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EDITORIALE

Prove tecniche di sottomissione

Se l'Europa non ridiventerà cristiana diventerà islamica. Ciò che non ha futuro è la "cultura del niente", che dall'islam sarà spazzata via. Questa profezia del cardinale Biffi si sta drammaticamente realizzando: l'impotenza davanti ai fatti di Colonia ne è solo un esempio.
- Non solo Colonia: le violenze nascoste, di S. Magni

Editoriali 12_01_2016
Colonia

«Io penso che l’Europa o ridiventerà cristiana o diventerà musulmana. Ciò che mi pare senza avvenire è la “cultura del niente”, della libertà senza limiti e senza contenuti, dello scetticismo vantato come conquista intellettuale, che sembra essere l’atteggiamento dominante nei popoli europei, più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità. Questa “cultura del niente” (sorretta dall’edonismo e dalla insaziabilità libertaria) non sarà in grado di reggere all’assalto ideologico dell’islam che non mancherà: solo la riscoperta dell’avvenimento cristiano come unica salvezza per l’uomo - e quindi solo una decisa risurrezione dell’antica anima dell’Europa - potrà offrire un esito diverso a questo inevitabile confronto». 

Il quadro che emerge di ora in ora sulla scia dei fatti accaduti a Colonia nella notte di Capodanno e che ormai è chiaro che interessano tutta l’Europa (vedi articolo odierno di Stefano Magni), non può non far pensare che la profezia pronunciata dal cardinale Giacomo Biffi più di venti anni fa si stia realizzando. Forse le modalità non sono esattamente quelle che ci aspettavamo, ma non c’è dubbio che stiamo assistendo a un assalto ideologico dell’islam, del quale le violenze sulle donne sono un fattore importante (clicca qui). Ma ancora più grave è l’assoluto smarrimento delle istituzioni europee, civili e religiose, incapaci di comprendere quanto sta avvenendo, figurarsi gestire la situazione. A oltre dieci giorni dall’accaduto in Germania non c’è stata praticamente alcuna reazione visibile delle autorità nei confronti dei responsabili, soltanto le solite polemiche e qualche funzionario che perde il posto. È più forte il timore di passare per razzisti e islamofobi che non il dovere di esser giusti e responsabili del bene di tutti.

Anche peggio succede in Inghilterra, dove per anni i funzionari pubblici hanno taciuto di fronte ad abusi e violenze – sessuali e psicologiche – perpetrate dalla locale comunità islamica contro 1400 minorenni inglesi; e in Svezia, dove di fronte a casi analoghi a quelli accaduti a Colonia, la polizia ha nascosto per mesi la verità. E chissà quante altre storie del genere emergeranno ancora. C’è una paralisi evidente che non è semplicemente di incompetenza delle autorità, è piuttosto un’impotenza frutto di un vuoto culturale. Proprio come ha detto ieri anche papa Francesco: «L’estremismo e il fondamentalismo trovano un terreno fertile non solo in una strumentalizzazione della religione per fini di potere, ma anche nel vuoto di ideali e nella perdita d’identità – anche religiosa –, che drammaticamente connota il cosiddetto Occidente».

Si parla di difendere i valori della persona e della libertà, ma avendo smarrito la radice da cui nascono, le parole si perdono nel vento. La libertà della donna di cui tanto si parla non nasce dalla rivoluzione sessuale; al contrario, questa ha generato una nuova forma di schiavitù esemplarmente espressa nell’uso del corpo della donna che si fa nella pubblicità e nello spettacolo.

Solo l’avvento del cristianesimo ha portato nella storia la pari dignità di ogni essere umano – uomini, donne, bambini, anziani, disabili – pur nella diversità dei ruoli sociali, una pari dignità sconosciuta a qualsiasi altra cultura e religione (non solo l’islam). Solo la consapevolezza di una comune appartenenza a Cristo impedisce che il rapporto tra un uomo e una donna diventi violento, che si imponga la legge del più forte, che si trasformi in possesso della femmina da parte del maschio.

Aver tagliato e rifiutato le radici cristiane dell’Europa ha voluto dire sostituire la vera libertà con il libertarismo, il valore sacro della persona con l’individualismo, la mascolinità e la femminilità con la fluidità di genere, il bene con il benessere, la certezza con il relativismo, la responsabilità di proteggere con il menefreghismo e così via di caricatura in caricatura. Non stupisce allora che di fronte alle molestie e alle violenze sessuali, e più in generale all’offensiva ideologica dell’islam non si sappia come rispondere, dando il segnale di via libera a queste comunità che vogliono imporre la legge coranica anche da noi. Aspettiamoci dunque prove di forza ancora più eclatanti.

Come previsto, la “cultura del niente” si sta sgretolando davanti ai nuovi padroni. In Germania e in Inghilterra già sono stati riconosciuti i tribunali islamici per contenziosi familiari, nelle maggiori città europee i quartieri islamici sono off limits per le autorità locali e la poligamia è tollerata. E ora, dopo i fatti di Colonia, abbiamo addirittura gruppi femministi europei che invitano donne di ogni fede e credo a partecipare il prossimo 1 febbraio alla Giornata mondiale del velo islamico, in solidarietà verso i musulmani e contro la presunta islamofobia dell’Europa. Indossare il velo per un giorno, una tragica preparazione al futuro. Il processo di sottomissione è già iniziato.

- Non solo Colonia: le violenze nascoste, di Stefano Magni