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Quel gioiello gotico nella "Siena del Piemonte"

La chiesa di San Giovanni a Saluzzo (Cuneo), è un prezioso esempio di architettura gotica che, con il suo campanile e la Torre civica, valse alla città il soprannome di "Siena del Piemonte". Sede dei Frati Predicatori dal 1325, era l’edificio religioso più importante della città fino al 1501 si costruì il nuovo Duomo.

Cultura 28_03_2015
L'interno della chiesa di san Giovanni a Saluzzo

Sede dei Frati Predicatori dal 1325, era l’edificio religioso più importante della città. E lo fu fino al 1501 quando si decise di costruire il nuovo Duomo. La chiesa di San Giovanni a Saluzzo, in provincia di Cuneo, è un preziosissimo esempio di architettura gotica che, con il suo campanile e l’adiacente torre civica, valse alla città il soprannome di Siena del Piemonte. Ancor prima dell’insediamento dei padri Domenicani esisteva in questo luogo una chiesetta, una piccola cappella duecentesca, sempre dedicata al Battista, che, come le antiche basiliche cristiane, aveva l’altare rivolto a oriente e l’ingresso ad occidente. Nel corso dei secoli, l’edificio subì profonde trasformazioni: fu ampliato , allungato, furono modificate le cappelle laterali e solo nel 1530 il tempio, oggi officiato e custodito dai Servi di Maria, poté dirsi concluso.

Un gallo segnatempo sta di vedetta sulla sommità della cuspide ottagonale che conclude la torre campanaria eretta, con i suoi cinque piani, nel 1376. La facciata, di pietra, a capanna, è molto semplice come lo è il portale, ogivale, sormontato da un oculo. Un gigantesco san Cristoforo vi fu affrescato nella prima metà del XX secolo, ad imitazione di un esemplare quattrocentesco di una parrocchia limitrofa.  L’interno è a tre navate, separate da pilastri cui sono addossate colonne che sorreggono volte a crociera costolonata. La prima cappella che si apre sul fianco sinistro è intitolata ai santi Crispino e Crispiniano. Durante i restauri del secolo scorso, sotto uno strato di scialbo, venne qui rinvenuto un quattrocentesco ciclo con le Storie della Passione, dai colori vivaci e ricco di dettagli narrativi. 

L’autore, identificato in Antonio Pocapaglia, titolare di una bottega in zona molto attiva nella prima metà del XV secolo, dipinse sulla volta, sullo sfondo di un cielo scuro trapunto di stelle, una mandorla con il Padre Eterno, circondata da angeli adoranti. All’interno delle mura di Gerusalemme raffigurò alcuni episodi degli ultimi giorni terreni della vita di Gesù: il trionfale ingresso in città sul dorso di un asino, il tradimento di Giuda per i trenta denari, il rinnegamento di Pietro, Gesù che viene deriso e poi flagellato. Solo alcuni frammenti restano, invece, della sottostante Ultima Cena e della grandiosa Crocefissione, che occupava tutta la parete di fondo, di cui sono visibili solo le Marie dolenti e un gruppo di soldati. 

Anche la Cappella del Rosario, datata al 1660, è degna di nota per la ricchezza degli stucchi e degli affreschi e lo sfarzo dell’altare in legno dipinto e dorato, in cui è inserito il trittico di Oddone Pascale con la Madonna del Rosario nel riquadro centrale e i Misteri nei pannelli laterali. Dietro l’altare maggiore, l’abside pentagonale in pietra verde, cappella funeraria dei Marchesi di Saluzzo, dedicata al Santo Sepolcro, è per la sua decorazione scultorea uno dei più rilevanti esempi di gotico flamboyant di ispirazione francese.