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CONVERSIONI

Nasce l'Ordinariato per gli ex episcopaliani USA

Dal 1° gennaio esiste anche la
"casa comune" per chi torna a Roma dall'anglicanesimo d'Oltreoceano.
Le conversioni si moltiplicano.

Attualità 02_01_2012
Lo stemma degli ex anglicani

 

Da ieri, 1° gennaio 2012, primo giorno del nuovo anno, anche gli ex episcopaliani degli Stati Uniti d’America che hanno scelto la conversione al cattolicesimo e quindi la riunione con la Santa Sede posseggono  una “casa comune”, preziosa, e bella, e importante quanto quella di cui già dispongo gli ex anglicani delle Isole Britanniche che li hanno preceduti sul medesimo cammino.

Quando, un anno fa, il 15 gennaio 2011, prese finalmente avvio l’Ordinariato di Nostra Signora di Walsingham, istituito presso al Conferenza episcopale cattolica d’Inghilterra e Galles per dare carne e sangue a quanto stabilito dalla costituzione apostolica Anglicanorum coetibus, promulgata da Papa Benedetto XVI nel novembre 2009, un lento ma continuo, e anche numericamente significativo, flusso di conversioni cominciò a raggiungere Roma. E non solo in Inghilterra e in Galles, ma anche nel resto dell’ecumene anglofono e delle province della Comunione Anglicana, auspicando sempre la pronta istituzioni di strutture analoghe a Walsingham.

Negli Stati Uniti, l’Ordinariato per gli ex episcopaliani risponde ora con realismo alla forte situazione di crisi in cui da tempo versa quella denominazione (come del resto tutto il mondo anglicano), divisa fra quella che molti, proprio dall’interno di quell’obbedienza, giudicano una vera apostasia e la speculare speranza di potere invece rinnovare il senso della propria fede.

Del resto, assai spesso le conversioni al cattolicesimo sono occasionate dal più completo tralignamento delle autorità delle Chiese aderenti alla Comunione Anglicana su questioni decisive di morale e di fede, legate non di rado ai “princìpi non negoziabili”.

Come già fu per il beato John Henry Newman (1801-1890), come già è stato per migliaia di ex anglicani, come già è stato per la storia che ha portato a Walsingham, l’unico modo sincero per ricuperare la fede anglicana si dimostra così la conversione al cattolicesimo. Anche perché, come già accade per Walsingham, e come con saggezza e carità prevede esplicitamente l’Anglicanorum coetibus, agli ex viene consentita la conservazione della propria liturgia (che tradizionalmente è l’ultimo ostacolo al ritorno degli scismatici nella piena comunione con Roma, una volta che questioni dottrinali, teologiche e disciplinari siano state risolte).

L’Ordinariato per gli ex episcopaliani statunitensi appena eretto è posto sotto l’autorità del cardinal Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington. A lui spetta il compito d’incorporare uno per uno nel cattolicesimo i fedeli e i presuli già professanti la fede anglicana. Il delegato ecclesiastico della Conferenza episcopale statunitense incaricato del processo di ammissione nella Chiesa cattolica degli ex membri del clero episcopaliano che abbiano contratto matrimonio è il vescovo di Fort Worth, in Texas, mons. Kevin William Vann, in collaborazione con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Dal 1981 esiste infatti  la possibilità che l’incaricato della Chiesa cattolica emetta una pastoral provision speciale che consenta l’ammissione al sacerdozio cattolico di ex pastori episcopaliani statunitensi sposati: si tratta comunque di una eccezione che non muta il pensiero della Chiesa cattolica sul celibato sacerdotale, che resta la norma per i futuri candidati al sacerdozio provenienti dal novero degli ex episcopaliani.

È stato lo stesso cardinale Wuerl, a metà novembre, a indicare in circa 2mila unità gli ex episcopaliani che per primi entrano ora nell’Ordinariato. E 67 sono i ministri di culto che hanno chiesto di poter divenire sacerdoti cattolici. Insomma, quel fiume in piena che ha cominciato a correre veloce una volta che l’Anglicanorum coetibus ha levato gli ultimi sbarramenti a una questione annosa e delicata non accenna a chetarsi, e il modello dell’Ordinariato inglese si fa sempre più contagioso. Che altro dire, allora, se non “una, cento, mille Walsingham”?