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L'INTERVISTA

La filosofia non è difficile: si inizia con l'Uomo ragno

"La buona filosofia la si trova dappertutto. A volte, per approfondire alcuni concetti con gli studenti, ho fatto scegliere a loro dei film da guardare e discutere insieme". Intervista a Fulvio di Blasi, autore di un libro per studenti sulla sapienza filosofica. Partendo da ciò che la realtà ancor oggi ci dice. 

Cultura 26_01_2018

Per spiegare che l’embrione è una persona occorre rifarsi all’ilemorfismo. Per confutare le teorie che sostengono la bontà morale della condizione omosessuale bisogna illustrare il teleologismo impresso nella forma predicamentale umana e il principio di proporzionalità. Per criticare la fecondazione artificiale è necessario riferirsi alla dignità personale derivante dalla natura razionale dell’uomo. Per spiegare l’esistente è imprescindibile esaminare il processo chiamato participatio. Sembra arabo, vero?

Eppure la verità su alcuni fatti e avvenimenti che toccano la nostra vita passa attraverso la spiegazioni di principi, processi e realtà che appaiono spesso alle nostre menti troppo complessi perché sono semplicemente profondi. Fulvio Di Blasi, Presidente della Thomas International University, scrivendo Saggezza antica e facezia tomista. Felicità e vita buona (Thomas International, 2017 ha voluto tradurre in termini più comprensibili alcune questioni assai difficili, indagate da Aristotele e Tommaso D’Aquino, come il fine ultimo, la trascendenza, la dignità della persona, il dovere morale, i mala in se, la libertà, la virtù, la giustizia, la coscienza, l’edonismo, l’utilitarismo, e molte altre. Lo ha fatto perché convinto, come una volta disse Einstein, che non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna. La Nuova BQ lo ha intervistato.

Lei ha scritto un libro su Aristotele e Tommaso D’Aquino. Ma a chi può interessare? Insomma, non sa che oggi a tenere banco sui media nazionali sono gli immigrati e le molestie sessuali dei produttori di Hollywood?
Beh, non ho mai inteso scrivere un libro per i media, nazionali o internazionali che siano, ma per gli amanti del sapere: per tutte le persone che si fanno domande profonde sulla vita e sul significato delle cose e che, ogni tanto, tra un’occupazione e l’altra, o tra un telegiornale e un quotidiano, trovano qualche minuto per leggere riflessioni di più ampio respiro.

Questo libro però è volutamente una via di mezzo tra i testi tecnici dell’antropologia e della filosofia morale e la vita quotidiana. Nei capitoli trovano spazio, non i fatti di cronaca come tali, ma i film, i romanzi o i fumetti che guardiamo o leggiamo tutte le settimane ma di cui spesso non capitalizziamo i potenziali significati. L’Uomo Ragno e Bill Murray possono rivelarsi ottimi insegnanti di filosofia morale. Gli elfi di Tolkien possono illuminarci la strada verso una comprensione più autentica del significato della vita umana. Questi riferimenti letterari non intendono banalizzare o diluire i significati filosofici. Al contrario, intendono renderne visibile in maniera simpatica l’ampiezza e la profondità.

Credo che tutti noi, seppur martellati dagli scandali e drammi della cronaca, o dalla frivolezza dei talk shows televisivi, aspiriamo a risposte più serie alle domande sulla vita e sul mondo, e le accogliamo con gioia, specialmente quando veicolate da un linguaggio diretto e piacevole, intriso dei contesti della nostra esperienza quotidiana. Come spiego nell’introduzione, questo libro nasce inizialmente dall’esigenza di offrire agli studenti di filosofia morale letture aggiuntive per aiutarli a mediare tra gli scritti più difficili e tecnici e la vita reale. Penso però che sia perfetto anche per chi non è più studente in senso proprio, e magari non ha tempo per dedicarsi a tomi lunghi e complessi, ma mantiene viva la passione, la carica, la sete per la conoscenza; e, perché no?, riesca a trovare qualche minuto alla settimana per imparare o re-imparare la filosofia in modo piacevole e perfino divertente.

