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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

LA LETTERA PASTORALE

Il vescovo Strickland e i principi non negoziabili

Scrivendo ai fedeli della sua diocesi, il vescovo di Tyler, Joseph Strickland, elenca sette punti della dottrina cattolica che nessun Sinodo potrà mai abolire o modificare. Ma se ciò avvenisse, un cattolico ha il dovere di resistere.

Dottrina sociale 29_08_2023

Gira molto in rete la Lettera pastorale del vescovo Joseph Strickland di Tyler (Texas) ai fedeli della sua diocesi. L’interesse si spiega col riferimento al prossimo Sinodo, dato che il vescovo sembra preparare i suoi fedeli alle stranezze che potrebbero lì venire approvate, attrezzandoli a come reagire. Egli elenca sette punti della dottrina cattolica che nessun Sinodo potrà mai abolire o riscrivere in modo diverso dalla tradizione e informa i suoi che, se dovessero venire approvati insegnamenti contrari, opporvisi non sarà per niente uno scisma ma un dovere cattolico.

Almeno tre di questi punti riguardano direttamente anche la Dottrina sociale della Chiesa:

«Il sacramento del matrimonio è istituito da Dio. Attraverso la Legge Naturale, Dio ha stabilito il matrimonio tra un uomo e una donna, fedeli l’uno all’altra per tutta la vita e aperti alla prole. L’umanità non ha il diritto o la vera capacità di ridefinire il matrimonio.

Ogni persona umana è creata a immagine e somiglianza di Dio, maschio o femmina, e tutte le persone dovrebbero essere aiutate a scoprire la loro vera identità di figli di Dio, e non sostenute nel tentativo disordinato di rifiutare la loro innegabile identità biologica e data da Dio.

L’attività sessuale al di fuori del matrimonio è sempre gravemente peccaminosa e non può essere condonata, benedetta o ritenuta ammissibile da alcuna autorità all’interno della Chiesa».

Questi tre punti richiamano la legge morale naturale, ossia il disegno di Dio sulla vita comunitaria degli uomini. Ricordano il matrimonio fonte della società, la fedeltà coniugale contro il divorzio, la famiglia naturale contro “le famiglie” finte, il diritto dei figli di nascere in questo contesto naturale e matrimoniale, il significato anche pubblico della sessualità e della procreazione, la centralità basilare della famiglia fondata sul matrimonio per la costruzione della società.

Ora, se non è un atto scismatico ma doveroso per un cattolico non seguire (anzi opporsi ad) eventuali insegnamenti ecclesiastici contrari a questi principi che dovessero emergere dal Sinodo, ugualmente è atto doveroso e non scismatico rifiutare questi insegnamenti di etica sociale e politica contrari alla Dottrina sociale della Chiesa, come ci viene proposto ormai da molto tempo da parte dei pastori. Per esempio, dire ad un transessuale: “continua così!”, oppure scrivere una lettera di compiacimento e incoraggiamento ad un gruppo che lavora per i diritti Lgbt. (Stefano Fontana)