomanesimo, dalla crasi improbabile, ma sempre più cercata, di Cattolicesimo e Musulmanesimo.

Si sono così aggiunte all’ormai lunga lista anche altre modalità di intersezione – diciamo così - con le rispettive comunità islamiche.

A cominciare dall’ormai rodata diocesi di Pinerolo che ha deciso di festeggiare il Ramadan unendosi alla “Chiesa” valdese e affidandosi per le comunicazioni al Comune in un intreccio ambiguo di sacro e profano che non può che insospettire. “In occasione delle celebrazioni del Ramadan – dice l’articolo pubblicato sul sito del Comune -, le Chiese Cattolica e Valdese di Pinerolo aprono i loro spazi ai credenti di fede Musulmana permettendo loro di svolgere i riti in locali adeguati. La convivenza tra culture e religioni diverse è una ricchezza e il dialogo è la strada che la Città di Pinerolo e il Pinerolese stanno percorrendo.

Il comunicato prosegue dando al Ramadan lo scopo ambizioso di momento privilegiato per il dialogo tra le religioni. Della serie: fai il Ramadan ed entri come per incanto in dialogo con le altre fedi.

Ma ciò che più stupisce è proprio il fatto che debba essere la diocesi ad aprire i propri spazi a “credenti di fede Musulmana permettendo loro in tal modo di svolgere i riti in locali adeguati. La convivenza tra culture e religioni diverse è una ricchezza e il dialogo è la strada che la Città di Pinerolo e il Pinerolese stanno percorrendo”. Scritto e sottoscritto con la richiesta di “massima evidenza” in un comunicato congiunto firmato da sindaco, Derio Oliverio, il Pastore Valdese e la comunità islamica.

Il tutto nell’ottica dell’inclusione, dell’ecumenismo e della convivenza tra le culture per realizzare una “integrazione possibile”.

Parole vuote, ma molto impegnative, condite da quella che sta diventando la magna charta che sta giustificando questi incontri sincretici tra le fedi: la dichiarazione sulla fratellanza universale firmata da Papa Francesco ad Abu Dhabi. Un documento politico – scritto con un preciso intento politico - che improvvisamente però in questi casi viene utilizzato per improbabili raduni all’insegna del multireligionismo.

E’ andata così anche a Savona dove il vescovo Calogero Marino, nell’augurare un Ramadan fruttuoso agli islamici ha citato proprio il documento di Abu Dhabi. E così faranno a Siena, città di Santa Caterina, dove il documento sulla Fratellanza umana verrà analizzato in un evento comune che si svolgerà nella Basilica di San Francesco e che vedrà i saluti dell’arcivescovo Antonio Buoncristiani e dell’imam Abdel Qader. A parlare l’imam di Firenze Izzedin Elzir e Giuliano Savina, direttore dell’ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Cei.

A Ferrara poi, proseguendo con le segnalazioni, l’arcivescovo, rivolgendosi alla comunità islamica locale ha anche invitato “a dare delle risposte da credenti in Dio alle sfide che ci vengono lanciate”. Quali? Basti dire che una di queste è la ripartizione delle materie prime. Chissà che cosa avrà voluto dire? Forse dovremo chiedere all’Arabia un po’ del loro petrolio? Non ci andrebbe male male, a pensarci bene, ma è improbabile che sceicchi e califfi accetteranno.

Si procede così, con una buona dose di buoni sentimenti e del tutto ignorando che il Ramadan è profondamente diverso dal digiuno quaresimale cattolico dato che è completamente assente il concetto di penitenza.

Eppure qualcuno quasi cento anni fa aveva messo in guardia da questi esperimenti di commistione interreligiosa. Nella lettera encliclica Mortalium Animos, sulla difesa della verità rivelata da Gesù, Papa Pio XI ricordava che “Non possono certo ottenere l’approvazione dei cattolici tali tentativi fondati sulla falsa teoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni, (…) i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sono nell’inganno e nell’errore, ma ripudiano la vera religione depravandone il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e l’ateismo”.

E concludeva:A tali condizioni è chiaro che la Sede Apostolica non può in nessun modo partecipare alle loro riunioni (in quel caso si riferisce ai protestanti ndr.) e che in nessun modo i cattolici possono aderire o prestare aiuto a siffatti tentativi; se ciò facessero, darebbero autorità ad una falsa religione cristiana, assai lontana dall’unica Chiesa di Cristo”.

Così si esprimeva il Papa 100 anni fa. Oggi chi tra i vescovi sottoscriverebbe queste parole?