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ELEZIONI

Partiti islamici in Francia e Germania, avvisaglie del futuro

In Francia, per le elezioni europee, si è presentato un partito islamico, l'Udmf, che accoglie le istanze di islamizzazione e lotta all'islamofobia. La percentuale è irrisoria su scala nazionale, ma il partito si prepara a conquistare interi comuni. Un partito analogo, il Big, in Germania, prende la maggioranza a Marxloh (Duisburg)

Libertà religiosa 06_06_2019
Naguib Azergui (Udmf)

"Siete stati tra i 28.448 ad esprimervi su tutto il territorio nazionale, superando così, in alcuni casi, le liste anti-musulmane [...]". È con queste parole che Nagib Azergui (nella foto, ndr), a capo della lista  dell'Unione dei democratici musulmani francesi (UDMF), si è congratulato con i suoi elettori dopo la tornata del 26 maggio.

L'UDMF è un partito politico francese, fondato nel 2012 con l'ambizione di riunire i musulmani di Francia, e a tale scopo ha presentato il simbolo in diverse elezioni locali e nazionali dal 2014. Un partito che rivendica l'antimperialismo, l'antisionismo e l'anticolonialismo. Ovunque pubblicizza le circoscrizioni dove è stata messa una bandierina, foss'anche per non eleggere nessuno, ma per ricordare che intanto il partito è stato messo su. Il suo presidente, Nagib Azergui, colloca l'UDMF nell'ala sinistra della scacchiera politica, quella legata, dice, al "valore del lavoro" e alla famiglia. Il guru francese della politica e dei risultati elettorali, il giornalista Laurent de Boissieu, descrive l'Unione dei democratici musulmani francesi come un partito "islamista". E quando alle elezioni europee l'UDMF ha presentato la lista guidata da Nagib Azergui, non si aspettava di portare a casa lo 0,13% dei voti in Europa. Una percentuale che ad alcuni farà sorridere, un po' meno se si analizzano i risultati per quartiere o per città. La Francia è al cospetto di percentuali politiche sorprendenti per il partito dei musulmani. Nel dipartimento di Yvelines, nella regione dell'Île-de-France, zona Versailles per intenderci, l'UDMF se l'è giocata con i partiti tradizionali. Nel quartiere di Val-Fourre a Mantes-la-Jolie, il partito guidato da Najib Azergui è arrivato al 16,74%, in tutta la città a scegliere la sua lista è stato il 6,77%. A Val-Fourre ci sono 20.000 abitanti e i musulmani di origine maghrebina sono tantissimi. 
Un ottimo punto di partenza per le elezioni municipali del 2020. "Posso già dirvi che molti comuni saranno rappresentati dall'UDMF nelle prossime elezioni municipali", ha detto Nagib Azergui in una dichiarazione rilasciata al partito.

E non sono pochi gli esponenti politici che sono certi di ritrovare alcuni "comuni nelle mani degli islamisti nel 2020", come ha dichiarato, per esempio, Aymeric Durox. Con il 7,43% dei voti espressi a Garges-Lès-Gonesse, il 6,77% a Mantes-la-Jolie, il 6,68% a Montereau-Fault-Yonne, il 6,37% a La Courneuve, il 6,36% in Chanteloup-les-Vignes, 5,89% a Gennevilliers, 5,38% a Villetaneuse, 4,87% a Vaulx-en-Velin, l'Unione dei democratici musulmani francesi ha raggiunto un obiettivo importante. "La nostra squadra è già all'opera nelle città di Avignone, Marsiglia, Bagneux, Amiens, Clichy Asnieres, Lione, Villeurbanne, Vaulx-en-Velin, Joue-les-Tours, Woippy, e l'elenco è ben lontano dall'essere completo. [...] Il lavoro degli attivisti è immenso e costringe al rispetto. [...] La Francia si sveglia stamattina con l'estrema destra alla sua testa. E questo è purtroppo responsabilità della classe politica francese. Ma la nostra avventura è appena iniziata", ha commentato Nagib Azergui nel suo discorso post voto.

