Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

MEDITERRANEO

Macron si aggiudica la Libia E l'Italia è esclusa

Non è ancora una notizia ufficiale, ma i media arabi la danno per certa: sarà Macron a ospitare a Parigi un vertice fra i capi delle due principali fazioni della guerra civile libica: il premier Serraj e il generale Haftar. Probabilmente non verranno ottenuti risultati immediati, ma intanto Parigi vanterà il primato di aver riunito i vertici delle due parti in guerra. Mentre all'Italia è finora riservato un ruolo di gregario. Per mancanza di coraggio del nostro governo, soprattutto.

Esteri 23_07_2017
Macron

L’attivissimo presidente francese Emmanuel Macron non perde tempo e gioca le sue carte anche sul fronte libico. Il primo ministro tripolino Fayez Al-Serraj e il generale Khalifa Haftar, capo militare delle forze che rispondono al governo laico di Tobruk che controlla gran parte del territorio di Cirenaica e Fezzan, si incontreranno a Parigi a quanto pare martedì 25 luglio.

Lo hanno riferito fonti diplomatiche citate dal quotidiano panarabo Al-Hayat. Oltre alla Francia a sostenere il summit per la pace in Libia sono anche l'Egitto e gli Emirati Arabi Uniti, sponsor del generale Haftar ma anche paesi strettamente legati a Parigi da intese politiche e militari. La settimana scorsa, Macron si era detto deciso a intraprendere azioni diplomatiche "concrete" per favorire un negoziato in Libia di cui forse aveva discusso il 14 luglio anche con il presidente statunitense Donald Trump.

Pur mancando conferme ufficiali, l'incontro viene dato per certo dai media sauditi e costituirebbe il seguito del faccia a faccia tenutosi ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti) il 2 maggio che però produsse una foto senza stretta di mano e dichiarazioni separate. Il giornale al- Hayat ha sottolineato che il vertice si terrà dopo le vittorie delle forze armate di Haftar a Bengasi, nel Fezzan e nella Tripolitania meridionale contro le milizie jihadiste e quelle vicine a Sarraj. Molti analisti escludono che dal summit di Parigi possano emergere iniziative decisive per risolvere la crisi libica considerando che il progetto di al-Sarraj di tenere elezioni l’anno prossimo è stato bruscamente cassato dal governo e dal parlamento di Tobruk.

Mattia Toaldo, analista dell'European Council on Foreign Relations (Ecfr) di Londra ritiene difficile che “al-Sarraj possa assumersi impegni a nome anche degli altri soggetti che nominalmente lo sostengono" come le "milizie di Tripoli e di Misurata" ricordando che "già dopo il vertice di Abu Dhabi" a "mediazione emiratina" il premier "dovette fare marcia indietro per evitare la rivolta delle milizie che controllano la capitale. 

Se Macron non deve aspettarsi risultati concreti eclatanti dal summit libico che ha messo a punto, potrà però vantare il primato di Parigi nell’accogliere i due leader rivali libici mentre l’Italia, che sulla Libia dovrebbe avere la massima influenza, ha organizzato a Roma incontri a ben più basso livello con leader tribali e si daci della Tripolitania e Fezzan. Nessun commento è giunto dal governo italiano o dalla Farnesina, un silenzio interpretato da molti come la conferma che Macron non aveva infirmato Roma della sua iniziativa.

Scatenata invece l’opposizione che evidenzia come "nel vuoto di potere lasciato dall'inerzia del governo italiano nello scenario libico trova gioco facile a inserirsi il più determinato e risoluto Macron”. Lo hanno detto in una nota congiunta Paolo Romani, presidente dei senatori di Forza Italia, e Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. "Nonostante i ripetuti appelli da parte dei Paesi occidentali, europei e non, l'Italia - incalzano gli azzurri - si tira indietro di fatto dal ruolo guida della risoluzione della crisi in Libia, perdendo così ancora una volta l'occasione di ricostruire un proprio protagonismo sullo scacchiere internazionale, o almeno mediterraneo. Per di più la mancanza di iniziativa dell'esecutivo Gentiloni comporta l'incapacità di fare il punto sull'emergenza immigrazione, di cui affrontiamo da soli tutti gli effetti sociali ed economici legati all'accoglienza.

L'interventismo francese già una volta in territorio libico ha prodotto conseguenze nefaste di cui ancora oggi è l'Italia a sopportarne l'impatto: ma in questo caso non possiamo che dare la colpa alla mancanza di iniziativa, e forse anche di coraggio, di un governo che non solo abdica al proprio ruolo internazionale, ma anche a quello tutto nazionale della difesa degli interessi italiani e della sicurezza del territorio e dei suoi cittadini".

Al di là del dibattuto politico interno che vede il governo italiano in difficoltà su tutti i fronti, dalla Libia ai partner della Ue, resta la considerazione che Parigi punta ancora a mettere le mani sulla nostra ex colonia dopo aver provocato insieme a USA e Gran Bretagna la caduta del regime di Muammar Gheddafi che è stata causa del disastro libico degli ultimi sei anni.