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STRANE MORALI

Montalbano si improvvisa teologo. Ma non è il solo...

Agrigento ha nei giorni scorsi ospitato il XXV Congresso nazionale dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (in sigla, Atism). I lavori sono stati introdotti da Andrea Camilleri, lo scrittore comunista inventore del commissario Montalbano. E non è stata l'unica stranezza. 

Ecclesia 22_07_2014
Andrea Camilleri

L’antico poeta greco Pindaro la definiva «la più bella città dei mortali» e ne aveva motivo. Agrigento ai suoi tempi si chiamava Akragas, era una delle perle della Magna Grecia, i suoi atleti vincevano le Olimpiadi, per le sue strade passeggiava Empedocle e quando Roma non era stata ancora fondata era già in decadenza. Ancora oggi il suo grande passato fa la gioia dei turisti che visitano la Valle dei Templi o la città in cui il mandorlo fiorisce prima che altrove imbiancandola di fiori. Posta su una rupe, da ogni suo punto si vede il Mediterraneo. Il clima è stupendo. Io, che ci sono nato, comprai il mio primo cappotto quando venni al Nord. 

Agrigento ha un altro singolare primato: una concentrazione di scrittori in lingua italiana che, data la sua collocazione geografica all’estremo Sud, non può non stupire. Parlo di Leonardo Sciascia, Luigi Pirandello (che fu pure Premio Nobel), il bestellerista fisso Andrea Camilleri (tra i pochissimi viventi omaggiato di un Meridiano Mondadori). E infine, parvus et idiota, il sottoscritto. Dunque, non stupisce che Agrigento sia stata scelta come sede del XXV Congresso nazionale dell’Associazione Teologica Italiana per lo Studio della Morale (in sigla, Atism). E già, il posto è incantevole, il cibo è eccezionale, hai voglia di moraleggiare accademicamente. La tre giorni di dibattiti, apertasi il 2 luglio scorso, ha avuto come tema: «La dimensione ecclesiale della morale tra Magistero e sensus fidelium». Che, tradotto, significa: il sensus fidei del popolo e il magistero sono in sintonia? Insomma, il pensiero dei fedeli e le indicazioni ufficiali della Chiesa viaggiano sullo stesso binario? O no? Meglio: non più? 

Come si vede, si tratta di un argomento spinoso, di quelli da trattare con somma delicatezza e guanti di velluto. A questo punto, però, uno si potrebbe chiedere: ma allora che c’entra Montalbano? Sì, perché i lavori sono stati introdotti da Andrea Camilleri, padre del famoso commissario a cui spesso girano i cabbasisi. Voi direte: vabbe’, è agrigentino, era già lì. Solo che di solito, a quanto si sa, abita a Roma. Per giunta, non si vede che cosa c’entri lui con quell’augusto consesso di moralisti. In una vecchia intervista il nostro Scrittore Nazionale si vantava di aver preso la tessera del Pci nel lontano 1943, giusto un attimo dopo la caduta del fascismo. E non risulta che si sia mai occupato, neppure di sbieco, di tematiche religiose. Alle ultime elezioni europee fu uno dei padri nobili della Lista Tsipras, che raccoglie tutto quel che si trova a sinistra del Pd. Poi si dimise in polemica con la presenza di Casarini, il no global più volte condannato per manifestazioni di piazza. 

Insomma, un testimonial più acconcio potevano sceglierselo, quelli dell’Atism. Che ad Agrigento erano addirittura in cento, provenienti da tutte le facoltà italiane. Leggo su aleteia.org del 4 luglio che tra i relatori c’erano personalità di prestigio come Serena Noceti, vicepresidente nazionale dell’Associazione Teologica Italiana, Rosario La Delfa, preside della Facoltà teologica di Sicilia, Francesco Compagnoni, docente emerito di teologia morale all’Angelicum, Sergio Bastianel, presidente nazionale dell’Atism. C’era pure il direttore del Seminar Für Moraltheologie di Münster. Interessante è quanto ha dichiarato, in un’intervista a Gelsomino Del Guercio, il segretario dell’Atism, Leone Salvino, docente di teologia morale alla Facoltà Teologica di Sicilia nonché di Medicina Sociale e Bioetica al Corso di laurea in Servizio Sociale della Lumsa. Ha ammesso che «il senso comune dei fedeli non sempre è in sintonia con il magistero della Chiesa e questo lo vediamo su temi come contraccezione, matrimonio omosessuale, divorzio». 

In effetti, ciò non si può negare, anche se bisognerebbe andare a vedere i numeri effettivi. Salvino ammette anche che «Il sensus fidelium attualmente ha poca influenza sulle scelte della Chiesa». E meno male, diciamo noi. Sì, perché se i fedeli hanno strane idee su contraccezione, matrimonio omosessuale e divorzio i pastori dovrebbero rimboccarsi le maniche e, appunto, «rievangelizzare». Cioè: i fedeli, plagiati dalla pressione culturale moderna, devono essere convinti a ritornare all’ovile. Diceva, infatti, Gesù che «la verità vi farà liberi». Liberi proprio dall’ideologia del tempo in cui vivrete. Purtroppo la verità non è democratica e non si può sottoporre a referendum (sennò, che verità sarebbe?). Invece l’intervistato dice all’intervistatore che il Beato cardinale Newman «sosteneva che i fedeli in materia di dottrina dovrebbero essere sempre consultati dal magistero». Certo, una citazione a memoria in un’intervista è sempre cosa isolata dal contesto e uno si deve fidare di chi cita. 

Ma che «il magistero» debba sempre consultare i fedeli «in materia di dottrina» ci lascia come minimo perplessi. Al contrario, l’intervistato pare contento e addita al proposito il famoso questionario diramato dal Vaticano a tutte le conferenze episcopali sulla vexata quaestio della comunione ai divorziati. Quel questionario, da sottoporre ai fedeli, doveva, come si ricorderà, restare riservato, invece due o tre Conferenze episcopali l’avevano allegramente divulgato. Per giunta, qualcuno ha fatto osservare che al questionario avevano risposto soprattutto i direttamente interessati al problema, cosa che magari ha un pochino falsato i risultati. Niente, l’intervistato rimane contento: «In questo modo si è ritornati ad una grande consultazione in cui la Chiesa deve prendere posizione anche sulla base dell'umore dei fedeli». Certo, però, che la Chiesa sarebbe in controtendenza, dal momento che, ormai, neanche i politici tengono conto dell’«umore» dei votanti ma solo di quello delle lobby danarose. E ciò in tutto l’Occidente. 

Macché. Il questionario di cui sopra «è un segnale di rinnovamento ed evoluzione, che riprende tra l'altro un'antica tradizione della Chiesa: quella di ascoltare i fedeli prima di prendere decisioni importanti e radicali». Se non ricordiamo male, la Chiesa ascoltava i fedeli prima di decidere sulla santità di uno (vox populi, vox Dei) o di bandire una crociata contro l’infedele o l’eretico. O prima di proclamare un nuovo dogma (e in quest’ultimo caso ci metteva secoli). Oggi come oggi il focus è la morale sessuale. Un tema terra terra, che semmai dimostra a che livello siamo arrivati. Domanda: e se una vasta consultazione evidenziasse che i fedeli di oggi semplicemente disattendono il magistero della Chiesa? Se, cioè, non fossero più fedeli? La Chiesa dovrebbe scegliere: o dire, come Gesù agli Apostoli, «volete andarvene anche voi?», o fare, per esempio, come gli anglicani. Che, a furia di seguire gli umori dei loro fedeli, sono rimasti in tre.