Dichiarazione che va letta nella prospettiva di un lavorio iniziato anni fa, quando l'UDMF nel suo blog pubblicava articoli come, "Antisemitismo, islamofobia: come la storia si ripete": "Dall'11 settembre 2001, la situazione in Francia ricorda molto il periodo dell'occupazione nazista. Le vignette danesi di Maometto che paragonano i musulmani al terrorismo, pubblicate da un giornale di estrema destra il 30 settembre 2005, vengono riprese da un'ampia maggioranza di media francesi in nome della libertà di espressione". E l'idea del musulmano vittima degenera nell'appello a difendersi contro l'odio francese e dei "bianchi". Un passo dopo c'è la legittimazione della violenza. È una caratteristica dell'islam politico in Europa: dare l'idea che ci sia una persecuzione di tutti i musulmani (paragonata all'antisemitismo degli anni Trenta). Motivo per cui diventa prioritario ottenere il riconoscimento dell'esistenza d'una 'islamofobia'. Nagib Azergui, nel congratularsi per il voto, ha guardato negli occhi i suoi elettori per dir loro, "oggi in migliaia vi siete mossi per un voto che è il simbolo della crescente rabbia contro quell'odio di cui siamo vittime ovunque in Europa". 

Laurent de Boissieu, giornalista di La Croix, ha ripubblicato su "iPolitique" le considerazioni contenute in alcuni testi che l'UDMF ha eliminato dal proprio sito. "Laïcité à la française è diventata chiaramente una barriera contro l'islam. Un modello di assoluta intolleranza, perfettamente incoerente". Dal programma, invece, si può leggere "... uno stato, che proibisce a uno studente velato di avere accesso alla conoscenza, a una donna in Niqab di muoversi liberamente, a una tata che indossa il velo di badare ai bambini, non è degno di definirsi uno stato democratico, e tanto meno laico". L'UDMF chiede lo sviluppo del commercio halal in una visione di creazione di nuovi posti di lavoro; l'introduzione di corsi di educazione civica e filosofia per far "riflettere i giovani", e il diritto di indossare il velo al scuola; la lotta all’islamofobia, e in particolare la richiesta dell'introduzione di una direttiva europea capace di eliminare qualsiasi gruppo o media considerato razzista. Intende inoltre combattere l' inquinamento della plastica, i paradisi fiscali e le lobby, "rimuovere il segreto bancario delle aziende europee", portare la Francia fuori dalla NATO e dare il diritto di voto a tutti gli stranieri.

Alla base il rifiuto, quindi, di accettare le radici comuni della  Francia come nazione europea per vederle sostituite con i valori islamici. Ragione per cui si irrobustiscono le infiltrazioni islamiste nel mondo accademico. L’UOI – l’Unione delle organizzazioni islamiche di Francia – ha creato l’EMF – studenti musulmani di Francia - con l'obiettivo di reislamizzare gli studenti identificati come musulmani. L'accesso alle università ha lo scopo di guidare la ricerca universitaria verso le loro tesi, poiché è lì che vengono formati i futuri insegnanti e assistenti sociali.

Ma non è solo in Francia che la musica sta cambiando. Nella circoscrizione 1001 di Duisburg-Marxloh, dove i musulmani sono in grande maggioranza, il partito islamico BIG – Bündnis für Innovation und Gerechtigkeit (l’Alleanza per Innovazione e Giustizia) - ha ricevuto il maggior numero di voti alle europee: il 35,71% e un ampio margine che ha doppiato in alcuni casi il resto dei partiti tedeschi. BIG si presenta con un aspetto moderno, in alcune parti il suo programma elettorale ricorda persino quello dei Verdi, ma il partito è il nuovo braccio politico dei musulmani in Germania e probabilmente acquisirà sempre più influenza nel prossimo futuro.