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OSTIA

Il prete barricadero non molla e scende in politica

Nonostante la contrarietà del codice di diritto canonico, e del vicario del Papa per la Diocesi di Roma, Vallini, don De Donno è sempre più intenzionato a candidarsi alle prossime elezioni per il X Municipio. Un passato barricadero tra gli occupanti e tanta politica di sinistra. Però la curia cerca di non strappare.

Politica 25_04_2017
Don De Donno

Don Franco De Donno conferma la sua candidatura alla presidenza del X Municipio di Roma, dove si tornerà al voto in autunno, dopo un anno e mezzo di commissariamento dovuto al coinvolgimento dell’ex presidente dem, Andrea Tassone, nello scandalo “Mafia capitale”.

La notizia, che ha messo in subbuglio il vicariato di Roma e ha diviso la comunità cattolica del litorale della capitale, si era diffusa già a fine febbraio scorso, quando il parroco di Santa Monica annunciò la volontà di impegnarsi in prima persona nella politica locale. “Non intendo cambiare vita, ma diventare presidente del X Municipio per tre anni e riconsegnare così un territorio più sano alla politica”, spiegò Don De Donno alla stampa.

Don Franco fu convocato immediatamente dal vescovo di settore di Roma sud, Paolo Lojudice, e dal cardinale Agostino Vallini, vicario di Papa Francesco per la diocesi di Roma, i quali hanno espresso in più di un’occasione la loro contrarietà alla sua candidatura, un rifiuto in linea con il codice del diritto canonico che afferma “è fatto divieto ai chierici di assumere uffici pubblici, che comportano una partecipazione all'esercizio del potere civile” (canone 285). I moniti del presule e del porporato riguardo ad un’eventuale rinuncia all’abito talare sono stati però rispediti al mittente dal prete di Ostia, che ha ribadito, anche in occasione dell’incontro al vicariato, la sua ferma volontà di andare avanti con il progetto politico. Il che la dice lunga su quanto, al giorno d’oggi, alcuni presbiteri percepiscono e coltivano l loro obbedienza.

Si arriva così a sabato scorso, che ha visto la prima riunione organizzativa della lista civica che sarà guidata dal sacerdote, ‘Laboratorio Civico X’. Don Franco era essente all’incontro, ma Diego Giannella, tra i principali animatori dell’iniziativa, ha confermato al ‘Il Messaggero’, che il parroco di Ostia sarà la “punta” di una coalizione fatta di giovani e tecnici.

Per il momento non sono in programma alleanze, ma il prete si è sempre distinto per la sua vicinanza agli ambienti di sinistra. Ne sono testimonianza l’aperto sostegno alle esperienze di governo del Pd del sindaco Veltroni e del presidente del municipio Orneli e i diversi episodi di conflitto con le forze di destra del litorale, come quando nel 2012 si rifiutò di benedire la targa in ricordo di un militante missino di Ostia ucciso negli anni ’70 e il recente sostegno alla marcia antifascista organizzata dall’associazione l’Alternativa Onlus nata nei locali di Santa Monica.

Particolarmente sensibile ai bisogni degli immigrati e dei rom, De Donno si è poi battuto per la costruzione di un villaggio (mai realizzato) di casette prefabbricate da assegnare alle persone presenti negli insediamenti abusivi nella pineta di Ostia.

Don De Donno è inoltre responsabile della Caritas locale, la cui mensa si trova nei locali dell’ex colonia Marina Vittorio Emanuale III, grande e storica struttura degli anni ’30, in buona parte occupata illegalmente da centinaia di migranti. La gestione di questi spazi è diventata fonte di forte contrasto con la sezione locale di Casa Pound che ne chiede lo sgombero.

Le polemiche tra il sacerdote e alcune realtà di Ostia si sono acuite da tre settimane a questa parte a seguito di due blitz delle forze dell’ordine nell’ex colonia. Ad inizio aprile un’irruzione all’alba nella Vittorio Emanuele ha portato all’identificazione di 150 “inquilini”, tutti stranieri, di cui addirittura 80 clandestini. Una settimana dopo la polizia è tornata per una perquisizione in cui sono state trovate 100 dosi di cocaina ed altrettante di hashish, sei le persone portate via per accertamenti. Non a caso la struttura è identificata come un fortino dello spaccio locale. Entrambi i recenti episodi hanno spinto Don Franco a schierarsi dalla parte degli occupanti chiedendo soluzioni abitative per tutte le persone censite prima di qualsiasi sgombero. L’Alternativa onlus, associazione da cui tra l’altro provengono molti militanti della nuova lista civica, ha organizzato una colazione solidale nel piazzale della colonia ed ha esposto striscioni in cui si chiede “di sgomberare la povertà e non i poveri”.

Le controverse battaglie del sacerdote stanno alimentando diverse perplessità anche tra i parrocchiani che hanno sempre apprezzato il suo impegno nel sociale. Fonti della Nuova BQ, riferiscono che il prete è determinatissimo, che non intende fare alcun passo indietro e che è convinto di avere i voti necessari per entrare in Municipio. D’altra parte le attività di una parrocchia di un popoloso quartiere romano sono una cassa di risonanza che non ha pari nella dinamiche locali. Dalla Curia prosegue un profilo di massimo riserbo e silenzio. Indiscrezioni riferiscono che non si voglia procedere né con una dispensa per la discesa in campo del parroco né con la riduzione allo stato laicale dello stesso. Sul tavolo l’ipotesi dell’auto sospensione per conciliare i due ruoli e per evitare imbarazzi che travalicano l’ambito di competenza del vicariato di Roma.