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EDITORIALE

Prostitute per disabili, anche il vizio è democratico

A Bologna nasce una nuova figura professionale. Anzi no, dato che è la professione più vecchia al mondo: la prostituzione. Solo che in questo caso l’etera offrirà i propri servizi a persone con disabilità. L’uguaglianza passa prima di tutto dal vizio perché l'abbrutimento è democratico.

Editoriali 02_09_2017
Disabile

In quel di Bologna nasce una nuova figura professionale. Anzi no, dato che è la professione più vecchia al mondo: la prostituzione. Solo che in questo caso l’etera offrirà i propri servizi a persone con disabilità. Comunque non chiamatela prostituta o peggio, bensì “Operatore all’emotività, all’affettività e alla sessualità delle persone con disabilità". Come redimere il mestiere di meretrice con un uso sapiente dello Zanichelli.

Per diventare ufficialmente lucciola ora c’è un corso ad hoc promosso dal comitato LoveGiver, corso che si compone di quattro giornate e che vede iscritti 17 persone, le quali svolgeranno il tirocinio (sic) presso associazioni o famiglie. Non pensate che queste 17 siano lucciole da marciapiedi. Nulla di tutto questo. Tra i prescelti per partecipare al corso ci sono educatori, operatori socio sanitari e pure un filosofo il quale si vede che stanco di tanta astrazione del pensiero ha sentito l’esigenza di passare alla pratica.

Maximiliano Ulivieri, uno dei fondatori di LoveGiver, spiega: "Finora abbiamo aspettato la politica, perché avremmo preferito muoverci nel quadro di una legge nazionale o regionale. Ma nessuno ci ascolta, così abbiamo deciso di auto-autorizzarci”. Infatti in Parlamento c’è un disegno di legge su prostituzione e disabilità, ma è rimasto in un cassetto. Sergio Lo Giudice, senatore omosessuale Pd, commenta: “Purtroppo non è stata considerata una priorità, non è mai arrivato neanche in commissione. In Italia c’è una grande difficoltà a discutere di sessualità. La nostra legge? Impegna il ministero della Salute a emettere linee guida che consentirebbero alle Regioni di attivare corsi di formazione ad hoc. Metterebbe al riparo da equivoci tra l’assistente sessuale e la prostituzione: la libera sessualità dei disabili non è soltanto un loro bisogno, è anche un diritto garantito da una sentenza della Corte costituzionale. Ulivieri mi ha detto che sarebbe partito, non fa niente di male se organizza un corso".

Ulivieri poi aggiunge in merito alle finalità del corso: "Lo scopo è permettere ai disabili di riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e disagi quotidiani, attraverso il contatto, l’accarezzamento, il massaggio, l’abbraccio, l’accompagnamento alla masturbazione o anche semplicemente con la presenza, l’affetto e l’umanità".

Tecnicamente il corso proposto da Ulivieri è favoreggiamento alla prostituzione ed in infatti quest’ultimo non si nasconde dietro ad un dito e ammette che questa iniziativa “è un atto di disobbedienza civile. Potrebbero accusarci di favoreggiamento della prostituzione, c’è questo rischio, ma prima bisogna che qualcuno mi denunci". L’invito speriamo che non cada nel vuoto.

In effetti i timori di Uliveri sono ben fondati: non c’è differenza tra le attività che andranno a svolgere i suoi operatori all’affettività e quelle di una qualsiasi signorina buonasera. Se offri una prestazione sessuale a pagamento è meretricio. Se la prostituzione nel nostro Paese non è reato, non così il favoreggiamento. E organizzare corsi per formare persone al fine di “aiutare le persone con disabilità fisico-motoria e/o psichico/cognitiva a vivere un’esperienza erotica, sensuale e/o sessuale” – come si legge sul sito di LoveGiver - dove si prevede scambio di denaro per tutto ciò, configura favoreggiamento.

Si obietterà: ma qui si dà una solida formazione scientifica offerta da persone qualificate come sessuologi, avvocati, dottori, operatori sociali, c’è una preparazione a monte. Nulla di volgare o di degradante quindi, nessun tacco a spillo, nessuna minigonna, né trucco pesante. Si darà piacere al disabile con tanto di attestato. Ma, ribattiamo noi, la sostanza non cambia: sempre di vendita del proprio corpo si tratta, seppur fatta in modo un po’ più sofisticato. E poi, a dirla tutta, il corso è inutile: il mercato è già saturo da tempo di figure professionali di questo tipo, di operatori dell’affettività etc. etc. Sono le classiche prostitute sia di appartamento che di strada le quali, da sempre, non solo offrono servizi sessuali, ma anche psicologici. Chi fa quel mestiere ha imparato ad ascoltare, consigliare e a confortare non perché ha fatto un master in piscosessuologia, ma perché dai loro letti è passata l’umanità più varia. Forse a posto degli esperti chiamati per tenere questi corsi era meglio invitare un paio di lucciole di lunga esperienza.

C’è infine da annotare che per quelli di LoveGiver l’uguaglianza passa prima di tutto dal vizio. Se il non diversamente abile può andare a donne, anche questo “diritto” – così lo ha definito il senatore Lo Giudice – deve essere riconosciuto anche a chi sta su una carrozzina. L’abbrutimento è democratico.