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Corte suprema

Nepal, verso le "nozze" gay

La Corte Suprema del Nepal ha chiesto al Parlamento di legittimare le "nozze" gay. Nel frattempo i tribunali rigettano ogni richiesta.

Gender Watch 14_10_2023

La Corte Suprema del Nepal a maggio si era espressa così in merito al riconoscimento di un “matrimonio” gay avvenuto all’estero: «Se un cittadino straniero che afferma di essere sposato con un cittadino nepalese presenta un certificato di registrazione del matrimonio e il cittadino nepalese conferma il matrimonio, il governo deve esaminare le leggi sul riconoscimento delle relazioni tra persone dello stesso sesso. Sosteniamo che sia un diritto intrinseco di un adulto avere rapporti con un altro adulto con il suo libero consenso e secondo la sua volontà». In breve, la Corte Suprema chiedeva che il Parlamento legiferasse sulla materia, ma ciò non è ancora avvenuto.

Nel frattempo e giustamente dato che non c’è ancora una legge a tal proposito i tribunali rigettano le richieste di riconoscimento delle unioni avvenute all’estero. L’ultimo caso riguarda Maya Gurung e Surendra Pandey. Il primo è un transessuale che non ha ancora cambiato nome all’anagrafe. Dunque la loro unione risulta essere tra due persone dello stesso sesso e quindi i tribunali correttamente non possono registrare il loro “matrimonio” celebrato fuori dai confini nepalesi.

Ma ormai il processo è avviato e quindi prima o poi anche il Nepal vedrà il riconoscimento giuridico delle unioni omosessuali.