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La basilica delle Crociate e del Santo Sepolcro

La chiesa del Santo Sepolcro a Barletta (Bari), secondo alcuni storici, deve la sua origine ad un periodo compreso tra l’XI e i XII secolo, antecedente la prima crociata. Se così fosse sarebbero stati i mercanti di Amalfi a voler intitolare la chiesa al Santo Sepolcro per gemellarla con l’omonima basilica di Terra Santa. 

Cultura 04_04_2015
L'interno della chiesa del Santo Sepolcro di Barletta

La città di Barletta godeva, un tempo, di una posizione strategica, essendo al crocevia di due importanti direttrici viarie, l’Adriatica e la Traiana, entrambe battute da pellegrini e crociati diretti a Gerusalemme. La sua basilica rappresentava, dunque, un imprescindibile meta di transito tanto che, al suo fianco, fu eretto in epoca medievale anche uno Spedale, non più esistente. 

Alcuni storici fanno risalire l’origine del complesso ad un periodo compresotra l’XI e i XII secolo, antecedente la prima crociata. Se così fosse sarebbero stati i mercanti di Amalfi a voler intitolare la chiesa al Santo Sepolcro per gemellarla con l’omonima basilica di Terra Santa. È certo che da allora subì profonde trasformazioni e ristrutturazioni. Anche solo il numero di campanili innalzati e poi abbattuti è, da questo punto di vista, significativo. Se ne contano tre, risalenti, rispettivamente, all’età aragonese, a quella, successiva, spagnola e all’epoca barocca. 

Sul fianco sinistro della chiesa si erge, sopra un piedistallo, il Colosso Eraclio simbolo della città. L’imponente, gigantesca, statua di bronzo, di fattura bizantina, sembra piuttosto da identificarsi con l’effigie dell’Imperatore Teodosio II, immortalato su commissione del genero Valentiniano II grato al suocero per avergli concesso il trono dell’Impero d’Oriente. Per accedere al tempio occorre scendere, rispetto al manto stradale, pochi gradini. Il prospetto principale è caratterizzato da un rivestimento in pietra facciavista nel livello inferiore, tripartito da paraste e lesene, su cui si apre, al centro, un semplice portale. La fascia superiore, intonacata, è sormontata da un timpano largo quanto la navata centrale. Lo spazio sacro, dalle severe forme cistercensi, è diviso in tre navate ciascuna delle quali confluisce in una propria abside. 

Un Crocefisso ligneo dell’XI secolo domina la zona centrale.  Il braccio trasversale del transetto conferisce all’edificio un impianto basilicale, orientato come nelle antiche chiese.  Tra la controfacciata e le navate si trova il nartece che in origine aveva la funzione di ospitare i catecumeni. Da qui una scala conduce ai matronei e ad ambienti del primo piano dove si conserva il celebre Tesoro. In seguito alla presa della città di San Giovanni d’Acri, detta anche Tolemaide, nel 1291, furono, infatti, qui poste in salvo alcune reliquie del Santo Sepolcro di Gerusalemme. 

Tra queste sono da annoverare alcune oreficerie sacre come la Croce Patriarcale contenente una reliquia del Sacro Legno, un Tabernacolo con Cristo in Maestà databile all’inizio del XIII secolo e un ostensorio gotico d’argento e cristallo di rocca del XII secolo.  Al culto della Croce sono correlate due importanti processioni, di antica tradizione, che da qui partono la sera del Venerdì Santo e quella del 14 Settembre. La chiesa del Santo Sepolcro fu elevata a Basilica minore da Pio XII nel 1951.