Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Caterina da Siena a cura di Ermes Dovico
MINORANZE

Perché manca un Rom Pride

Burger King e Starbucks hanno celebrato il gay pride, i supermercati Auchan "rieducano" i dipendenti. La minoranza gay è la più rumorosa al mondo. Strano che i nomadi, minoranze molto più perseguitate, tacciano sui loro diritti.

Famiglia 14_07_2014
Bandiera Rom

Apprendo dall’agenzia «Corrispondenza romana» che Burger King, colosso del fast-food, offre ai suoi clienti il classico panino «whopper», orgoglio della casa, in speciale confezione arcobaleno, il «whopper proud» (proud vuol dire fiero in inglese e pride fierezza), per l’annuale Gay Parade di San Francisco. I proventi della vendita finiscono in un fondo che offre borse di studio agli studenti Lgbt delle superiori. Date le percentuali di questi ultimi, si suppone che alla ditta resterà in cassa un mazzo di dollari. Sempre che la trovata procuri incassi, visto che i californiani, in un referendum (poi vanificato dalla magistratura), hanno a suo tempo detto no alle nozze gay. Ma è il trend del Terzo Millennio, bellezza, e nessuno vuol restare indietro. Infatti, la Starbucks, colosso internazionale di caffetteria, ha festeggiato il quarantesimo anniversario del Gay Pride stendendo una bandiera arcobaleno di ben ottocento metri quadri nella sua casa-madre di Seattle.

I francesi supermercati Auchan non si sono ancora adeguati ma hanno promesso sentitamente di farlo. È infatti successo che una filiale sita dalle parti di Lione ha messo in saldo una partita di anelli nuziali. Si è presentato uno intenzionato a sposare il suo compagno (in Francia la legge del 17 marzo 2013 ha introdotto le nozze gay). Ma la Francia è anche la terra della Manif pour tous (un milione e mezzo di persone in piazza a Parigi) e delle migliaia di sindaci che rischiano la destituzione e il carcere perché si rifiutano di celebrare nozze del genere. Così, la commessa, appresa la destinazione dell’anello, ha garbatamente fatto presente che la promozione in questo caso non valeva. Quello –è il caso di dirlo- se l’è legata al dito e ha riversato tutto il suo dolore sui social network. Subito sono arrivate le scuse della Auchan, che ha promesso appositi «moduli di formazione annuale» per i suoi dipendenti.

Vabbé, in fondo pecunia non olet e, in effetti, compito della commessa era venderli, quegli anelli, senza indagarne la destinazione (non era compito suo). Ma questa corsa mondiale e affannosa a ingraziarsi una minoranza ben precisa merita una riflessione a latere e un suggerimento. Di minoranze fin qui disprezzate e vilipese che avrebbero diritto a una Pride Parade annuale e internazionale ce n’è un’altra: gli zingari. Perché non indicono una Giornata dell’Orgoglio Rom (o Sinti o Gitano o Nomade eccetera)? In fondo anche loro, come gli omosessuali, fecero compagnia agli ebrei nei lager nazisti. Anche loro, come le altre due comunità, non sono ben visti (per non dir peggio) nei Paesi musulmani. Purtroppo, a parte la Chiesa e qualche radical-chic (che però si guarda bene dall’avvicinarli), nessun Obama se li fila, nessun miliardario (in dollari) filantropo li finanzia, nessuna Onlus ben foraggiata li promuove nelle organizzazioni internazionali e si sbatte per infilarne i «diritti» in ogni fessura delle legislazioni. Non solo. La cosa non interessa neppure a loro. D’altra parte, la loro sessualità è oltremodo politically uncorrect. Infatti, non praticano il controllo delle nascite e sono quasi tutti (se non tutti) cristiani. Ne ho visto io stesso una variopinta pattuglia alla Grotta di Lourdes: indisciplinati pure lì, ma, a differenza degli altri, vestiti con i loro abiti più belli, per onorare la Madonna. Io e tutti gli altri pellegrini “normali” eravamo abbigliati casual, per comodità, e il confronto mi creò, confesso, imbarazzo.

Le torme di bambini dei nomadi (zingari, gitani, rom, sinti eccetera) dovrebbero essere presi ad esempio. Non fraintendetemi. Intendo dire che non sono certo leccati, vezzeggiati e griffati come i nostri. Ma non ne ho mai visto uno timido o introverso o con problemi psicologici o depresso. Com’è noto, la depressione, semmai, la fanno venire loro a noi gadjos. No, niente Pride per loro. Vogliono restare come sono, esattamente come i Lgbt. Ma non fanno tutte queste storie, né asfissiano le maggioranze con la loro petulanza. Ora che ci penso: ma ci saranno gay tra i rom?