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Salvini lancia la sfida a una Meloni sempre più europeista

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Dopo la svolta filoeuropeista di Giorgia Meloni, Salvini è rimasto da solo tra i leader politici italiani a sostenere la battaglia contro l’Europa dei burocrati e delle consorterie. 

Politica 06_12_2023

Le elezioni europee del giugno 2024 saranno un passaggio decisivo non solo per il governo dell’Europa ma anche per gli esecutivi nazionali, compreso quello italiano. Infatti, quando parlano di Europa, Matteo Salvini e Giorgia Meloni sono su sponde opposte e sembrano appartenere a coalizioni diverse.

La differenza tra i due è ormai sostanziale perché il primo continua a dire le stesse cose che dice da anni e che ha detto anche in campagna elettorale, mentre la seconda ha ammorbidito le sue posizioni antieuropeiste ed ora va a braccetto con chi governa a Bruxelles, tanto da meritarsi il primato tra i “camaleonti” d’Europa, titolo che le è stato attribuito dal quotidiano Politico.eu «perché ha modificato la posizione italiana nei confronti della Russia, sostenendo l’Ucraina». In realtà il premier italiano le posizioni in politica estera le ha modificate un po' su tutto, tanto da diventare la più convinta sostenitrice dell’alleanza tra Usa ed Europa. Peccato che l’attuale Europa che Giorgia Meloni sostiene sia la stessa di sempre, con i burocrati che impongono, fanno e disfano a spese dei popoli europei, costretti a subire diktat su tutto, senza una reale condivisione delle scelte fondamentali come invece dovrebbe essere in una Unione che si rispetti.

Le elezioni europee potrebbero quindi essere uno spartiacque anche per le vicende politiche italiane, ove dalle urne per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo non uscisse una solida maggioranza e ci fosse la necessità di coinvolgere nel prossimo governo dell’Unione i socialisti da un lato oppure i sovranisti dall’altro.

Prima di andare al governo, Meloni avrebbe preferito questi ultimi, mentre ora si è riposizionata e in caso di necessità preferirebbe confermare gli attuali assetti, con il pieno coinvolgimento della sinistra. E Salvini ovviamente non ci sta.

«In Europa è possibile avere un'alternativa alla sinistra», ha detto il vice presidente del Consiglio e leader della Lega chiudendo nel week-end Free Europe, la conferenza da lui organizzata a Firenze per riunire i leader dei partiti europei di estrema destra. «Oggi presentiamo agli italiani e a tutti gli europei un'idea diversa di Europa: l'Europa dei diritti, al posto dell'Europa dei tagli», ha detto Salvini, che ha aggiunto: «Oggi qua a Firenze sono convenute donne e uomini che armati di buon senso, coraggio e fede sconfiggeranno un gigante che è il primo nemico dell'Europa, i tecnocrati massoni che vogliono distruggere l'identità del nostro continente. Noi del Golia Soros non abbiamo paura, di chi finanzia la distruzione della nostra civiltà non abbiamo paura».

La convention fiorentina è stata aperta da un videomessaggio di Marine Le Pen, deputata francese e leader di Rassemblement national. «Oggi L'Europa svilisce la sua storia, la commissione Ue agisce contro i nostri popoli, considera gli uomini come merci senza radici e senza frontiere», ha detto Le Pen, parlando di un «modello di annientamento dei popoli». Di conseguenza, i partiti di estrema destra sono «movimenti di resistenza democratica e patriottica di fronte a una struttura burocratica dominante, di fronte a un potere arbitrario», ha concluso la politica francese. 

Oltre all'Italia e alla Francia, erano presenti i rappresentanti di Bulgaria, Polonia, Romania, Danimarca, Estonia, Repubblica Ceca, Fiandre (Belgio), Austria, Paesi Bassi e Germania. New entry Geert Wilders, che ha appena vinto le elezioni legislative olandesi con il suo Partito per la libertà e che in un videomessaggio ha detto: «Dobbiamo garantire che le decisioni che riguardano le nostre nazioni siano prese dalle persone che le conoscono e le amano di più».

Dopo la svolta filoeuropeista di Meloni Matteo Salvini è rimasto da solo tra i leader politici italiani (escludendo gli estremisti come Paragone, Alemanno, Rizzo, fortemente minoritari) a sostenere questa battaglia contro l’Europa dei burocrati e delle consorterie. Elettoralmente l’obiettivo del Capitano è di lucrare consensi in vista delle europee proprio catalizzando quel voto euroscettico che nel nostro Paese sembra crescere e che ormai fa fatica a identificarsi con le posizioni di Giorgia Meloni.

Per ora i sondaggi sembrano più dalla parte di Fratelli d’Italia. Ove però il trend si invertisse, ove cioè Salvini recuperasse terreno, all’indomani del voto europeo ci potrebbero essere scossoni anche nel governo Meloni, magari con un rimpasto o con una messa in discussione della linea di politica estera del nostro esecutivo, sempre più appiattita sulle decisioni delle cancellerie europee oltre che su quelle degli Usa.