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LA DENUNCIA

Quanto è anticattolica la BBC. Parola di ex volto tv

«La Bbc è anticattolica». Parola di Catherine Utley, giornalista che per la tv inglese ha lavorato dal 1983 al 2012. E che dopo la diretta vista sull'incendio di Notre Dame ("a sentir loro sembrava stesse bruciando solo un museo") ha messo nero su bianco anni di ignoranza e anticattolicesimo della principale emittente di sua maestà. Come quella volta che arrivò a Londra Benedetto XVI e...

Libertà religiosa 22_04_2019

«La Bbc è anticattolica e, in tema di religione, decisamente ignorante». Un giudizio che, messo così, apparirà assai duro e pesante. Quasi una sentenza. Eppure è un giudizio difficile da contrastare dal momento che è stato emesso da qualcuno che la celebre emittente inglese la conosce, eccome se conosce. Stiamo parlando di Catherine Utley, giornalista che si dà il caso che per la Bbc abbia lavorato decenni, dal 1983 al 2012. Ebbene, martedì la Utley ha pensato bene di prendere carta e penna, come si suol dire, e di firmare su The Article un lungo articolo di denuncia, appunto, sullo spirito segnatamente antireligioso della sua ex azienda.

In particolare, la giornalista ha messo nel suo mirino di veterana della professione il modo con cui Bbc One - il primo canale televisivo del colosso mediatico – ha raccontato l’incendio che ha rischiato di devastare per sempre Notre-Dame, che è e rimane una delle chiese più famose del mondo. La Utley ha fatto notare come, nel raccontare un fatto tanto sconvolgente, la Bbc abbia presentato quanto stava accadendo alla celebre cattedrale come la «distruzione di un’attrazione turistica ben visitata». Non a caso, rimarca la giornalista, lungo l’arco dell’intero programma dedicato al devastante incendio, «nessuna di queste parole è stata citata: cristiano, cristianesimo, cattolico, adorazione, adoratori, sacro, messa, settimana santa».

In pratica, è come sei ai telespettatori di Sua Maestà si fosse raccontato del rogo di un vecchio museo anziché quello – lo si ripete – di uno degli epicentri mondiali della cristianità. Nel pezzo denuncia uscito su The Article si fai poi l’esempio del giornalista Hugh Schofield, che ha raccontato i fatti di Parigi avvenuti nella «settimana di Pasqua»; come se ignorasse che la «settimana di Pasqua» in realtà si chiama settimana santa. Secondo la Utley tutto questo non solo non è casuale, ma ha dei clamorosi precedenti.

Dall’alto della sua esperienza proprio la Bbc, ricorda infatti come, per esempio, quando papa Benedetto XVI visitò Londra nel 2010 lei fu fatta sostituire da un collega che non sapeva nulla di Chiesa né dell’importanza di quel viaggio pontificio. Allo stesso modo, la giornalista spiega come l’emittente abbia sposato da tempo e in modo acritico la visione liberale su temi come l’aborto e l’eutanasia. «Ormai», conclude amareggiata la Utley, «c’è una sola questione cattolica cui viene data risalto: lo scandalo degli abusi sessuali». Difficile, in effetti, smentire questa sottolineatura. Tanto più se si pensa che sono anni che la faziosità della Bbc viene apertamente denunciata.

Basti ricordare il caso di Robin Aitken, altro ex storico dipendente, il quale alcuni anni fa diede alle stampe un libro eloquente sin dal titolo - Can we trust the Bbc? (Continuum, 2007) – o quello di un ex direttore generale, Mark Thompson, che in un’intervista ammise che sì, quella cristiana è trattata dalla Bbc con minore riguardo e sensibilità rispetto alle altre religioni. Una situazione grave al punto che qualche anno fa persino il vescovo anglicano Nigel McCulloch sentì il bisogno di intervenire scrivendo direttamente all’emittente. «Mettendo ai margini il cristianesimo», evidenziò McCulloch, «la televisione pubblica inglese tradisce il suo Dna».

Lungi dal poter essere liquidata come la sfuriata di una ex dipendente, la denuncia di Catherine Utley sul pregiudizio anticattolico di uno dei più importanti giganti dell’informazione del pianeta appare dunque assai credibile. Anzi, risulta solo l’ultima, definitiva conferma di un pregiudizio diffuso che non solo non viene denunciato come tale da alcuno, ma trova nell’indifferenza dei più, cattolici tiepidi inclusi, una drammatica legittimazione. Inutile dunque, se si accetta una simile situazione, poi chiedersi come mai la cristianofobia non faccia notizia.