Pubblicando libri come il suo, non si corre il rischio di fare archeologia filosofica? Un’operazione di nostalgici dei bei tempi che furono?
Non so che cosa sia l’archeologia filosofica. Mi viene in mente la trama di Jurassic Park. Gli archeologi ritrovano alcune zanzare preistoriche con dentro residui di sangue di dinosauri, e gli scienziati riescono ad estrarre il DNA da quel sangue e ricostruire sequenze con cui clonare nuovi dinosauri. Lasciamo stare se sia possibile o meno. Ma, se lo fosse, sarebbe archeologia scientifica o, semplicemente, l’opera di alcuni archeologi che, facendo il loro lavoro, consentono agli scienziati di fare altrettanto? La filosofia non è paragonabile all’archeologia come non lo è la scienza. La filosofia ricerca ed esprime verità razionali che, se sono valide, non dipendono da un certo periodo storico ma lo trascendono. Aristotele, ad esempio, circa 2300 anni fa ha distinto per la prima volta in maniera precisa la conoscenza sensibile da quella intellettuale, e questa distinzione è ancora oggi viva e vegeta non perché ci sono buoni archeologi ma perché la verità che esprime è giustamente entrata a far parte del nostro bagaglio di conoscenze sia scientifiche che di senso comune. Lo stesso si potrebbe dire del concetto di persona, che è stato scoperto e sviluppato dal Cristianesimo dei primi secoli, e di tanti altri concetti.

Come ha fatto a rendere potabile al grande pubblico concetti ostici quali la trascendenza, i mala in se e l’edonismo?
Divertendomi il più possibile a parlarne con amici di tutte le età, specialmente online, e mettendo a volte in calendario qualche film da vedere e discutere con gli studenti. Se si vogliono testare alcune verità filosofiche o la propria capacità di parlarne, non c’è niente di meglio che cercare di farlo con le persone più varie, meglio se non hanno alcun bagaglio concettuale filosofico previo. Se lo stesso concetto filosofico ha senso sia per l’amico con la quinta elementare che per il dottore di ricerca, allora significa che lo si è capito sul serio e si è in grado di spiegarlo a chiunque.

La buona filosofia la si trova dappertutto. A volte, per approfondire alcuni concetti con gli studenti, ho fatto scegliere a loro dei film da guardare e discutere insieme. Dovevano scegliere però quelli che gli piacevano di più, non quelli che pensavano avessero maggiori contenuti filosofici. La mia idea era di sfruttare i loro film preferiti in modo che avessero un interesse più alto a discuterne. L’interesse è fondamentale. Ricordo uno studente che sosteneva di non avere memoria, ma che era in grado di recitare le formazioni e i risultati di un numero imprecisato di mondiali di calcio, inclusi i minuti di ogni gol segnato da ogni giocatore. Per uno studente così la filosofia deve partire dal calcio. Per altri dovrà partire dal Signore degli Anelli. Per altri ancora dall’Uomo Ragno.

In realtà, ho in preparazione diversi altri libri sullo stile di Saggezza antica e facezia tomista. Altri due sono già virtualmente completi (sia in italiano che in inglese perché ormai li scrivo tutti in doppia lingua visto che la maggior parte dei miei lettori è americana). Ho deciso tempo fa che avrei provato a sviluppare letture di questo tipo parallelamente alle mie ricerche più scientifiche, in modo da testarle e renderle più digeribili. E siccome sono da tempo impegnato in un’opera critica in più volumi su Tommaso d’Aquino, avrò modo di continuare a divertirmi parecchio con tanti altri amici, film e romanzi. 

Come rispondono i suoi studenti a questo approccio un po’ fuori dagli schemi?
Benissimo. Avvertono più vicini sia il loro professore che gli scritti dei filosofi che devono studiare. Capiscono anche che la filosofia è davvero utile e rende la vita più bella e affascinante. Uno studente, di recente, dopo alcune discussioni, si è letto Il Signore degli Anelli ed si è iscritto a un corso di latino per poter studiare meglio San Tommaso. Potrete non crederci, ma c’è stata perfetta continuità tra queste due decisioni. Per la mia esperienza, quando riesco a divertirmi con alcuni studenti e parlare insieme con trasporto di alcuni film o romanzi, so che studieranno con entusiasmo gli scritti di filosofia che gli darò da leggere. Ho così tanti aneddoti in proposito. Il segreto è divertirsi sul serio. Provare per credere!