Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

DOPO LE VIOLENZE

Urge un'opera di prevenzione

Le violenze sessuali massicce commesse da gruppi di immigrati nordafricani in varie città tedesche hanno tutte le caratteristiche di un'azione corale organizzata in anticipo. Si constata la facilità con cui si possono organizzare bande di giovani violenti sui social network. In attesa di sapere chi sia il mandante, ci si interroga su come reagire. Prima che si ripeta.

Libertà religiosa 17_01_2016
Colonia

I fatti di Colonia sembravano un caso isolato, in seguito ci si è resi conto che durante i festeggiamenti di San Silvestro molti gruppi di giovani uomini con origini nord-africane hanno molestato, derubato e assalito giovani donne occidentali in altre città tedesche e non solo.

Strano, decisamente strano. Nelle svariate letture dell’accaduto si è attribuita la motivazione alla religione, alla cultura sia del paese di provenienza sia del paese di accoglienza, si è parlato di sostrato tribale e infine si è anche scoperto il “sex game” in versione araba ovverosia il “taharrush gamai” (la molestia sessuale collettiva). È altresì evidente che non si sia trattato di una straordinaria, quanto improbabile, coincidenza a spingere le bande di giovani ad attaccare pressoché in contemporanea donne sole e non che si aggiravano per le piazze tedesche. La testimonianza rilasciata alla Nuova Bussola Quotidiana da Sara, italiana che si trovava a Düsseldorf, una città di cui poco si è parlato e che dista solo una cinquantina di chilometri da Colonia, conferma la non casualità dell’accaduto. 

Se da un lato è del tutto credibile e probabile che giovani provenienti dalla stessa area geografica – Marocco e Algeria – che si ritrovino a trascorrere il capodanno insieme e che, al pari dei loro coetanei tedeschi, bevano un bicchiere di troppo e facciano qualche “bravata” anche a scapito di qualche ragazza di passaggio, è impensabile che la stessa scena si ripeta a catena, ma soprattutto come un copione, in città diverse. Quindi un assalto collettivo organizzato che ha fatto leva su di un sostrato culturale tendenzialmente machista e misogino, che vede nella donna un corpo che è un tabù e per questo l’oggetto di un desiderio represso, che ha fatto leva su di una predisposizione culturale a considerare l’Occidente come nemico e conquistatore, la donna occidentale come la preda facile, perché più disponibile e al tempo stesso meno rispettata. 

Rimane purtroppo un grande interrogativo: chi può avere organizzato tutto ciò? La criminalità organizzata? Il terrorismo di matrice islamica per creare confusione e confondere il nemico occidentale? Movimenti xenofobi che potrebbero trarre un’ulteriore giustificazione al loro odio nei confronti dello straniero? 

Una risposta si spera giungerà dalle indagini. Tuttavia sarebbe opportuno iniziare a riflettere sull’estrema facilità oggi di agire, di creare e coordinare gruppi virtuali che una volta consolidati possono ricevere un ordine o semplicemente un input e commettere qualsiasi genere di crimine. Non v’è nulla di più semplice di organizzare un gruppo su Whatsapp, su Telegram o, come è già stato fatto dallo Stato islamico, comunicare attraverso le chat della Playstation o di qualsiasi altro gioco facilmente scaricabile su un telefono cellulare. Al pari dei nostri giovani che si organizzano per uscire il sabato sera sui loro gruppi, nulla esclude che gruppi di persone legate dalla stessa origine, dallo stesso contesto migratorio vengano raccolti da capofila, meglio capobranco, che con il passare del tempo li galvanizza, li orienta e li scaglia verso l’obiettivo prestabilito ovunque si trovino. 

Agli apparati di sicurezza che si occupano di terrorismo tutto questo è più che noto, tanto che i recenti attentati hanno dimostrato la sempre maggiore diffusione del gruppo terroristico che ruota attorno a un nucleo familiare che non ha bisogno di alcun canale esterno di comunicazione. Tuttavia i fatti della notte di San Silvestro conducono a un livello sociale che non è riconducibile in  modo diretto al terrorismo, che è a ragione la principale preoccupazione dell’Occidente contemporaneo. Controllare e far fronte alle gang, al branco non è mai stato e non sarà così semplice poiché, con l’aumentare dei numeri dell’immigrazione che tra l’altro è prevalentemente maschile, un numero crescente di giovani che non sono integrati, che sono disoccupati, che non hanno punti di riferimento, sarà in balia di chiunque farà loro sfogare istinti repressi, farà loro vivere un giorno da eroi oppure prometterà loro un compenso in cambio di un “servizio” richiesto. 

Si rende quindi sempre più indispensabile un’azione di prevenzione, di integrazione e controllo rivolta ai gruppi più sensibili rappresentati proprio dalle categorie che hanno agito a Colonia, Düsseldorf e altrove nelle scorse settimane. Si rende altresì indispensabile conoscere l’identità di chi ha premuto il telecomando per comprenderne le motivazioni perverse e, oserei direi, sovversive onde evitare che tutto questo si ripeta con conseguenze anche più gravi nel momento in cui si organizzassero azioni con il fine di distrarre gli agenti preposti alla sicurezza, fungendo quindi da copertura a un attacco di matrice terroristica.