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IL CONCISTORO

Nuovi cardinali, la squadra del Conclave è al completo

Il prossimo 29 giugno Francesco creerà altri 14 cardinali di cui 11 elettori. Con questa infornata di porpore si supera anche il tetto dei 120 elettori fissato da Paolo VI: al 29 giugno saranno ben 125 i cardinali da conclave. Tra le new entry Sako, Becciu, Ladaria e molti dalle cosiddette periferie. 

Ecclesia 21_05_2018

Era nell’aria l’annuncio di Papa Francesco di un concistoro per la creazione di nuovi cardinali, visto che da giugno prossimo il numero degli elettori in conclave sarebbe sceso a 114 rispetto ai canonici 120. Qualcuno però cominciava a dubitare che la data avrebbe potuto essere quella del 29 giugno, giorno dei santi Pietro e Paolo, perché i tempi cominciavano a stringere, molto più probabile che si sarebbe andati a dopo il Sinodo sui giovani in ottobre. Invece, al termine del Regina coeli di ieri Francesco ha stupito ancora una volta tutti, compresi i nuovi cardinali che, come già accaduto per altri concistori di Bergoglio, non ne sapevano nulla. Il prossimo 29 giugno Francesco creerà altri 14 cardinali di cui 11 elettori e 3 tre cardinali oltre gli 80 anni per i loro meriti nel servizio alla Chiesa.

I NUMERI
È il quinto concistoro per la creazione di nuovi cardinali di Papa Francesco in cinque anni di pontificato; con questa infornata di porpore si supera anche il tetto dei 120 elettori fissato da Paolo VI, in quanto al 29 giugno saranno ben 125 i cardinali da conclave. 59 cardinali elettori risulteranno creati da Francesco che così avrà nominato oltre il 47% delle porpore che possono accedere all’elezioni di un nuovo Papa, resteranno 46 i cardinali creati da Benedetto XVI e 20 quelli di Giovanni Paolo II. Dei 125 elettori, 53 saranno europei, 17 dall’America del Nord, 5 dall’America centrale, 13 dall’America del Sud, 16 dall’Africa, 17 dall’Asia e 4 dall’Oceania. I cardinali non elettori, che hanno superato gli 80 anni di età, al 29 giugno saranno, invece, 102, così il totale del collegio cardinalizio sarà di 227 porpore.

I NUOVI CARDINALI ELETTORI
«Davvero il Papa mi ha nominato cardinale? Ma nessuno me lo ha chiesto!». Ha risposto così, manifestando tutta la sua sorpresa, il patriarca dei Caldei, monsignor Raphaël Louis I Sako, che ha saputo della scelta di Francesco da una telefonata dell'Editrice missionaria italiana (Emi). «Questa nomina», ha aggiunto, «non è per me, ma per la chiesa caldea, per la chiesa in Iraq e per l'Iraq». Monsignor Sako è il primo della lista di 14 nuove porpore annunciata ieri da Francesco, Patriarca di Babilonia dei Caldei dal 2013, da sacerdote ha operato a lungo a Mossul e poi come vescovo ha lavorato per aiutare i tanti profughi cristiani costretti a fuggire dalla furia dell’Isis nella piana di Ninive. Nella lista seguono due nuove porpore abbastanza attese, quella del prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, lo spagnolo Louis Ladaria Ferrer, e il vicario generale di Roma, monsignor Angelo De Donatis, che hanno rispettivamente sostituito nel ruolo due cardinali, Gerhard Muller, destituito dall’incarico di prefetto da Francesco nel luglio 2017, e Agostino Vallini, ritirato per limiti di età nel maggio 2017.

Subito di seguito due nomine piuttosto a sorpresa, la prima è quella del Sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, che dovrebbe essere il prossimo prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, visto che a giugno il cardinale Angelo Amato compirà 80 anni. A sorpresa anche la porpora per il vescovo elemosiniere Konrad Kraiewski, polacco di 55 anni, considerato il braccio della carità del Papa, è stato molto attivo a Roma con una serie di iniziative per clochard e profughi immigrati.

Diventa cardinale il vescovo portoghese di Leira-Fatima, monsignor Antonio dos Santos Marto, che l’anno scorso ha condotto le manifestazioni per il centenario della apparizioni mariane di Fatima. E, altra grande sorpresa, avrà la porpora il vescovo italiano de L’Aquila, monsignor Giuseppe Petrocchi, mostrando ancora una volta la totale deregulation messa in atto da Francesco che nella scelta predilige le periferie e i suoi criteri personali rispetto alla tradizione. Infatti, non nomina cardinale il vescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, alla guida di una delle più grandi diocesi del mondo, e lascia da tempo senza porpora alcune diocesi che hanno quasi sempre avuto cardinali alla guida, ad esempio Torino, Venezia e Bologna. 

Poi ci sono un africano, monsignor Desiré Tsarahazana, arcivescovo di Toamasina (Madagascar); un giapponese, monsignor Thomas Aquinas Manyo, arcivescovo di Osaka; e un peruviano, monsignor Pedro Barreto, gesuita che vanta una vecchia amicizia con papa Bergoglio, oggi arcivescovo di Huancayo e recentemente nominato nel consiglio presinodale dell’assemblea Panamazzonica (quella in cui sono allo studio i cosiddetti viri probati, uomini sposati di provata fede che potrebbero essere ammessi al sacerdozio).

Significativa la nomina di monsignor Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi e presidente della Conferenza Episcopale Pakistana. La realtà dei cristiani in Pakistan non è semplice, è la terra del martirio del ministro cattolico Shahbaz Bhatti e della assurda prigionia di Asia Bibi condannata a morte per blasfemia.

TRE NUOVE PORPORE ULTRAOTTANTENNI
Tre nuovi cardinali non entreranno in un eventuale conclave perché hanno superato gli 80 anni, e sono monsignor Sergio Obeso Rivera, arcivescovo emerito messicano; monsignor Toribio Ticona Porco, prelato emerito di Corocoro (Bolivia), che fu missionario tra i minatori e nelle campagne, fino a svolgere l’incarico politico di sindaco nella città di Chacarilla, anche lui vanta una vecchia amicizia con Papa Bergoglio; e padre Aquilino Bocos Merino, dei missionari clarettiani, l'unico non vescovo tra le nomine annunciate ieri al Regina coeli dal Papa.